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Approvata la legge sui mandati dei sindaci: la Lega tenta "l'emendamento" last minute e la maggioranza si spacca con Fratelli d'Italia che vota "no". Ancora tensione nel Patt

La conclusione è in linea con quanto previsto nelle altre regioni: limite dei due mandati per i primi cittadini dei comuni sopra i 15mila abitanti, limite dei tre mandati per i comuni dai 5mila ai 15mila abitanti, rielezione senza limiti nei comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti, ma prima la maggioranza si era completamente divisa

Di D.L. - 14 novembre 2024 - 19:45

TRENTO. Le novità sono tante, arrivate tutte nel corso della notte da piazza Dante.

 

La modifica alla legge regionale sul "Codice degli Enti Locali", proposta dalla Svp, che regola il numero dei mandati dei sindaci in regione è stata approvata in Consiglio Regionale e, dunque, il Trentino Alto Adige è equiparato a tutto il resto d'Italia, a prova di ricorsi, contro ricorsi, polemiche e figuracce.

 

Dunque si è arrivati ad una conclusione, in linea con quanto previsto nelle altre regioni: limite dei due mandati per i primi cittadini dei comuni sopra i 15mila abitanti, limite dei tre mandati per i comuni dai 5mila ai 15mila abitanti, rielezione senza limiti nei comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti.

 

Il risultato finale dice 29 voti a favore (Lega, Svp, Fratelli d'Italia, Patt, etc...), 23 contrari (la minoranza), 12 astenuti, 3 non partecipanti al voto e 2 assenti.

 

Tutto "facile" e lineare dopo l'ultima votazione avvenuta poco prima della mezzanotte di mercoledì? No, per nulla, visto che la maggioranza un paio di ore prima si era "spaccata" in maniera evidente, sia in Trentino che in Alto Adige.

 

Sì, perché nelle intenzioni della maggioranza in Consiglio Regionale c'era l'approvazione delle modifiche in maniera compatta e convinta, ma la Lega ha tentato un emendamento "last minute" con l'obiettivo di introdurre il terzo mandato anche nei comuni sopra i 15mila abitanti, non tanto per un interesse diretto riguardo i "maggiori" centri abitanti della Provincia, quanto per "aprire" la strada - in futuro - a tale possibilità anche in ambito provinciale, con "vista" ovviamente, sulle elezioni 2028, per permettere al Governatore Fugatti di correre per la terza volta.

 

Niente da fare, perché Fratelli d'Italia, in perfetta coerenza con quanto sempre affermato nei mesi scorsi, ha detto "no", con i 4 consiglieri trentini (la vice presidente Gerosa, Daldoss, Girardi, Biada) e 2 i altoatesini (Scarafoni e Galateo) che hanno votato contro l'emendamento.

 

E non solo loro, perché la maggioranza in Consiglio Regionale ha "perso" anche i voti degli assessori trentini Mario Tonina (Patt), che si espresso contrariamente e Mattia Gottardi (La Civica) che ha deciso di astenersi al pari dei consiglieri trentini Vanessa Masè (La Civica) e Walter Kaswalder (Patt), mentre tra gli altoatesini il vice presidente del consiglio provinciale di Bolzano Angelo Gennaccaro ha detto "no" e la consigliera Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha scelto l'astensione, così come il "padrone di casa" nel caso specifico, l'assessore regionale agli enti locali, Franz Locher.

 

L'emendamento è stato dunque bocciato con 36 voti contrari e solamente 26 a favore con la maggioranza che è andata clamorosamente "sotto".

 

Nel pomeriggio la capogruppo trentina Stefania Segnana aveva raccolto le 10 firme necessarie per presenta la sua presentazione, senza però avere i numeri poi per farlo approvare e rimediando, dunque, una "figuraccia". Il tentativo di "colpo di mano" finale non ha sortito l'effetto sperato dalla Lega e dalla Svp che si sono ritrovate "abbandonate" da gran parte degli alleati.

 

Il Patt continua nel proprio "caos" interno e, in chiaro dissenso con l'indicazione fornita dal segretario politico Simone Marchiori, i tre consiglieri hanno scelto di sparigliare le carte con un voto a favore (Bosin), un astenuto (Kaswalder) e uno contrario (Tonina), lanciando così un ulteriore messaggio all'assessore "tecnico" (e quindi non votante) in vista del prossimo congresso.

 

Al termine della lunghissima giornata non sono mancante le critiche, con il Partito Democratico che ha parlato di "Fugatti contro Kompatscher" e criticando aspramente il mancato dibattito sull'argomento e un'applicazione per nulla "tarata" su quelle che sono le esigenze regionali.

