''Oggi tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis''. Caso Open, Renzi prosciolto e inchiesta dissolta: ''Anni da appestato. Volevano farmi fuori con una indagine farlocca''
L'intervento integrale dell'ex leader del Pd oggi alla guida di Italia Viva dove ringrazia moglie e figli per aver creduto in lui e ricorda questa triste vicenda strumentalizzata politicamente: ''Al Pm che mi ha accusato – Luca Turco, lo stesso che ha aggredito la mia famiglia – non ho niente da dire. Mi spiace solo che vada in pensione dopodomani senza pagare per le sue perquisizioni illegittime e per la sua indagine incostituzionale. Chi sbaglia paga vale per tanti italiani, non per lui''

ROMA. ''Oggi in tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace. Grazie a Francesco, Emanuele e Ester per non aver mai dubitato del loro babbo''. E' finita in una bolla di sapone l'inchiesta per finanziamento illecito ai partiti di cui era accusato in primis Matteo Renzi tramite la sua fondazione Open. Tutti prosciolti dall'ex presidente del consiglio e leader del Pd, oggi numero uno di Italia Viva, a Maria Elena Boschi e tutti gli altri 9 indagati tra cui l'ex ministro Luca Lotti, l'imprenditore Marco Carrai e l'avvocato Alberto Bianchi.
Renzi, Boschi e Carrai erano imputati del solo reato di finanziamento illecito ai partiti. Tra le altre ipotesi di reato contestate dalla procura a vario titolo, ricostruisce l'Ansa, anche il traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Per l'accusa Open - il cui presidente era Bianchi e il cda comprendeva Boschi, Lotti e Carrai -, avrebbe agito come una vera e propria articolazione di partito, e in particolare della corrente del Pd legata a Matteo Renzi. Circa 3,5 milioni di euro i soldi che per la procura, sarebbero arrivati nelle casse dell'ente dal 2014 al 2018 in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Accuse contestate da Renzi che ha ingaggiato una battaglia anche a colpi di denunce contro i pm dell'inchiesta.
Accuse cadute tutte come spesso accade in inchieste di questo tipo che hanno tanto clamore mediatico. Renzi ha affidato alla sua newsletter una lunga ma centrata riflessione dove ricorda come questa vicenda sia stata strumentalizzata in maniera enorme anche dall'attuale presidente del consiglio Meloni, da certa stampa giustizialista e che sia stata usata come una clava per fare politica causando macerie e distruzione. ''Ho quasi cinquant’anni - scrive su Facebook -. Gli ultimi cinque li ho vissuti da “appestato” per l’incredibile inchiesta Open. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d’Italia e dai Cinque Stelle. Dopo anni di sofferenza oggi arriva la notizia: Prosciolto. Al Pm che mi ha accusato – Luca Turco, lo stesso che ha aggredito la mia famiglia – non ho niente da dire. Mi spiace solo che vada in pensione dopodomani senza pagare per le sue perquisizioni illegittime e per la sua indagine incostituzionale. Chi sbaglia paga vale per tanti italiani, non per lui''.
Quindi il ringraziamento a moglie e figli, in primis: ''Grazie ad Agnese per essere stata una roccia e non era facile. Grazie a Francesco, Emanuele e Ester per non aver mai dubitato del loro babbo. Grazie a tutti gli avvocati della difesa, a cominciare da Gian Domenico Caiazza, Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini, ai miei amici, ai miei colleghi, ai miei collaboratori per tutto. Volevano farmi fuori con una indagine farlocca. Non ce l’hanno fatta. Ripartiamo insieme.
Ma non dimentichiamo che ci sono tanti cittadini innocenti che non possono difendersi. Continueremo a fare politica anche per loro. Con il sorriso e senza vendette. Ma con la certezza che oggi ha perso il giustizialismo e ha vinto la giustizia. E chi mi aggredisce con indagini, norme, campagne ad personam non mi fa paura. Anzi, mi rende più forte''.
Questo l'intervento integrale pubblicato sulla newsletter
PROSCIOLTO!
