Orsi, i sindaci trentini protestano: ''Impossibile chiudere i sentieri. Violeremmo il diritto di libera circolazione dei cittadini''. Ma non è così e Rossi lo aveva già fatto
Paride Gianmoena si è fatto portavoce di quei sindaci trentini che in questi anni non hanno mai battuto i pugni sul tavolo della Provincia per favorire la gestione del fenomeno ma che oggi tornano (perché è un già visto come buona parte del resto del teatrino estivo che si costruisce sempre identico a sé stesso su questa vicenda) a lamentarsi con i magistrati. Il Tar, infatti, nel suo ultimo decreto di sospensione dell'ennesima ordinanza mal prodotta da Fugatti ha suggerito quel che viene fatto ovunque (e pure in Trentino quando c'è un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per esempio con frane che incombono o altre situazioni di rischio): interdire l'area dove si muove l'orso 'pericoloso' in attesa della rimozione

TRENTO. Niente da fare, nel balletto degli ''scarica barile'' anche i sindaci, per bocca del loro rappresentante Paride Gianmoena si inseriscono a pieno titolo d'altronde sono tra i protagonisti attivi, anzi passivi, della situazione attuale. Da anni amministrano paesi e borghi che con gli orsi hanno a che fare ma per anni non hanno cercato di mettere alle strette l'amministrazione provinciale, battendo i pugni, chiedendo provvedimenti per la gestione del fenomeno e se a 25 anni dall'avvio del progetto Life Ursus i loro comuni non hanno ancora tutti i bidoni antiorso, non vedono incontri di formazione sul territorio costanti, hanno orsi che si aggirano di notte per le strade in cerca di spazzatura da magiare la colpa è, ovviamente, anche loro.
E oggi sbagliano ancora continuando a tenere il bordone a chi non ha fatto altro che scrivere ordinanze e decreti di abbattimento facilmente appellabili e dalla sospensiva scontata (come si fa a prevedere l'abbattimento di un orso se nemmeno si ha ancora la certezza che sia quello l'orso da abbattere: eppure Fugatti c'è riuscito e la prima ordinanza per uccidere Kj1, immediatamente sospesa, era stata costruita su queste basi senza avere ancora in mano le analisi genetiche per capire quale esemplare andasse rimosso), a chi in 6 anni di governo del territorio è stato capace solo di dimostrare di non essere in grado di affrontare il problema (diamo atto che negli ultimi mesi l'assessore Failoni qualcosa sta facendo, riprendendo il filo di provvedimenti della precedente Giunta Rossi, filo reciso completamente dalla precedente assessora competente in materia, Zanotelli).
Una lettera del consorzio dei comuni trentini, infatti, oggi si chiede come sia possibile che la magistratura blocchi ancora l'ordinanza del presidente Fugatti, la seconda, quella dove non è stata scritta la parola 'cattura' che da previsione legislativa viaggia in coppia con abbattimento. Ma il governatore del Trentino doveva mostrare di essere forte e duro e quindi ha deciso di scrivere solo la parola abbattimento. Risultato: bocciato anche questa volta. Perché cattura e abbattimento sono provvedimenti di fatto alternativi e rientrano nel concetto di ''rimozione'' che è quel che serve alla comunità: rimuovere il pericolo, ripristinare la sicurezza dell'area per i cittadini. Nel frattempo cosa si deve fare? Quello che aveva fatto Ugo Rossi nel 2017, con Kj2: chiudere la zona, in quel caso parte del Bondone. Anche questa è un'ovvietà che il Tar ha esplicitato nella sua decisione di sospendere l'ordinanza numero 2 di Fugatti: se c'è un pericolo per i cittadini finché non viene rimosso tale pericolo, i cittadini in quell'area non ci devono andare (cosa accade se c'è una frana che incombe o se un ponte è pericolante o chi più ne ha più ne metta: il sentiero viene interdetto).
Ma i sindaci non ci stanno nemmeno a fare questo. ''Non si può condividere nemmeno per un istante, e prima ancora si fatica a comprendere la concreta praticabilità dell’ipotesi di gestire la presenza di un orso problematico, interdicendo alla cittadinanza l’accesso a determinate aree del territorio. Ciò che i cittadini legittimamente chiedono alle Istituzioni - scrive Giamoena - è di salvaguardare e ripristinare la propria libertà di vivere il territorio, a fronte della minaccia arrecata dagli orsi problematici, e non certo, al contrario, di vedere preclusa la loro possibilità di frequentare, pur con le doverose attenzioni, la montagna o, più in generale, gli spazi aperti. A fronte del rischio rappresentato da un orso problematico, se può apparire ad alcuni non proporzionato intervenire con l’abbattimento, altrettanto sproporzionato risulta - a parere dei Sindaci – ipotizzare di limitare la libertà di movimento delle persone''. Eppure così accade ovunque ci siano degli orsi, a cominciare dal sempre citato Abruzzo (in quei casi le aree vengono interdette anche preventivamente se ci sono femmine con cuccioli in circolazione).
Non si tratta di limitare la libertà dei cittadini (tra l'altro per il tempo necessario alla 'rimozione' dell'esemplare pericoloso) ma di garantirne la sicurezza e questo dovrebbe essere un preciso compito dei primi cittadini (garanti dell'incolumità e non del diritto di andare su un sentiero piuttosto che su un altro). Ma la lettera dei sindaci trentini è chiara: ''Giacomo Redolfi - si legge - sindaco di Mezzana con delega ai Grandi Carnivori presso il Consiglio delle Autonomie locali, sostiene che l’ipotesi di interdire alle persone vaste aree del territorio, ancorché impossibile da realizzare non è e non sarà mai accettata dagli abitanti della montagna in quanto compressione ingiustificata delle loro libertà costituzionali. Uno stato democratico e civile non può consentire in nessun modo che la libertà dell’orso imprigioni le persone''. E così tra una bufala e l'altra (addirittura libertà costituzionali citate a sproposito visto che è lo stesso articolo 16 della Costituzione che prevede che ''ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza'' quindi non ci sarebbe nessun problema di carattere costituzionale qui a chiudere un sentiero per lasciarne aperti altri mille garantendo la sicurezza dei cittadini) si torna sempre nello stesso cul de sac.
Amministratori che amministrano seguendo la pancia dei loro amministrati incapaci di costruire ma capacissimi di lamentarsi. La realtà è questa: gli orsi ormai ci sono (giusto o sbagliato reintrodurli? Ai posteri l'ardua sentenza) e vivendo nel 2024 un nuovo sterminio come quello compiuto a cavallo tra '800 e '900 non è più possibile. O gli esseri umani del 2024 si comportano da esseri umani del 2024 (e le possibilità di gestione del fenomeno sono varie e con diversi gradi di alternative tecnologiche e scientifiche) oppure il conflitto sarà permanente e ogni estate assisteremo a questo squallido balletto con attori in commedia sempre più delineati che dicono e fanno sempre le stesse cose e i cittadini a piangere tragedie.