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Alle Comunali il Patt con chi starà? E perché Fugatti non s'interessa minimamente delle elezioni a Trento? Il centro destra non ha il candidato sindaco. E le idee sono confuse

Ianeselli, dal canto suo, gongola, visto che nel centro sinistra i lavori sono già avviatissimi e le idee molto chiare. Alle elezioni 2020 il Patt raccolse il 7,90%, ma il 38% dei voti arrivarono da consiglieri eletti che oggi sono fuoriusciti dalle Stelle Alpine. E tanti altri se ne sono andati. Il sindaco uscente e ricandidato recupererà anche i voti di Marcello Carli e Silvia Zanetti, spostatisi in maggioranza

Di D:L. - 18 ottobre 2024 - 06:01

TRENTO. Il Patt è in maggioranza in piazza Dante, ma alle prossime elezioni comunali del 5 maggio 2025 con chi starà? Con il centro destra, con cui governa la Provincia (partecipando più che attivamente con due assessori, Mario Tonina e "l'esterno" Simone Marchiori), oppure sceglierà vie alternative? Non si sa.

 

E poi, guardando specificamente al capoluogo, perché il Governatore Fugatti non pare minimamente interessato alla competizione elettorale di Trento e si sta, invece, impegnando in altre piazze come Riva del Garda e Arco? E, nel caso di Trento, perché il Patt, al netto di un comunicato stampa a firma della segretaria cittadina Giordana Detassis, con cui veniva criticata la gestione della sicurezza da parte del sindaco e della Giunta, non ha ancora dichiarato apertamente da che parte starà nella corsa a Palazzo Thun?

 

Sono in tanti, in Provincia, a porsi questi quesiti. Senza però avere risposte. E, allora, ciò che viene percepito in maniera piuttosto chiara è che la coalizione di centro destra dia già per persa la partita più importante, quella riguardante la corsa a sindaco di Trento.

 

Nel 2020 Franco Ianeselli vinse con oltre 24 punti di margine (54,7% contro 30,2%) su Andrea Merler, subentrato in corsa ad Alessandro Baracetti. Della coalizione di centro sinistra faceva parte anche il Patt, che portò a casa un eccellente 7.90%, riuscendo ad eleggere 3 consiglieri, Roberto Stanchina (poi nominato vice sindaco), Alberto Pedrotti (ora assessore) e Tiziano Uez e raccogliendo complessivamente 4.137 preferenze.

 

Quando, però, il Partito Autonomista Trentino Tirolese scelse di schierarsi a sostegno di Fugatti in occasione delle Provinciali di ottobre 2023, tutti gli appartenenti alle Stelle Alpine eletti in consiglio comunale decisero infatti di uscire e traslocare in "Trento al Centro", affiliandosi poi a Campobase. 

 

I conti sono presto fatti: Stanchina 519 preferenze, Pedrotti 391, Uez 364. Totale: 1.274 voti, pari al 30,79% di tutti i voti raccolti dal Patt. A cui bisogna aggiungere anche i 308 voti di Alberto Pattini, subentrato a Roberto Stanchina dopo l'elezione di quest'ultimo in Provincia, che assieme ad Uez ha dato vita ad "Autonomisti per Trento". Sommando anche le preferenze accordate all'ex presidente del Consiglio comunale la percentuale di voti portati da chi ha abbandonato il Patt sale addirittura al 38,02%.

 

Quindi, in buona sostanza le Stelle Alpine hanno perso le quattro "punte di diamante" del 2020, ma non è finita qui, perché la "diaspora" riguarda anche il quinto, sesto e settimo dei più votati cinque anni fa che hanno lasciato il partito. Ebbene sì: Stefano Risatti (295 voti) è passato a Campobase, Marisa Postal (247) e Spartak Malaj (221) potrebbero trovare spazio nelle Civiche che sosterranno Ianeselli.

 

Ad oggi, dunque, fanno 2.345 preferenze in meno. Ovvero il 56,68%. Quanto può valere il Patt dopo questa "fuga di massa"? Poco, anzi pochissimo (il 2, 3%?), considerata anche l'assenza di qualsiasi "grande nome" da poter mettere in campo.

 

Una parte di quei voti - dando per scontato che il Partito Autonomista Trentino Tirolese alla fine starà nel centro destra o, al massimo, correrà da solo - Ianeselli li "recupererà" certamente, visto che tutti i sopracitati (eccezion fatta per Uez, che pare intenzionato a non ricandidare per motivi personali) sono rimasti in coalizione e che potranno essere compensati da quelli che porterà Marcello Carli, anch'egli confluito in "Trento al Centro".

 

Nella scorsa tornata elettorale Carli aveva corso in solitaria, supportato da 3 liste (Rinascimento Carli Sindaco, Agire e Udc), portando anche a Palazzo Thun un consigliere, Dario Maestranzi. Carli raccolse infatti il 5,3% delle preferenze: a maggio sarà nella lista di Campobase.

 

E, certamente, altri voti arriveranno da Silvia Zanetti, candidata sindaca con la lista civica "Si può fare", che raggiunse il 3,6%. Nel corso della legislatura l'avvocatessa trentina è passata in maggioranza, ottenendo anche un incarico istituzionale, ovvero "la delega alla modifica del regolamento e alla valorizzazione delle circoscrizioni". Lei dovrebbe entrare a far parte di una delle due liste civiche che supporteranno Ianeselli.

 

La fuoriuscita del Patt dalla coalizione non preoccupa il candidato sindaco del centro sinistra che, facendo due conti, potrebbe pure guadagnarci, considerato che tanti elettori delle Stelle Alpine non hanno apprezzato la "svolta" a destra e, dunque, potrebbe dirottarsi su altre compagini come Campobase e CasaAutonomia (che si presenterà unita ad Azione).

 

E Fugatti? Della partita elettorale di Trento sembra proprio non importare nulla al Governatore che, a fronte di una situazione oggettivamente caotica, non si è mai espresso e nemmeno ha dato precise indicazioni ai "suoi". I tavoli di lavoro proseguono tra i segretari dei partiti (coinvolta anche Forza Italia), ma il nome della o del candidato sindaco non è ancora uscito.

 

Nessuno tra i pochi consiglieri uscenti di minoranza (anche della Lega sono rimasti solamente solamente in tre, Bruna Giuliani - subentrata a Moranduzzo -, Giuseppe Filippin e Alessandro Saltori: Bridi è passato al Gruppo Misto e Demattè si è spostato in Fratelli d'Italia) sarebbe all'altezza del compito, qualcuno spera (anzi, sogna) che possa scendere in campo la vice presidente Francesca Gerosa (fantapolitica) e continua a circolare il nome della consigliera provinciale Eleonora Angeli, già in comune sino a pochi mesi prima del "passaggio" in piazza Dante.

 

Altrimenti la scelta ricadrà inevitabilmente su di un "civico", ovvero un volto della società civile senza tessere. La domanda, però, è sempre la solita: chi accetterà l'ingrato compito? I tempi stringono e nessuno vuole dare un'accelerata. Anzi, nessuno sembra in grado di farlo. Il che è molto peggio.

 

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