Dopo sei anni di indagini surreali e illegittime, dopo cinque anni di gogna mediatica a reti unificate, dopo quattro anni di perquisizioni incostituzionali, di pubblicazioni illegali, di ripetute violazioni dei nostri diritti fondamentali, dopo quasi tre anni di udienza preliminare, oggi – 19 dicembre 2024 – sono stato prosciolto dalla vergognosa e infamante accusa di finanziamento illecito alla politica. |
Ed è questo che qualcuno non voleva accettare. Che un gruppo di giovani sognatori volesse cambiare l’Italia. E lo facesse studiando, proponendo, riflettendo. L’indagine ha cercato di fare terra bruciata intorno a me, ai miei amici, ai finanziatori. Il messaggio per tutti quelli che si esponevano a mio favore: se stai con lui ti indago. O al massimo ti perquisisco alle sette del mattino. L’indagine è stata condotta da un PM che è lo stesso PM – sempre lui – che ha fatto arrestare i miei genitori per un reato per il quale sono stati assolti, che ha tenuto sotto processo mio cognato per otto anni con l’accusa di riciclaggio internazionale dalla quale è stato assolto perché il fatto non sussiste, che ha indagato mia sorella che è stata assolta. E che ha indagato me per le conferenze all’estero salvo poi essere costretto dopo ventun mesi di serrate indagini a riconoscere che avevo ragione io e dunque ad archiviarmi. Un PM che ha mandato centinaia di finanzieri a perquisire cittadini innocenti con quella che la Cassazione ha chiamato “un inutile sacrificio di diritti”. Un PM che è stato smentito cinque volte dalla Corte di Cassazione e una volta anche dalla Corte Costituzionale. Un PM, Luca Turco, che dopodomani andrà in pensione. Senza pagare nemmeno un centesimo per il dolore che ha provocato a me e alla mia famiglia. Oggi è un giorno di festa per me, per i colleghi, per gli amici, per tutta la squadra. E soprattutto per la mia comunità politica: Italia Viva è nata un mese prima delle perquisizioni. Chi ha scelto di stare con me vive da cinque anni con il fardello delle indagini giudiziarie e del giustizialismo. Chi ci vuole bene ha sofferto per il clima intorno a noi. E forse anche i sondaggi sarebbero andati diversamente se non avessero inventato questa indagine incredibile. Ma in ogni caso abbiamo fatto molte cose di livello. E il meglio deve ancora venire. Voglio che il primo pensiero sia per la mia famiglia. Per i miei figli, che ringrazio dal profondo del cuore per non aver mai avuto un dubbio sull’onestà del loro babbo. Per Agnese che è stata una roccia per me e per i ragazzi. E ha sopportato tutto anche vedermi alle cinque del mattino accendere la luce della cucina per studiare le novantaquattromila pagine di una inchiesta farlocca ma costata al contribuente oltre un milione di euro di soldi pubblici solo per farmi fuori dalla politica. Più andavo avanti con la lettura degli atti, delle carte, più mi sembrava di vivere in un incubo. La mia famiglia c’è sempre stata. Non era facile, non era scontato: grazie. Voglio ringraziare ovviamente tutto lo straordinario team di avvocati a cominciare dal maestro Gian Domenico Caiazza e da Federico Bagattini, ma anche gli avvocati di tutti gli altri. Non li posso citare tutti ma sono nella mia mente e nel mio cuore. Francesco Bonifazi e Lorenzo Pellegrini non sono stati solo avvocati, ma molto di più: anche a loro il mio affetto oltre alla conferma dell’impegno – moralmente inderogabile – di una serata etilica di qualità. Naturalmente senza guidare al rientro. In un mondo normale oggi Giorgia Meloni mi chiederebbe scusa per come ha cavalcato in modo vergognoso l’aggressione giudiziaria nei confronti miei e della mia famiglia. Non lo farà. Perché la sua cultura giustizialista con gli avversari e garantista con gli amici non cambia e non cambierà mai. Oggi vorrei ricevere le scuse del Movimento Cinque Stelle, della parte giustizialista del PD, dei commentatori che hanno parlato di Open e della Leopolda senza sapere nulla di noi. Non arriveranno. Peccato, per loro. Al popolo delle ENEWS dico grazie. Senza di voi non sarei mai riuscito a sopportare il fango. E so che quello che ho vissuto io l’avete vissuto anche voi. Perché il fango lo hanno gettato anche contro chi mi difendeva. Siete stati straordinari, voi più di me. Vi voglio bene, davvero. |