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Il viaggio di Kompatscher tra Nepal e India, tra Messner e il Dalai Lama tra vigili del fuoco e monaci buddisti

Il presidente altoatesino ha voluto fare il punto di persona sui progetti di cooperazione allo sviluppo dei due Paesi condotti dalla sua Provincia. A Kathmandu ha visitato il cantiere di protezione civile cofinanziato da Bolzano, a Dharamsala ha incontrato la comunità tibetana in esilio e discusso di minoranze

Pubblicato il - 10 marzo 2017 - 20:54

BOLZANO. Prima il Nepal e poi l'India; prima il ministro degli esteri nepalese Jiwan Bahadur Shahi e l'immancabile Messner, poi il Dalai Lama e il primo ministro del governo tibetano in esilio Lobsang Sangay. A guardare le immagini di questi giorni di Arno Kompatscher sembra quasi di rivedere lo scalatore austriaco Heinrich Harrer interpretato (e qui non ce ne voglia il Landeshauptmann altoatesino ma i distinguo sono doverosi) da Brad Pitt in Sette Anni in Tibet. Sguardo alto e attento verso l'orizzonte, monaci buddisti, scenari mozzafiato, sorrisi e strade caotiche. Eppure qui non la "Città Sacra", Lhasa non c'entra niente (o quasi, come vedremo dopo) e il nostro non sta scappando da nessuno. La sua missione, assieme a una delegazione altoatesina è quella di fare il punto di persona sui progetti di cooperazione allo sviluppo avviati dalla Provincia di Bolzano.

 

Prima c'è stato il Nepal. Tre giorni (con un Cicerone d'eccezione, Reinhold Messner, grande conoscitore di quei posti) durante i quali la collaborazione con i nepalesi è stata definita fondamentale da Kompatscher: "Possiamo essere orgogliosi del livello raggiunto da questo Paese nel settore della protezione civile grazie all'aiuto dall’Alto Adige. Una cooperazione consolidata e necessaria, come ha purtroppo dimostrato il terremoto del 2015". La costruzione di un sistema di protezione civile è uno dei progetti principali sostenuti nel Paese dell’Himalaya: il Presidente ha visitato il cantiere del nuovo centro della protezione civile cofinanziato dalla Provincia di Bolzano a Kathmandu, ha incontrato il sindaco della capitale e gli operatori di protezione civile e soccorso alpino nepalesi. "La Provincia ha fornito risorse finanziarie, automezzi e attrezzatura, ma soprattutto il suo collaudato knowhow. E questo impegno pluriennale ha dato buoni frutti", ha commentato Kompatscher.

 

Il presidente della provincia altoatesina ha quindi incontrato il ministro nepalese del turismo Jiwan Bahadur Shahi e discusso con lui delle difficoltà a garantire sviluppo e infrastrutture in quelle aree di montagna, tra le più povere del mondo: "It is nice to see, but hard to live", "è bello da vedere, ma difficile da viverci", ha spiegato il ministro spiegando che in Nepal un quarto della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno e la mortalità infantile è elevata (il 4% dei bambini non sopravvive al quinto anno di età). Attualmente la Provincia di Bolzano sostiene in Nepal altri progetti per la fornitura di acqua potabile, la realizzazione di aule scolastiche a Tipchock, l’area colpita dal sisma, la ristrutturazione di un ospedale a Dhulikhel, la costruzione di un reparto di degenza nell’ospedale di Kunde e di una casa per bambini orfani a Kumbeshwar.

 

Poi il trasferimento in India dove la mission della delegazione altoatesina è stata quella di incontrare la minoranza tibetana che vive esiliata nel grande Paese asiatico (100mila dei circa 130mila tibetani) attorno a Dharamsala, dove si trova la sede del governo tibetano in esilio. Fino ad oggi la Provincia ha finanziato 44 progetti per un importo di 1,5 milioni di euro. Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama, la guida spiriturale del popolo tibetano ha ricordato lo stretto legame di amicizia con l'Alto Adige: anche nella sua missione per la comunità tibetana i conflitti vanno superati non con la violenza ma con le armi dello spirito e del cuore, ha ricordato il Dalai Lama.

Kompatscher tra Nepal e India, incontra anche il Dalai Lama

 

E il 10 marzo a Dharamsala si celebra proprio il 58° anniversario dell'uprising day tibetano, la data dell'insurrezione di Lhasa, Kompatscher ha ricordato che "l'autonomia dell'Alto Adige è un esempio positivo di pacificazione e può dare speranza al popolo tibetano nel mondo. I tibetani non sono soli, la loro fede incrollabile nella via della non violenza fa onore a loro e al Dalai Lama. I bambini del Tibetan Children Village, che abbiamo visitato oggi, proseguiranno su questa strada. A questo impegno lavorano giorno per giorno tante persone votate alla positività".

 

Kompatscher ha incontrato anche il primo ministro Lobsang Sangay per discutere dei problemi e della tutela delle minoranze. "Alla luce dell'esperienza fatta e dell'autonomia raggiunta, l'Alto Adige conferma l'impegno a sostenere le altre minoranze nel mondo, secondo le possibilità", ha detto il presidente altoatesino. Nell'incontro è stato tra l'altro concordato di organizzare, in collaborazione con l'EURAC, una grande manifestazione dedicata alle minoranze. Nei tre giorni di permanenza in India, Kompatscher ha visitato diversi progetti cofinanziati dalla Provincia, tra cui i Tibetan Children’s Village, il Kinderdorf tibetano. "Dal 2002 la Provincia ha sostenuto 9 di questi progetti di villaggi per bambini con 280mila euro, che sono serviti per realizzare servizi di istruzione e assistenza, un convitto, scuole, camp estivi e centri di formazione professionale", ha aggiunto Kompatscher.

 

Un altro ambito di intervento riguarda l'agricoltura: l'ultimo progetto pilota di cooperazione Provincia-comunità tibetana è partito nel 2016 per aggiornare i metodi di coltivazione locali a favore di un'agricoltura sostenibile. È stato condotto assieme all'EURAC e ha coinvolto 39 insediamenti tibetani in India. Il rientro del presidente Kompatscher in Alto Adige è previsto domenica.

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