 

"Paradossalmente Fugatti e parte della sua maggioranza - affermano i consiglieri Manica e De Bertolini -, hanno aperto una vera e propria guerra al loro stesso DDL, per portare a tre i mandati nei comuni sopra i 15mila abitanti. Probabilmente per creare un precedente per sostenere in un secondo momento la richiesta del terzo mandato anche per il Presidente della Giunta provinciale. In parole povere, aprire la strada all'ipotesi Fugatti ter. Insomma, la maggioranza che smentisce se stessa, ovvero l'ennesima conferma di una compagine regionale che esiste solo sulla carta ma non esiste nella pratica. Una convivenza puramente spartitoria che si regge quotidianamente su equilibrismi, sceneggiate e brutte figure come quella di ieri. Come Partito Democratico del Trentino avremmo gradito un dibattito e un’applicazione della norma nazionale maggiormente in linea con le caratteristiche della nostra Regione. L’idea quindi che la nostra Regione autonoma abbia dovuto accettare, in questo frangente, una norma nazionale, non ci trova completamente concordi. Non ci piace soprattutto il venir meno dei vincoli di mandato nei comuni sotto i 5000 abitanti. Quello che sopra tutto ci lascia sbigottiti è l’irresponsabilità insita nel comportamento di buona parte della maggioranza che ieri non è stata nemmeno in grado di presentarsi coesa sulle proprie norme".

 

Di "norma che ha portato all'approvazione della norma che recepisce la legge nazionale e svilisce l'Autonomia" parla, invece, Campobase.

 

“Abbiamo votato contro al disegno di legge sui mandati in Consiglio regionale - analizzano la capogruppo Maule e i consiglieri Malfer, Stanchina e Valduga -. Per noi era fondamentale riaffermare la nostra competenza autonoma e primaria sul tema. Se la scelta fosse stata quella della deroga, sarebbe stato necessario attivarsi per tempo per garantire una risposta ministeriale nei tempi adeguati alla discussione in aula. Eravamo favorevoli al terzo mandato per i Sindaci dei Comuni con più di 15000 abitanti, ma avremmo voluto che vi fosse anche una discussione per i Comuni con meno di 5000 abitanti, dove riteniamo giusto vi sia un limite. Ci avevano detto che avrebbero mantenuto la legge in essere, con la deroga in attesa dell’approvazione da parte ministeriale della norma di attuazione, ma evidentemente non c’è questa garanzia e la maggioranza sudtirolese si è imposta su quella trentina”.

 

Critiche al centro sinistra arrivano, invece, dal consigliere di Onda, Filippo Degasperi, che afferma addirittura che Verdi e Pd sono andati in soccorso di Fugatti riguardo alla mancata approvazione della proposta di eliminare il limite dei mandati dei comuni con meno di 5mila abitanti.

 

"Quando Lega, Fdi, Patt e Svp litigano tra di loro - scrive Degasperi sui propri canali ufficiali -, come sempre per questioni di poltrone... chi arriva in loro aiuto? Il Consiglio Regionale affrontava la proposta di eliminare il limite dei mandati per i sindaci dei comuni sotto i 5mila abitanti. Il tema era ovviamente scottante visto che il rischio è quello di trovarci con sindaci a vita. Le spaccature nella maggioranza erano evidenti, quindi per l'opposizione ci sarebbe stata la possibilità di smascherare una coalizione che di fatto non esiste ed evitare l'approvazione di una norma pericolosa. Invece ecco di fronte alla maggioranza arrivano in suo aiuto 4 consiglieri dei Verdi e tre del PD. Se in Regione esiste ancora il centrodestra autonomista e non esiste più il limite dei mandati per i comuni sotto i 5mila abitanti possiamo ringraziare la finta opposizione di Verdi e di parte del PD, quello che in campagna elettorale tanti definiscono “il voto utile” (utile a far danni). È finita con 29 sì contro 23 no... Se i 7 fieri oppositori di Verdi e PD avessero rispettato il volere dei propri elettori (che di certo non credo fosse quello di aiutare Fugatti) sarebbe finita 29 a 30 con legge bocciata e centrodestra affossato".

 

Soddisfatto, invece, l'assessore agli Enti Locali, Franz Locher, che plaude all'approvazione della norma.

 

"Con questa modifica - commenta Locher - vogliamo garantire che le amministrazioni comunali, in particolare nei comuni sopra i 15mila abitanti, possano operare entro un quadro giuridico chiaro e sicuro. Pur la consapevolezza dei limiti posti alla nostra autonomia legislativa in questo ambito, abbiamo scelto di procedere in tal senso per dare certezze ai nostri enti locali. L'obiettivo di questo intervento è di evitare qualsiasi incertezza giuridica e di tutelare il diritto di rappresentanza democratica nelle nostre comunità, salvaguardando al contempo l'autonomia speciale della nostra Regione".

 

Chi mastica, ovviamente, amarissimo sono Alessandro Betta e Roberto Oss Emer, primi cittadini rispettivamente di Arco e Pergine Valsugana che, alla luce della decisione del Consiglio Regionale, non potranno ricandidare sicuramente a maggio, avendo già ricoperto per due mandati il ruolo di sindaco. Le speranze di un "cambio di rotta" finale non naufragate. Oss Emer si farà probabilmente da parte, Betta potrebbe candidare come consigliere e puntare al ruolo di vice sindaco (per il quale non ci sono controindicazioni), per poi presentarsi alle elezioni provinciali del 2028.

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