Tsunami giudiziario, Degasperi (Onda): "Centrosinistra e centrodestra monoblocco che gestisce gli affari in modo uguale". Il Pd è (giocoforza) prudente
''Le cronache giudiziarie - scrive Degasperi - certificano quanto da noi sempre sostenuto, ovvero la presenza in Trentino di un monoblocco di gestione del potere centrodestra/centrosinistra che, mentre si scontra su questioni coreografiche, segue un identico modus operandi quando si tratta di affari. Che in questo caso si tratti di affari che hanno incuriosito la magistratura è solo un'aggravante. Soprattutto è avvilente (ma senza sorpresa) vedere ancora abbinate l'associazione mafiosa e la nostra terra''

TRENTO. Sono durissime, e non potrebbero essere altrimenti, le reazioni dei partiti non coinvolti nella vastissima inchiesta giudiziaria che, nella giornata di martedì 3 dicembre, ha portato all'arresto di 9 persone, tra cui la sindaca leghista di Riva del Garda Cristina Santi e l'ex senatore (eletto con l'Upt) Vittorio Fravezzi, e all'iscrizione nel registro degli indagati di altre 77, tra i quali il primo cittadino di Arco Alessandro Betta, l'ex assessore provinciale alla sanità Luca Zeni (Pd), il sindaco di Dro e presidente della comunità di valle in quota centro sinistra Claudio Mimiola (centro sinistra), l'assessore del comune di Riva del Garda Mauro Malfer (sostenuto dal Patt), il consigliere comunale rivano Silvio Salizzoni (Fdi), l'ex candidato sindaco - nel 2020 - a Trento e ora consigliere comunale Andrea Merler (Fdi), il consigliere comunale Fabrizio Guastamacchia (eletto con la civica di centro destra Trento Unita), l'ex consigliere comunale Nicola Giuliano (Fratelli d'Italia) e l'ex Obmann della Svp (dal '92 al 2004) e parlamentare per 19 anni Siegfried Brugger.
Filippo Degasperi, consigliere provinciale di Onda, è perentorio nei confronti di quello che lui definisce un "monoblocco di potere centrodestra/centrosinistra, che segue un identico modus operandi quando si tratta di affari", aggiungendo poi che è venuto il momento di "cambiare la politica e farla tornare al servizio dei cittadini".
"Le cronache giudiziarie odierne (di ieri, ndr) - scrive Degasperi - certificano quanto da noi sempre sostenuto, ovvero la presenza in Trentino di un monoblocco di gestione del potere centrodestra/centrosinistra che, mentre si scontra su questioni coreografiche, segue un identico modus operandi quando si tratta di affari. Che in questo caso si tratti di affari che hanno incuriosito la magistratura è solo un'aggravante. Soprattutto è avvilente (ma senza sorpresa) vedere ancora abbinate l'associazione mafiosa e la nostra terra. Il voto utile, sempre sbandierato per obbligare i trentini alla disciplina elettorale, si rivela per le sue nefaste conseguenze: voto utile sì ma solo per qualcuno, voto dannoso per tutti gli altri. Se il tempo è maturo per cambiare la politica e farla tornare servizio ai cittadini anziché gestione di interessi privati ce lo diranno gli elettori tra qualche mese. Noi siamo consapevoli e pronti".
Il Movimento 5 Stelle, nella persona dell'ex consigliere provinciale Alex Marini, sottolinea il problema strutturale della politica trentina e punta il dito anche contro la Giunta provinciale e la politica locale che "nonostante la gravità delle questione poste, le risposte sono state scarse, evasive o, troppo spesso, assenti". Il riferimento è al sopralluogo effettuato nel 2022 dalla Commissione Nazionale Antimafia in Trentino, che aveva messi in guardia su possibili infiltrazioni nella zona del Lago di Garda.
E poi l'ex portavoce in Trentino dei 5 Stelle aggiunge che "a rendere il quadro ancora più allarmante è la decisione di questa stessa maggioranza di nominare la sindaca Cristina Santi - oggi agli arresti domiciliari - nel consiglio di amministrazione di A22".
