“Valdastico a Rovereto Sud? Fugatti propone l'impossibile per dire 'No' all'A31: è trentino prima di essere leghista". Cortocircuito del Carroccio tra Trento e Vicenza
Mentre in Trentino continua la discussione in merito all'ipotesi di uscita a Rovereto Sud dell'A31, nell'altro territorio interessato dall'opera (la Provincia di Vicenza) le prospettive sono ben diverse: "Ci sono due modi – sono le parole del consigliere della Liga Veneta per Salvini premier Andrea Cecchellero – per dimostrare di non volere qualcosa: il primo è dire di no, il secondo è di proporre qualcosa di impossibile. Io credo che Fugatti abbia proposto l'impossibile"

ROVERETO. Parlando di Valdastico Nord, e in particolare dell'ipotesi di sbocco a Rovereto Sud, la questione di fondo (da anni) rimane la stessa: ma chi vorrebbe veramente l'uscita autostradale a sud della Città della quercia? Sicuramente non i territori direttamente interessati (il 'no' di Terragnolo, Trambileno e Vallarsa, da anni, è netto e trasversale). L'opzione messa sul tavolo da Fugatti non piace nemmeno ai comuni della Vallagarina e non solo (Trento e Rovereto, tra i molti che hanno espresso parere negativo, hanno presentato anche dei ricorsi, poi respinti) né, ovviamente, alle minoranze in Consiglio provinciale (compatte nel presentare oltre 1800 proposte di ordine del giorno durante la discussione sull'approvazione del ddl che modificherebbe il Pup per introdurre il 'corridoio est'). Esclusa la Lega però, anche nella maggioranza l'idea di un'uscita a Rovereto Sud non ha mai raccolto netti consensi (senza contare che il Patt, fino a pochi anni fa, si diceva totalmente contrario al progetto). Ma uscendo dal Trentino, dove la discussione procede tra contrari (moltissimi) e favorevoli (pochissimi), all'interno della stessa Lega l'ipotesi messa sul tavolo da Fugatti non sembra convincere, anzi. Nell'altro territorio interessato all'opera infatti, la Provincia di Vicenza, per qualcuno la prospettiva sembra invece diametralmente opposta: “Fugatti? Prima di essere un leghista è un trentino e sta proponendo un'opzione impossibile per dire di fatto no alla Valdastico Nord”.
A parlare è il consigliere regionale della Liga Veneta Andrea Cecchellero (già sindaco, tra l'altro, del Comune di Posina), intervenuto insieme all'ex presidente della Provincia di Vicenza (oltre che di A4 Holding) Attilio Schneck e all'architetto Renzo Priante al talk d'attualità mensile dell'Eco Vicentino, “Senti chi parla” (Qui il Video integrale). Tema della discussione proprio il prolungamento verso Nord dell'A31 analizzato in una lunga discussione da diversi punti di vista: storico, economico, politico e ambientale. Lo stesso Schneck, (ex)politico in quota Lega che visse in prima persona le opere relative al tratto autostradale, si dice pessimista sulla possibilità di vedere approvata in breve tempo la progettualità relativa alla prosecuzione verso Nord dell'A31, inserita dall'ex presidente della Provincia di Vicenza all'interno del ragionamento complessivo sviluppato con l'asse europeo Helsinki-Ravenna.
“L'A22 oggi è insufficiente – ha detto – per garantire lo sbocco sui mercati più importanti dal punto di vista industriale e commerciale, le aree del Nord. Lo si vede: i camion non possono superare, non parliamo poi della situazione in Austria. Va potenziata tutta la linea nord-sud: la Valdastico Nord entra in questa potenzialità, non è solo un servizio da utilizzare per i cittadini di Vicenza”. La Valdastico cui si fa riferimento, però, non prevede certo un'uscita “arretrata”: “Da Trento – dice ancora Schneck – ci dicono di andare a nord per poi tornare a sud e uscire a Rovereto Sud”. In altre parole: “E' una presa in giro”.
“Ci sono due modi – dice ancora il consigliere Cecchellero – per non volere qualcosa: il primo è dire di no, il secondo è di proporre qualcosa di impossibile. Io credo che Fugatti abbia proposto l'impossibile. Io vivo e conosco i territori della montagna vicentina, e quelli adiacenti alla montagna trentina che è confinante, e pensare di fare un'autostrada che passi tre valli, non una (la Val Posina, la Val di Terragnolo e la Valle di Trambileno), facendo poi una 'U', tornando indietro e correndo parallela alla Brennero... Non sono un tecnico, ma dal punto di vista della logica credo che la linea giusta sarebbe quella Casotto-Besenello. La proposta di Fugatti è un modo come un altro per proporre una soluzione impercorribile”. Soluzione di cui, come anticipato, si parla da anni “ma i risultati sono pari a zero” dice ancora Schneck: “A questo punto sarebbe meglio qualcuno che dicesse no”. Sul punto è intervenuto anche l'architetto Priante, che ha lavorato anche nell'ambito dell'urbanistica e della viabilità, riportando un semplice dato: “La soluzione è sicuramente poco interessante, anzi, un po' assurda. Diventa uno zig zag per andare a Trento: se adesso ci vogliono 65 chilometri attraverso la Fricca, da Piovene, per raggiungere il capoluogo trentino, con questo soluzione ce ne vorrebbero 80”.
Eppure, ha sottolineato il conduttore Marzo Zorzi, dal 2018 Veneto e Trentino sono entrambi governati dalla Lega, come mai non si è riusciti a far fruttare questo trait d'union per trovare una soluzione? “Rispondo con una battuta – ha detto Cecchellero –: perché Fugatti, prima di essere un leghista, è un trentino”. Guardando quindi al futuro e alle necessità viabilistiche dell'Alto Vicentino, conclude il consigliere: “Non essendo percorribile la soluzione della Valdastico Nord, bisognerebbe ragionare sul rafforzamento della strada presente (la Sp350) da Piovene a Casotto. Poi io vedrei tanto bene un tunnel Casotto-Besenello: non serve una doppia corsia, si tratterebbe di una soluzione di ripiego, con investimenti limitati, ma che darebbe risposte al territorio”. Netto infine l'ex presidente della Provincia di Vicenza, che partendo dal tema della Valdastico Nord arriverebbe addirittura a sfidare Trento sull'autonomia (che ha permesso alla Pat, dice, di mantenere la propria autonomia decisionale anche di fronte a un tracciato, come quello dell'A31, di natura sovraregionale): “Di Valdastico Nord se ne potrà parlare tra 5-6 anni, ed è una previsione ottimistica. Io comincerei a sfidare Trento sul tema dell'autonomia: ci sono ancora motivi storici per mantenere gli Statuti speciali?”.