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Stop abbattimento Kj1, Fugatti: "Siamo stupiti", ma Rossi: "Bastava copiare il mio provvedimento su Kj2: l'ordinanza è scritta male e la decisione dei giudici è corretta"

Il presidente Fugatti e l'assessore Roberto Failoni sono intervenuti per commentare il pronunciamento del Tar in merito all’ordinanza di abbattimento di Kj1. Posizionate sul territorio 4 trappole a tubo. L'ex governatore Ugo Rossi: "L'identificazione genetica dell'esemplare è un requisito fondamentale per procedere con l'abbattimento"

Di Luca Andreazza - 20 luglio 2024 - 06:01

TRENTO. Stupore per Maurizio Fugatti dopo che il Tar di Trento ha sospeso il provvedimento che dispone l'abbattimento di Kj1, l'orsa con cuccioli "indiziata" di aver aggredito il turista francese nei boschi di Dro. Il presidente della Provincia è intervenuto per spiegare che è in corso un'analisi per valutare il da farsi. A parlare di un'ordinanza non proprio ineccepibile è invece l'ex governatore Ugo Rossi che evidenzia come l'identificazione genetica dell'esemplare sia fondamentale per procedere con le azioni previste dalle norme, direttiva Habitat e piano Pacobace.

 

"Siamo stupiti di questa decisione". Queste le parole del presidente della Provincia. "Nelle prossime ore valuteremo il da farsi - dice Fugatti - ma posso dire fin da subito che noi continueremo a lavorare con gli strumenti a nostra disposizione per garantire la sicurezza dei trentini, convinti che la vita di un uomo valga più di quella di ogni animale".

 

Il Tar, ancora una volta e come già avvenuto in passato, ha evidenziato che ci sono le procedure da seguire e che l'eventuale morte del plantigrado non è reversibile. In sostanza serve l'assoluta certezza sull'identificazione dell'esemplare. La sospensione è stata una decisione praticamente inevitabile. Ma in piazza Dante si resta stupiti. 

 

"Prendiamo atto e rispettiamo quanto stabilito ma c'è preoccupazione", prosegue Fugatti che cita l’articolo 52 dello Statuto di autonomia che attribuisce al presidente della Provincia "il ruolo di garante nella gestione degli orsi: concetto presente anche nella recente richiesta di archiviazione del procedimento per omicidio colposo che il pubblico ministero ha proposto in merito alla tragica aggressione di Caldes. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e io continuerò a farlo. Abbiamo davvero esplorato tutte le strade".

 

La Provincia "ha promosso con i ministeri dell’Ambiente e degli Esteri un’indagine con l'obiettivo di riscontrare la disponibilità dei paesi dell’est Europa: Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Nessuno si è dichiarato disponibile a voler accogliere i nostri orsi".

 

Dopo la morte di Andrea Papi, il presidente della Provincia aveva parlato della necessità di ritornare alle origini del progetto Life Ursus, una consistenza di una quarantina di esemplari. Un concetto ribadito anche dopo il semaforo rosso all'abbattimento dell'esemplare di Dro. Un concetto, però, che poggia il ragionamento su un'interpretazione non corretta del piano che ha sempre indicato quella quota 840-60 plantigradi) come il numero minimo vitale della popolazione mentre lo studio di Isrpa, quello che ha portato alla modifica di legge per inserire gli 8 esemplari che si potrebbero rimuovere (a determinate condizioni) riporta (con varie analisi e proiezioni) di un tetto massimo annuale per non compromettere la specie.

 

A ogni modo la Provincia approfondisce ora i prossimi passi. "I trentini sono delusi - continua Fugatti - ma vogliamo rassicurarli che continueremo a lavorare per garantire la sicurezza di chi vive nelle nostre valli. Per questo valuteremo con le nostre strutture già dalle prossime ore i prossimi passi. Non possiamo aspettare il 5 settembre e le decisioni della camera di consiglio mentre questo animale si trova in libertà. Crediamo che non ci sia una strategia diversa rispetto alla riduzione del numero dei plantigradi e agiamo di conseguenza, altrimenti la gente in montagna fa fatica a vivere e c'è il rischio che poi si arrangi".

 

Ma sui risultati dell'identificazione genetica non replica e si limita più volte a spiegare che "c'è la certezza che sia Kj1". Con il presidente Fugatti anche l’assessore competente Roberto Failoni il quale ha ricordato le azioni messe in campo a partire dalla scorsa legislatura, l’impegno in questi giorni per arrivare alla convivenza con i plantigradi.

 

"Rispettiamo le sentenze ma è doveroso rispettare anche le responsabilità in capo a ciascuno di noi", aggiunge Failoni. "Il nostro impegno è massimo: sono presenti sul territorio quattro trappole a tubo per la cattura degli orsi confidenti, abbiamo assunto 27 nuovi forestali che presidiano i boschi giorno e notte per tutelare la sicurezza dei trentini e dei nostri ospiti, ci stiamo confrontando costantemente con i territori interessati, con le amministrazioni e i portatori d'interesse, infine abbiamo posizionato dei nuovi cartelli che danno la possibilità a chi arriva di sapere con esattezza come comportarsi. Accanto a questo, però è necessario che le direttive Habitat e Pacobace siano modificate per dare la possibilità di intervenire rapidamente così come continueremo a richiedere di estendere l’utilizzo dello spray antiorso".

 

Resta, però, che l'ordinanza ha prestato il fianco alla sospensione. "Ci sono i presupposti per intervenire con forza e mi dispiace che sia arrivata questa decisione che però è corretta", commenta l'ex presidente della Provincia Ugo Rossi. "Ci sono 3 aspetti da considerare quanto si firma un provvedimento di questo tipo: monitorare e mettere in sicurezza l'area, identificare geneticamente l'esemplare responsabile dell'aggressione e, a seconda del pericolo e della zona, procedere a cattura o abbattimento".

 

Le carenze sono, in particolare, sul secondo punto. "Ci sono anche le responsabilità amministrative da rispettare in un'ordinanza e basterebbe copiare i provvedimenti dal passato perché ci sono già dei precedenti. Questa situazione è uguale al caso di Kj2: il dispositivo è rimasto in vigore due anni, nonostante le impugnative il via libera è sempre arrivato e ho superato anche un processo penale".

 

Il caso specifico è stato "pure citato nella premessa del dispositivo di Fugatti ma l'ordinanza non è stata scritta in modo da reggere ai ricorsi. Mi interrogo sulle ragioni di questa scelta. La decisione di abbattere Kj2 è arrivata dopo aver valutato la pericolosità dell'esemplare e perché non si riusciva a catturare. La zona di intervento era particolarmente impervia e avrebbe messo a rischio il personale incaricato delle operazioni. In quel momento si è deciso per l'uccisione. Si sarebbe già potuti intervenire, per esempio, con Jj4 dopo la prima aggressione in quanto c'erano i presupposti per procedere in questo senso. Le scelte però devono essere proporzionate e la sospensiva dei giudici è purtroppo corretta".

 

Un discorso che vale anche per gli eventuali 8 esemplari che possono essere annualmente rimossi. "Ci sono i criteri e gli strumenti da seguire per mantenere in sicurezza il territorio. L'opinione pubblica è attenta e una decisione di questo tipo apre un dibattito: per questo serve la massima scrupolosità. Ci sono i precedenti da copiare e invece si persevera nel presentare provvedimenti lacunosi", conclude Rossi.

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