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Classi miste a scuola, l'ex assessore Luigi Panizza: “Sono una palestra di allenamento per collaborare e convivere in una società ormai sempre più multietnica”

Dopo il caso di una classe di soli migranti e italiani in una scuola di Bolzano, interviene l'ex assessore Luigi Panizza: “Le classi miste sono una palestra di allenamento per collaborare e convivere in una società ormai sempre più multietnica”

Pubblicato il - 31 agosto 2024 - 19:05

TRENTO. La scuola è in primis educazione che valorizza e nobilita l'istruzione. “L’educazione aiuta gli utenti della scuola a convivere con i 'diversi' per conoscersi e capirsi meglio e questo vale molto di più di un apprendimento più veloce”. Oggi “Le classi miste sono una palestra di allenamento preparatorio per collaborare e convivere in una società ormai sempre più multietnica”. Le parole sono contenute in una lettera che Luigi Panizza, ex assessore provinciale all’Istruzione e componente “Casa Autonomia E.U.” ha deciso di scrivere a il Dolomiti dopo il caso avvenuto a Bolzano e l'intervento del consigliere provinciale di Bolzano Wirth Anderlan. 

 

La vicenda è quella che riguarda la decisione della preside della scuola elementare di Bolzano di lingua tedesca Goethe di introdurre per la prima volta una prima classe formata esclusivamente da bambini “non tedeschi”, ovvero italiani e migranti e l’obiettivo sarebbe quello di evitare che i ragazzi di madrelingua tedesca abbiano dei rallentamenti nel percorso di apprendimento a causa della non conoscenza della lingua tedesca.

Una scelta che ha fatto scattare moltissime polemiche ma, però, ha visto il sostegno del consigliere Andernal (QUI L'ARTICOLO) che si è espresso a favore "Delle separazioni a scuola in base ai gruppi etcnici".

 

QUI L'INTERVENTO COMPLETO DI LUIGI PANIZZA
 

Ieri 30 agosto ho letto sul vostro notiziario quanto afferma il Consigliere provinciale di Bolzano Wirth Anderlan in merito alla decisione della preside della scuola elementare di Bolzano di lingua tedesca Goethe di introdurre per la prima volta una prima classe formata esclusivamente da bambini “non tedeschi”, ovvero italiani e migranti e l’obiettivo sarebbe quello di evitare che i ragazzi di madrelingua tedesca abbiano dei rallentamenti nel percorso di apprendimento a causa della non conoscenza della lingua tedesca.

 

Il consigliere Anderlan dichiara di appoggiare questa decisione della preside affermando che da anni le nostre classi scolastiche hanno subìto un eccessivo influsso da stranieri a scapito di bambini locali che stanno diventando sempre più minoranza nelle nostre scuole e soffrono di un calo dei livelli di istruzione. In merito alle suddette affermazioni, per la mia esperienza di uomo di scuola (insegnante e preside), vorrei precisare che la scuola ha come fine primario la formazione della persona attraverso l’educazione e mediante l’istruzione.

 

In Francia, a conferma di quanto vado dicendo, ricordo che il Ministero della scuola si chiama Ministero dell’Educazione e non dell’Istruzione. Questo significa che comunque non ci può essere istruzione senza educazione, tutte e due sono essenziali nella scuola. Non ci può essere l’una senza l’altra. Ma quella che poi dà valore nella vita è l’educazione che insegna a fare buon uso di quello che si è appreso. L’educazione valorizza e nobilita l’ istruzione. L’educazione aiuta gli utenti della scuola a convivere con i “diversi”per conoscersi e capirsi meglio e questo vale molto di più di un apprendimento più veloce. Chi è più veloce nell’apprendimento deve adeguarsi a chi è più lento come in una cordata i più forti si adeguano ai più deboli per arrivare tutti assieme alla stessa meta.

 

Nella scala dei valori le conoscenze culturali valgono molto meno dei rapporti umani. Le conoscenze culturali non sono di per sé né buone né cattive, ma se non sono accompagnate da una sana e buona educazione e formazione possono essere molto pericolose e dannose. Ci sono coloro che utilizzano il sapere per costruire, ma ci sono anche quelli che lo utilizzano per distruggere, chi per il bene e chi per il male. E’ l’educazione che ne fa la differenza. Inoltre le classi miste sono una palestra di allenamento preparatorio per collaborare e convivere in una società ormai sempre più multietnica.                                                                                                           

 

Anderlan continua affermando che le classi straniere o le scuole miste portano inevitabilmente alla fine dell’istruzione indipendente per i bambini locali e che così distruggiamo le basi della nostra Autonomia. Innanzitutto voglio ricordare che l’Autonomia non è un fine, ma è solo uno strumento, un mezzo da utilizzare al meglio per affrontare e risolvere i problemi nel miglior interesse del popolo che si rappresenta e nel nostro caso per una scuola più aperta, più socievole, più umana, più ricca di contributi a beneficio di tutti gli utenti che la frequentano. La scuola multietnica è una ricchezza formativa. E se gli immigrati aumentano a maggior ragione ci vogliono le scuole miste se non vogliamo fare come lo struzzo che di fronte alle difficoltà nasconde la testa nella sabbia.

 

L’aumento degli immigrati è un motivo maggiore per impegnarsi nell’integrazione. Il Consigliere provinciale conclude dicendo che bisogna interrompere la migrazione e avviare i rimpatri. Questa affermazione di chiusura verso i bisognosi è veramente tanto tanto triste. Per fortuna è irrealizzabile sia per motivi burocratici che soprattutto pratici. Chi voleva tentare ha dovuto poi rinunciare. E questa sarebbe la risposta verso un popolo tanto sfruttato in passato ed anche tutt’ora? Questi bambini, tesori umani incalcolabili, meritano proprio questo trattamento discriminatorio da noi benestanti? Lo vado ripetendo da sempre: che merito abbiamo noi per essere nati nel benessere e che colpa ne hanno loro per essere nati nella miseria? Dovremmo essere contenti di essere nelle condizioni di poterli aiutare e dare anche a loro un futuro sereno con un lavoro che li permetta di guadagnarsi il pane quotidiano. Pensiamo piuttosto a come accogliere bene i migranti e non a respingerli. Ed a tale proposito è ormai sulla bocca di tutti quanto ha detto il Papa mercoledì 28 agosto nell’udienza generale in Piazza S. Pietro: ” c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”. Questa affermazione si commenta da sé.

Luigi Panizza ex assessore provinciale all’Istruzione e componente “Casa Autonomia E.U.” 

  

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