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Valdastico, le opposizioni: “Ad oggi non ci sono atti ufficiali, solo propaganda”. Fugatti: “L'opera è sostenibile sia sul piano ambientale che tecnico”

Manica, Olivi e Rossi interrogano il presidente della Pat per sapere come e quando sia stato concordato il tracciato e per chiedere di visionare lo studio di fattibilità (che solo Fugatti ha visto in via informale). Nel mirino anche l’uscita a Rovereto sud in merito alla quale le opposizioni chiedono di aprire il confronto con le comunità”

Di Tiziano Grottolo - 23 ottobre 2019 - 12:05

TRENTO. La Valdastico è stata la grande protagonista del question time della seconda sessione di ottobre andato in scena ieri e che ha visto ben tre interventi su questo tema.

 

Il primo a chiamare in causa il presidente della Pat Maurizio Fugatti è stato Alessio Manica del Partito Democratico che ha chiesto lumi in merito al percorso dell'ampliamento autostradale, ovvero con quale atto Comitato paritetico Ministero, Regione Veneto e Pat abbiano concordato il tracciato della Valdastico che viene presentato da un anno a questa parte dalla Giunta, cioè quello attraverso le valli del Leno con uscita a Rovereto sud. “Tracciato ben diverso da quello contenuto nel documento conclusivo del Comitato pubblicato il 9 febbraio 2016”, sottolinea Manica.

 

“A partire dal 15 febbraio 2017 è stato attivato un gruppo tecnico che in sede ministeriale si è ripetutamente riunito e dai lavori sono emersi il modello trasportistico e di mobilità tra i due territori Trentino e Veneto – ha affermato Fugatti che poi ha aggiunto – l’ipotesi alternativa con sbocco a Rovereto sud tiene conto delle ricadute su Rovereto e sulla Vallagarina oltre che del programma elettorale dell’attuale coalizione di governo, modifica che favorirebbe il collegamento con il Veneto e utile per decongestionare il traffico in Valsugana”.

 

Stando alle ultime notizie riferite in aula dal presidente della Pat il 12 marzo scorso è stata inoltrata al Mit una nota a firma congiunta Trentino-Veneto cui si rilevava che le attività del gruppo di coordinamento non fossero ancora concluse e si chiedeva di riattivare il tavolo e di esplorare tutte le opzioni volte a connettere Veneto e Trentino esplorando le ipotesi sopracitate.

 

Mentre “Il 9 aprile è stata inoltrata una specifica relazione per meglio illustrare la proposta che prevede anche la connessione con A22 a sud di Rovereto nel quadro della strategia generale di mobilità”.  

 

Fra aprile e agosto la Pat ha fornito tutte le documentazioni tecniche necessarie alla concessionaria A4 e “Quella che è emersa – specifica Fugatti – è una soluzione di fattibilità attualmente in fase procedurale, che però risulta sostenibile nel sistema in cui è inserita e rispondente alle richieste poste dalla Giunta”. Lo studio di fattibilità sarà quindi trasferito al Mit che farà le opportune valutazioni, ma, dice Fugatti: “Per quanto ci risulta è sostenibile sia sul piano ambientale e tecnico”. Anche se in merito a queste dichiarazioni il Coordinamento No Valdastico avrebbe sicuramente qualcosa da ridire (Articoli QUI e QUI).

 

Detto questo, il consigliere Manica si è detto insoddisfatto delle risposte ricevute: “Da un anno ci stiamo muovendo con incontri informali, ma senza che siano forniti aggiornamento sull’esito del tavolo paritetico previsto per legge – attacca il consigliere del Pd – oggi si è avuta la conferma che tutta la propaganda leghista è basata sul nulla, senza alcun atto o procedura ufficiale”.

 

Dopo Manica è stato il turno del consigliere del Patt Ugo Rossi che ha chiesto aggiornamenti sullo studio di fattibilità collegato all’uscita della Valdastico a Rovereto sud “Quand’è che saranno resi noti i risultati dello studio che ci erano stati promessi per la fine di agosto?” ha domandato l’autonomista.

 

Su questo punto Fugatti ha chiarito di aver visionato in via informale lo studio di fattibilità, redatto dalla concessionaria A4 che ha provveduto a inoltrarlo al Ministero, che a sua volta lo consegnerà formalmente alla Pat e alla Regione Veneto, su questo documento, ha assicurato l’esponente leghista, saranno avviate tutte le attività di concertazione e confronto con le comunità locali.

 

Anche in questo caso però la risposta non è stata giudicata sufficientemente esaudiente: “C’è un’informazione che non si vuole dare – ha tuonato Rossi – dagli atti ufficiali dell’A4, forniti nel 2018, emerge che vale la pena uscire a Trento sud anziché a Trento centro. Se si rendessero noti quei documenti – ha ripreso il consigliere del Patt – tutti saprebbero pesare il valore dell’uno e dell’altro intervento”.

 

Infine è stata la volta del Democratico Alessandro Olivi, che ha chiesto se fosse nelle intenzioni della giunta aprire un dibattito con le comunità locali “che sull’uscita della Valdastico a Rovereto sud subiranno una decisione calata dall’alto”.

 

Su questo aspetto Fugatti ha specificato che saranno attivati tutti gli strumenti necessari per la concertazione con le aree interessate, “a differenza di quanto fatto in passato da precedenti amministrazioni – ha punzecchiato l’avversario – ogni prossimo passaggio sarà tempestivamente condiviso con i territori e sarà oggetto di confronto ufficiale con le amministrazioni comunali di Rovereto, valle del Leno e aree interessate”.

 

Da parte sua Olivi si è riservato il diritto di controbattere, puntualizzando come, nella sua domanda, non si fosse riferito esclusivamente a una comunicazione formale sugli atti, bensì anche ad un’operazione politica di ascolto e confronto con le comunità con riferimento alla preoccupazione trasversale sulla progettazione di quest’opera.

 

“Vorrei segnalare – ha concluso il consigliere del Pd – come Rovereto, Mori, Riva del Garda, Terragnolo, Vallarsa, Trambileno, Besenello, Villa Lagarina, solo per citarne alcuni, con atti formali e dichiarazioni pubbliche dei rispettivi rappresentanti, si siano detti contrari all’opera, queste comunità meritano un ascolto politico, che è cosa ben diversa dal ‘delocalizzarci’, ogni tanto, una seduta di Giunta". 

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