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Civati ai trentini: "Aiutate i Radicali: legalizzare la cannabis è una sfida cruciale"

Il co-firmatario del disegno di legge invita i trentini a mettersi a disposizione per fare gli autenticatori di firme per la proposta polare e spiega a che punto è l'iter legislativo: "Siamo arrivati in aula ed è stato un momento storico. Ora si torna in commissione e l'Ncd fa ostruzionismo. Renzi se ci sei batti un colpo"

Di Luca Pianesi - 08 ottobre 2016 - 14:11

TRENTO. “Notai, consiglieri comunali, sindaci, presidente della Provincia. Date una mano ai Radicali del Trentino. Scendete in piazza, in strada, andate dietro i banchetti e aiutate ad autenticare le firme per la legalizzazione della marijuana”. L'appello ai trentini a mettersi a disposizione come autenticatori arriva direttamente da Giuseppe Civati co-firmatario della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis in Italia, che per la prima volta nella storia del nostro Paese, il 25 luglio, ha raggiunto la Camera per un primo confronto in Aula.

 

Una proposta di legge che, però, solo tre giorni fa è stata rispedita in commissione. Una mossa da molti letta come un tentativo di bloccare la riforma, alcuni giornali addirittura hanno parlato di sconfitta. “Un passo avanti”, invece, lo definisce Civati che da due giorni ha pubblicato il suo libro “Cannabis, dal proibizionismo alla legalizzazione”. “Ci sono gli emendamenti (1.700 ndr) da prendere in considerazione – spiega a il Dolomiti il leader di Possibile – e era nel normale iter delle cose che dopo un passaggio in Aula il disegno di legge tornasse in Commissione perché bisogna affrontare i tanti nodi ancora aperti. Su tutti quelli interni alla maggioranza. La gran parte degli emendamenti (1.300 ndr), infatti, è a firma Nuovo centro destra. Renzi che ha intenzione di fare? Va avanti con loro o appoggia il disegno? Il Pd, che ha in Giachetti il primo firmatario della legge, è compatto?”. Il disegno è stato partorito dall’intergruppo guidato dal sottosegretario Benedetto Della Vedova ed è forte dell'appoggio di circa 280 deputati prevalentemente del Movimento 5 stelle, di Sinistra Italiana e del Pd, ma anche di Forza Italia (che conta due firmatari) e se passasse "sarebbe una svolta storica" prosegue Civati. (LA LEGGE IN PILLOLE E ALCUNI DATI)

 

"Oggi la cannabis è già libera e a portata di tutti. Chi la consuma - continua l'ex Pd - non ha problemi a trovarla solo che il mercato è interamente gestito dalla criminalità. Si tratterebbe di passare dalla marijuana mafiosa a quella legale. Per lo Stato ci sarebbero grandi entrate, dagli studi fatti almeno il 2% in più di Pil. Chi la consuma la comprerebbe in sicurezza e saprebbe cosa va a comprare senza avvicinarsi alla criminalità, agli spacciatori e, quindi, anche ad altre droghe quelle sì veramente pericolose. Sulla nocività è stato appurato che è incredibilmente meno pericolosa di altre 'droghe' di stato come l'alcol o il gioco d'azzardo. Con la legalizzazione si creerebbero posti di lavoro, si risparmierebbe sul piano giudiziario, carcerario, le forze dell'ordine potrebbero dedicarsi a cosa più importanti. Persone come Fabrizio Pellegrini non finirebbero in carcere”. Il caso di Pellegrini, infatti, è un caso emblematico: pianista di 47 anni, affetto da Fibromalgia, è finito in prigione per cinque piantine sul davanzale, coltivate perché i farmaci prescritti dalla Asl costavano troppo per lui, 500 euro.

 

Il processo che porta verso la legalizzazione della cannabis in Italia si sta muovendo su due binari paralleli. Da un lato il disegno di legge in Parlamento, dall'altro la spinta popolare, promossa da Radicali, dall'associazione Luca Coscioni e da altre associazioni, che mira a raccogliere almeno 50.000 firme a livello nazionale per poter poi presentare a sua volta una proposta di legge al parlamento italiano. “E' questa una via di mezzo tra il Canada e gli Stati Uniti – completa Civati – visto che oltreoceano in un caso la legalizzazione sta avvenendo per via governativa e nell'altro con i referendum. Noi dobbiamo provarci percorrendo entrambi i binari per metterci al passo con la maggioranza dei paesi occidentali che si stanno aggiornando e stanno andando verso una legalizzazione controllata. Noi siamo fermi al mero proibizionismo. A Trento i Radicali faticano a trovare autenticatori. Faccio un appello a tutti i trentini: dategli una mano è una battaglia cruciale, questa, che interseca temi coma la sicurezza, la salute, l'economia, la giustizia. Dobbiamo tutti sentirci coinvolti”.

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