Alluvione in Veneto, per Zaia la colpa è di nutrie, tassi, istrici e volpi: ''Dichiariamo loro guerra. Puntiamo all'eradicazione totale''
I cambiamenti climatici stanno provocando nubifragi fortissimi che non risparmiano nessuno e dopo i Paesi dell'Est la scorsa settimana è toccato all'Austria e poi all'Emilia Romagna. Ovunque danni, allagamenti ma per Zaia la causa dei guai sarebbero le specie fossorie: ''Magari il problema fosse solo l'acqua. Il problema è che gli argini si spaccano perché sono delle groviere''

VENEZIA. “Magari il problema fosse solo l'acqua che sormonta gli argini. Il problema è che si spaccano. Noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto”. Era dai tempi de ''li abbiamo visti tutti i cinesi mangiare i topi vivi'' che il Governatore del Veneto, Luca Zaia, non se ne usciva con una dichiarazione tanto dirompente. Sarebbero le nutrie e altri animali ad essere la ''causa'' delle continue alluvioni che travolgono il nostro Paese (quando a dire la verità precipitazioni intensissime stanno facendo finire sott'acqua a rotazione i più svariati Paesi, ultimo, prima del nostro Nord Est, l'Austria la settimana scorsa a dimostrazione del fatto che i cambiamenti climatici non guardano in faccia nessuno: argini, nutrie e governatori vari).
Ma il gioco a trovare soluzioni facili e colpevoli ancor più immediati funziona sempre in questa politica distopica e allora ecco che un problema che ha certamente un suo peso (marginale rispetto a quello che sta succedendo nel mondo, lo ripetiamo) si trasforma nel tema centrale buono per scaricare colpe e responsabilità. “In Veneto – ha detto il presidente – abbiamo 5.000 chilometri di argini. Sono il nostro vero punto di debolezza perché i nostri fiumi corrono tutti sopra il piano campagna (e verrebbe da dire: chi li ha fatti così? Le nutrie? ndr). E siamo preoccupati perché sono come una groviera”. Per Zaia, ''magari il problema fosse solo l'acqua che sormonta gli argini - ironizza -. Il problema è che si spaccano''.
Quindi l'affondo: “Noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto. Non possiamo mettere a repentaglio la vita dei cittadini per mantenere inalterata la fauna all'interno dei bacini dei fiumi – d sostiene Zaia – non sono un guerrafondaio e non ho la licenza di caccia, ma è un dato di fatto: il nostro problema sono gli sfondamenti, dormiamo preoccupati. Se non poniamo fine a questa cosa va a finire male”. La soluzione? ''E' l'eradicazione delle specie dannose, in primis la nutria”. Il problema? Che serve un'autorizzazione di Ispra per abbatterle. “Oggi c'è una modalità di cattura delle nutrie che dilata i tempi e la quantità di animali presi è infinitesimale - conclude Zaia - bisogna introdurre il principio di eradicazione totale. A livello nazionale non è mai stata riconosciuto il problema, serve una presa di coscienza".
''Invece di stanziare fondi per mettere mano alle vere cause dei disastri dovuti ad alluvioni e inondazioni - fiumi tombati, cementificazione dei canali, mancata manutenzione del territorio - spiega l'Oipa in una note di commento - il presidente Zaia sogna l’eradicazione delle specie fossorie dichiarando che nutrie, tassi, istrici e volpi 'stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto' e che contro le nutrie 'bisogna introdurre il principio di eradicazione totale (…) noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto'. L’Oipa ricorda come già la Provincia di Ravenna ha preferito erogare lo scorso anno 76 mila euro ai cacciatori per le spese di quanto necessario alla cattura degli animali e per l’acquisto di altro materiale di consumo (per esempio proiettili, armi da fuoco o ad aria compressa, trappole). Con gli stessi fondi si potranno affrontare le spese di smaltimento delle carcasse ed eventuali spese del personale di ruolo alle polizie provinciali impiegato nelle attività di controllo. A strage fatta, ci si accorgerà che il vero problema non sono le “specie fossorie” ma l’uomo e la sua malagestione del territorio, chiosa l’Oipa''.