Il boomerang di Fratelli d'Italia: "Poplar, manca sicurezza". Ma la vicenda diventa subito politica: "Si faccia alla Music Arena", definita da Merler "un miracolo della Pat"
Durissima la replica della vice sindaca Bozzarelli: "Se da un lato i cittadini vedono un festival che per l'80% si autosostiene, che coinvolge artisti internazionali e fa sold out tutte le sere, che si regge sull'impegno di centinaia di volontari, e dall'altro vedono una spianata realizzata e mantenuta con soldi pubblici, desolatamente vuota nel 99% dei suoi giorni, che sta causando un buco milionario che dovrà essere coperto ancora con risorse pubbliche, sono certa che sappiano benissimo da che parte sta la buona politica e dove sta quella inefficiente e senza visione"

TRENTO. Mentre i vertici dei partiti che compongono la maggioranza in consiglio provinciale non riescono a cavare il cosiddetto "ragno dal buco" e il nome del candidato a sindaco di Trento del centro destra è ancora contrassegnato da una gigantesca "X", a meno di otto mesi dalle elezioni, i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia s'impegnano nell'opposizione.
Con risultati - però - quantomeno confusionari e, alla fine, la conferenza stampa organizzata dal gruppo consiliare del partito di Giorgia Meloni, che aveva come obiettivo quello di mettere in risalto le presunte carenze a livello di sicurezza di "Poplar", il festival musicale che prende il via quest'oggi - giovedì 12 settembre - sul Doss Trento, ha preso una piega quasi esclusivamente politica.
A tal punto che "Poplar" è stato definito il "rave del Pd" o "il Festival dello sballo" o ancora la "Woodstock trentina" con i consiglieri Merler, Urbani e Demattè che hanno fatto un grandioso "potpourri", sollevando questioni che hanno poco o nulla a che vedere con il tema - fondamentale - della sicurezza.
Tempistica a parte (che senso ha convocare una conferenza stampa poche ore prima dell'inizio dell'evento?), la "frittata" è stata completata quando hanno lanciato la proposta di spostare "Poplar" alla Music Arena, sperando forse di fare "cosa gradita" alla Giunta Provinciale, che con i guai legati all'area San Vincenzo deve farci i conti (in tutti i sensi) ogni giorno.
Un tentativo maldestro di cogliere "due piccioni con una fava" che ha avuto l'effetto boomerang perché, a quel punto, il paragone - per tutti - è scattato immediatamente: la Music Arena è un "pozzo senza fondo", desolatamente vuoto per il 90% dei giorni (ad essere buoni) dell'anno, mentre il "Poplar" festival ha sempre fatto registrare il "sold out" in ogni serata, richiamando persone da tutta Italia e attraendo anche artisti di fama internazionale.
La domanda è: "a che pro" lanciare una simile proposta scatenando, così, un raffronto che risulta impietoso? Difetto di comunicazione o indole "tafazziana"?
Forse perché il consigliere comunale Andrea Merler, già candidato sindaco con il centro destra nel 2020, è un grande sostenitore della Music Arena, da lui definita addirittura "un miracolo realizzato dalla Provincia Autonoma di Trento".
"La Trentino Music Arena è stata un miracolo realizzato dalla Provincia Autonoma di Trento - scrive il consigliere comunale di Fratelli d'Italia -, rispetto a una discarica di inerti che ci aveva lasciato in eredità il centro sinistra di Ugo Rossi, pagata, peraltro, 30 milioni di euro. Abbiamo ridato un territorio completamente bonificato ai trentini, dove vedranno la luce anche più impianti sportivi. Ogni intervento ha dei costi, ma il divertimento e la cultura sono un diritto. Non possiamo giudicare un servizio pubblico solo dal suo ritorno economico, altrimenti, con lo stesso ragionamento, dovremmo sospendere il trasporto pubblico e le piscine, il cui prezzo del biglietto copre al massimo quarto del costo.
Diverso è il tema della sua gestione ordinaria, rispetto alla quale sicuramente occorre un cambio di passo e la capacità di attrarre concerti ancora più significativi".

La replica del Pd non si è fatta attendere. La vice sindaca Elisabetta Bozzarelli ha affidato ai social il proprio pensiero. "Hanno voluto dare una dimensione politica ad un evento che di politico non ha nulla. E che è finanziato anche dalla Provincia, se vogliamo dirla tutta. Alla fine ruota tutto alla volontà di rilanciare la Music Arena" commenta in aggiunta a quanto scritto sui propri canali.
"In politica i numeri contano - scrive la vice sindaca -. E non nel senso che ha ragione chi la spara più grossa. Al contrario, come in ogni altra attività umana, ha ragione chi fa dichiarazioni verificabili. L'uscita del centrodestra cittadino rientra nella prima categoria: spararla grossa e sperare di fare più rumore possibile. Purtroppo per loro - rimanendo nel campo musicale - non è aumentando i decibel della retorica politica che passeranno dalla parte della ragione. I cittadini trentini non sono degli sciocchi. Se da un lato vedono un festival che per l'80% si autosostiene, che coinvolge artisti internazionali e fa sold out tutte le sere, che si regge sull'impegno di centinaia di volontari, e dall'altro vedono una spianata realizzata e mantenuta con soldi pubblici, desolatamente vuota nel 99% dei suoi giorni, che sta causando un buco milionario che dovrà essere coperto ancora con risorse pubbliche, gestito con logiche privatistiche ma con finanziamenti provinciali (all’insegna del purtroppo attualissimo slogan “privatizzare gli utili, socializzare le perdite”), sono certa che sappiano benissimo da che parte sta la buona politica e dove sta quella inefficiente e senza visione".

E riguardo la sicurezza, alla fine? Gli organizzatori rassicurano tutti e invitano, chi avesse dubbi in merito, a farsi un giro sul Doss Trento per verificare di persona come ogni aspetto sia curato nei dettagli e nulla sia lasciato al caso. "Come avviene da otto anni a questa parte".