"Gli arresti di queste ore - scrive l'ex consigliere provinciale Alex Marini - confermano ancora una volta un problema strutturale che il Movimento 5 Stelle denuncia da anni: la mancanza di strumenti adeguati per prevenire la corruzione e contrastare la criminalità organizzata in Trentino Alto Adige sul piano politico. Per un intero mandato il M5S ha presentato interrogazioni puntuali e dettagliate, evidenziando l'elevato rischio di illeciti nel settore immobiliare e del ciclo del cemento, anche con particolare riferimento all'area dell'Alto Garda. Nel 2022, grazie alla disponibilità e al coraggio dell'allora presidente Nicola Morra, abbiamo chiesto e ottenuto un sopralluogo della Commissione Parlamentare Antimafia in Trentino, durante il quale è stato sollevato il rischio di possibili infiltrazioni sul lago di Garda. Nonostante la gravità delle questioni poste, le risposte da parte della Giunta provinciale e della politica locale sono state scarse, evasive o, troppo spesso, del tutto assenti. Le nostre proposte, volte a rafforzare i meccanismi di trasparenza e prevenzione, sono state respinte o ignorate. È evidente che la priorità di questa maggioranza sia stata quella di evitare che l’opinione pubblica fosse informata sui rischi concreti di infiltrazioni e illeciti, nonostante gli indizi fossero già allora ben visibili. A rendere il quadro ancora più allarmante è la decisione di questa stessa maggioranza di nominare la sindaca Cristina Santi - oggi agli arresti domiciliari - nel consiglio di amministrazione di A22. Una scelta che dimostra non solo scarsa attenzione ai principi di integrità, ma anche un sistema in cui le nomine sembrano finalizzate a consolidare interessi particolari anziché tutelare il bene comune. Come ex portavoce del Movimento 5 Stelle, continuerò a chiedere con forza un cambio di rotta: è necessario costruire strumenti efficaci di prevenzione e garantire che i cittadini siano informati e protetti da sistemi di potere opachi e corrotti".
A tarda serata, dopo una riunione "d'emergenza" nella sede centrale, anche il Partito Democratico ha affidato ad una nota ufficiale il proprio commento riguardo una vicenda che è solamente all'inizio ed è destinata ad entrare nella storia giudiziaria e politica del Trentino.
Il Pd è ovviamente coinvolto - dal punto di vista politico - visto che tra gli indagati figurano il sindaco di Arco Alessandro Betta, che aveva "sfidato" l'attuale segretario Dal Ri nelle elezioni provinciali nel 2023 ottenendo il 35% delle preferenze e l'ex assessore provinciale Luca Zeni.
Ebbene, dopo aver espresso preoccupazione per quanto sta accadendo, il Partito Democratico sottolinea come a Riva, tra i danneggiati, via sia anche il Partito Democratico "con i propri amministratori che sono stati sottoposti ad un'azione intimidatoria (...)", mentre riguardo la posizione dei propri amministratori viene ribadita "la nostra fiducia nel lavoro della Magistratura il principio di presunzione di innocenza fino a prova contraria", specificando poi che "qualora dovessero emergere responsabilità che contraddicono tali principi, non esiteremo a prendere i provvedimenti necessari per salvaguardare l’integrità del nostro operato".
"Il Partito Democratico del Trentino - si legge nella nota ufficiale - accoglie con profonda preoccupazione le notizie relative all'inchiesta che coinvolge anche l'Alto Garda, che ha portato a misure cautelari nei confronti di amministratori pubblici e imprenditori e vede coinvolti, a diverso titolo, nomi di rilievo politico e istituzionale. Le accuse di associazione a delinquere con aggravante del metodo mafioso, corruzione, finanziamento illecito ai partiti e altri reati contro la pubblica amministrazione dipingono un quadro gravissimo, che impone a tutti i soggetti coinvolti, compreso il nostro partito, la massima trasparenza e collaborazione con la Magistratura per fare piena luce sui fatti. Tra i danneggiati, a Riva, c’è anche il Partito Democratico e la sua azione politica, con i propri amministratori che sono stati sottoposti ad un’azione intimidatoria che ha visto coinvolto il sindaco Mosaner, vittima di azioni giudiziarie temerarie e di una campagna diffamatoria, da parte di alcuni dei soggetti sottoposti a misure cautelari. Per quanto riguarda il coinvolgimento di amministratori del Partito Democratico del Trentino, attuali o passati, ribadiamo la nostra fiducia nel lavoro della Magistratura e sottolineiamo il principio di presunzione di innocenza fino a prova contraria. Tuttavia, riteniamo indispensabile che chiariscano al più presto la propria posizione nelle sedi opportune, a tutela di loro stessi e dell’onorabilità del Partito. Il Partito Democratico del Trentino ha sempre posto al centro della sua azione politica i valori della legalità, della trasparenza e del rispetto delle istituzioni. Proprio per questo, qualora dovessero emergere responsabilità che contraddicono tali principi, non esiteremo a prendere i provvedimenti necessari per salvaguardare l’integrità del nostro operato e il rapporto di fiducia con i cittadini".