Ice Rink Piné, anche Maestri (Pd) e Stanchina (Campobase) interrogano la Pat dopo l’inchiesta de Il Dolomiti: “Confusione disarmante: si faccia chiarezza”
Dopo quella di Malfer (Campobase) in consiglio provinciale arrivano anche le interrogazioni della consigliera Lucia Maestri del Partito Democratico e di Roberto Stanchina (Campobase): “Dalla giunta provinciale nessuna presa di posizione istituzionale, nessuna assunzione di responsabilità, nessuna ipotesi alternativa per le società sportive”

TRENTO. Continua ad innescare reazioni politiche l’ampia inchiesta de Il Dolomiti sulla situazione dell’Ice Rink Piné (QUI L’ARTICOLO): dopo quella presentata da Michele Malfer (Campobase), hanno presentato un’interrogazione in consiglio provinciale anche Lucia Maestri (Pd) e Roberto Stanchina (Campobase).
Alla giunta provinciale anche in questo caso si chiedono risposte sull’orizzonte dei lavori alla struttura, punto di riferimento degli sport del ghiaccio del territorio e non solo, e quali iniziative si metteranno in campo per salvaguardare la stagione delle società sportive che hanno “casa” all’Ice Rink. In più viene messo l’accento un’altra questione spinosa, e cioè si chiede quali siano i motivi per cui la gara di aggiudicazione del lotto 1 dei lavori sia andata deserta.
Stanchina invece partendo dalla situazione complessa della struttura pinaitra ha “allargato” lo sguardo agli altri palaghiaccio della provincia (Pergine e Trento in particolare) e chiedendo – oltre a uno “stato dell’arte” degli sport del ghiaccio – anche una riflessione sulla creazione in Trentino di un polo di eccellenza nazionale di queste discipline.
“Improvvisati e improvvisatori”, ha esordito Maestri riferendosi alla giunta provinciale. “La ditta che doveva seguire i lavori – Simico s.p.a. - non offre risposte certe su tempi e modi della realizzazione dei citati lavori di rinnovo degli impianti e così sembra agire anche la Provincia, in una confusione totale e disarmante. Nessuna reazione, nessuna presa di posizione istituzionale, nessuna assunzione di responsabilità e, soprattutto, nessuna ipotesi alternativa è stata messa fino ad ora in campo dalla Provincia e dall’Amministrazione comunale di Baselga di Pinè, lasciando la navigazione in completa balia delle onde”.