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Elezioni negli States, seggi chiusi: l'America ha scelto

Una vittoria schiacciante per Donald Trump. Hillary Clinton mai in partita. Un'elezione estenuante, un testa a testa che però che ha premiato i Repubblicani

Di Luca Andreazza - 09 novembre 2016 - 00:46

TRENTO. Dopo il rituale del voto, è iniziata la notte più lunga della politica americana. There can be only one. Ne resterà solamente uno, oppure una. Gli Stati Uniti d'America hanno deciso e le riserve si sciolgono. Hillary Clinton contro Donald Trump. La decisione finale. L'antipasto della lunghissima campagna elettorale è ormai digerito. A mezzanotte in Italia i primi seggi in Kentucky, Indiana e South Carolina si sono chiusi.

 

Gli exit poll sembrano premiare Hillary Clinton, che diventerebbe il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, ma soprattutto potrebbe essere la prima presidente donna della storia a stelle e strisce. Il destino di queste elezioni per Trump potrebbe essere deciso molto presto: fondamentale per il tycoon la tenuta e l'affermazione sulla east-coast e il Midwest. 

 

Kentucky e Indiana non mostrano sorprese: il colore è rosso. Trump difende le roccaforti dei Repubblicani.

Hillary Clinton si aggiudica il Vermont, mentre il tycoon si afferma in West Virginia.

 

Gli stati chiave da tenere d'occhio sono Florida, Pennsylvania, Michigan, North Carolina, Ohio, Nevada, New Hampshire, Iowa, Maine e Arizona.

 

Alle 2 italiane la Clinton si porta a casa Massachussets, Rhode Island, New Jersey, Maryland, Delaware, District of Columbia e Illinois.

Donald Trump risponde con Tennessee, Mississippi e Oklahoma

 

Alabama e South Carolina si accendono di rosso. 8 stati Trump - 8 stati Clinton.

 


Wyoming, North Dakota, South Dakota, Nebraska, Kansas, Texas e Arkansas sono appannaggio di Trump. La Clinton si afferma nello stato di New York. Trump a 128, Clinton a 97.

 

Louisiana per Trump, mentre il Connecticut diventa blu. Trump: 136, Cinton: 104.

 

In Florida è un durissimo testa a testa, grande incertezza anche in Georgia, Virginia, Ohio e North Carolina. Sono necessari almeno 270 grandi elettori (i delegati che formalmente eleggeranno il 19 dicembre il presidente Usa, ndr) su 538 per conquistare la Casa Bianca. I repubblicani confermano il controllo della House of Representative, anche se la maggioranza si riduce. 

 

"A prescindere da quello che succede, il sole sorgerà al mattino e l'America rimarrà ancora la più grande nazione del mondo", queste le parole di Barack Obama in un video per esortare gli americani a rimanere uniti, qualsiasi siano i risultati delle elezioni presidenziali. Sintomo che i democratici riconoscono il momento di netta difficoltà.

 

Il tycoon mette via anche Montana e Missouri. Il New Mexico alla Clinton. 18 Stati per Trump contro gli 11 dell'ex first lady. Trump 149 - Clinton 109.

 

L'Ohio è il primo stato chiave a uscire allo scoperto: vince Trump. L'incertezza del voto incide anche sulle borse: giù Wall Street e Tokyo, mentre crolla il peso.

 

Clinton risponde prendendosi la Virginia. Nell'incertezza, una cosa è sicura: la festa si farà a New York. Una Grande Mela blindata ospita, infatti, entrambi i contendenti alla presidenza. 

 

Hillary Clinton si afferma in Colorado, California e Hawaii. Trump brinda in Idaho. Hillary Clinton (190) sorpassa Trump (171) che però sembra davanti negli stati chiave.

Trump dice 200, lo Stato numero 21 ha un nome pesante: Florida. La soglia dei 270 grandi elettori è in vista per i candidati. 

 

La North Carolina cade in mano a Trump, mentre l'Oregon è di Clinton. La contesta è incerta, un soffio separa i contendenti, ma un cammino sorprendente consente a Trump di posizionarsi sullo zerbino fuori dalla Casa Bianca.

 

Il puzzle inizia a essere completo: Trump aggiunge la Georgia e Iowa, Clinton si consola con Washington e Nevada. Non solo i grandi elettori, anche il voto popolare in questo momento premia Donald Trump: 51.916.427 per il repubblicano contro i 50.838.526 per la democratica. La reazione delle borse è negativa, crollano Tokyo, Hong Kong e Londra: si adegueranno e prenderanno le misure al nuovo corso.

 

Un altro tassello, un altro stato chiave: una lotta all'ultimo voto regala la Pennsylvania a Trump (nelle ultime sei elezioni lo stato è sempre stato democratico, ndr)che vola a 254: la quota 270 si respira nell'aria. Umori ovviamente opposti, i giochi sono ancora aperti, ma il repubblicano sta raggiungendo il quartier generale del comitato elettorale per preparare la festa, mentre Hillary Clinton ringrazia lo staff per il lavoro profuso.

 

Nel frattempo cade sotto il controllo del lanciato Donald Trump anche l'Alaska: 267, è iniziato il conto alla rovescia. 

 

"Andate a casa, non avremo niente da dire questa sera", ha detto John Podesta, il manager della campagna dell'ex first lady.Siamo alle battute finali, ma Hillary Clinton non parlerà: si prenderà la notte americana per riflettere. L'intenzione è quella di chiedere il riconteggio dei voti, forte della potenza di fuoco alle sue spalle. Il rituale vuole però che lo sconfitto riconosca il vincitore.

 

Nel frattempo Donald Trump è sulla linea del traguardo, manca un solo grande elettore.

 

Wisconsin. E' ufficiale: Donald Trump è il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America. E' arrivata la telefonata della Clinton: "Ho appena ricevuto le congratulazioni di Hillary Clinton e io mi congratulo con lei. La nostra non è stata una campagna elettorale, ma un grande movimento. Prometto che sarò il presidente di tutti. Non ci saranno cittadini di secondo livello". Vittoria piena.

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