Lunghe attese al pronto soccorso, Demagri: "L'ospedale di Cles in sofferenza, invece di pensare solo al punto nascita si trovino soluzioni: il servizio rischia di collassare"
La consigliera provinciale di Casa Autonomia, Paola Demagri: "A Cles ci sono grandi difficoltà logistiche, promiscuità della sala d'attesa e di tutte le zone che compongono il servizio di pronto soccorso per prime: avrebbero incontrato pazienti che da ore attendono un posto letto, il completamento delle cure, degli esami o una dimissione con diagnosi"

TRENTO. Una lunga attesa nei pronto soccorso trentini, decine le persone che attendono il proprio turno e tra i punti più in sofferenza sembra esserci quello di Cles. I problemi sono sempre gli stessi, spazi ristretti e una carenza ormai strutturale del personale che si unisce al forte afflusso turistico. E così non resta che armarsi di pazienza.
"A Cles ci sono grandi difficoltà logistiche - commenta Paola Demagri, consigliera provinciale di Casa Autonomia - promiscuità della sala d'attesa e di tutte le zone che compongono il servizio di pronto soccorso per prime: avrebbero incontrato pazienti che da ore attendono un posto letto, il completamento delle cure, degli esami o una dimissione con diagnosi. A differenza di altri ospedali di valle non esiste la stagionalità perché in ogni periodo dell'anno il pronto soccorso versa nelle stesse condizioni.
Carenza di personale medico, carenza di ambulatori e di locali dedicati a visite specialistiche, questi quali per esempio quelle ortopediche. La sala d'aspetto si prolunga fino all'ingresso dell'ospedale dove gli utenti sono fuori controllo dalla supervisione del personale.
"Negli scorsi giorni il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, è stato all'ospedale di Cles per parlare di un solo argomento: il punto nascita", dice Demagri. "Questo lascia supporre che i pensieri e programmi politici provinciali ruotino esclusivamente attorno a un solo obiettivo, anche obsoleto vorrei dire, e non orientati a un ragionamento complessivo sulle funzioni e sul futuro dell'ospedale di valle. Non ci sono all'orizzonte soluzioni alla gestione della salute dei cittadini".
Un centro, quello di Cles, sul quale confluiscono anche i residenti della piana Rotaliana. "L'accorpamento con l'ospedale San Giovanni di Mezzolombardo ha comportato una modifica degli accessi ma senza che ci fossero delle adeguate contromisure sugli spazi e sul personale. Serve una programmazione perché nulla compenseranno le decisioni politiche di tenere un punto nascita così com'è oggi, in perdita sotto tutti i punti di vista con sempre più coppie che decidono di partorire altrove e personale che continua a lavorare in queste condizioni".
Ma il discorso è più generale, le stagioni turistiche più lunghe e l'afflusso turistico sono ormai fattori da tenere presente nella pianificazione dell'organizzazione che deve considerare diversi aspetti.
"Ci si vanta di buoni risultati, anche sul fronte del turismo ma poi c'è una riduzione nei servizi pubblici alla popolazione e agli ospiti. Basta pensare che ormai non ci sono più le guardie turistiche. Ci sono tante partita aperte e poche risposte della Provincia", conclude Demagri.