Panarotta, anche per gli impiantisti ''il focus diventi l'estate. Si deve uscire dagli schemi". E se qualche società "restituisse" qualcosa per aprire il campo scuola?
Il destino della Panarotta appare segnato almeno per il terzo inverno consecutivo ma le prospettive sono di abbandono anche per l'estate, che però per Anef potrebbe essere il punto di ripartenza e forte della destinazione. E se la Provincia (Comuni e Comunità di valle) bussassero a qualche società impianti che nel passato (e nel presente) hanno ricevuto qualche sostegno dall'ente pubblico?

TRENTO. Una ripartenza? Possibile ma se si parte dalla stagione estiva. Lo sci? Può ancora essere un fattore ma con un ruolo di secondo piano. Non è una missione facile ma c'è ancora spazio per reinventare la Panarotta. Ma bisogna uscire dagli schemi. A sostenerlo gli impiantisti. E poi carta bianca nel redigere un piano industriale strutturato che possa far lavorare la montagna per 365 giorni. Una chiave del rilancio è il tempo, la possibilità cioè di poter pianificare la destinazione.
"E' l'ente gestore che deve adattarsi al territorio e capire quali possono essere le azioni per valorizzare una destinazione", dice Valeria Ghezzi, presidente di Anef-Associazione nazionale esercenti funiviari, Fianet a livello europeo e di Funivie Seggiovie San Martino di Castrozza. "In Panarotta ci sono possibilità turistiche e si può pianificare un'offerta di ampiezza di vedute che possono far vivere la località per tutto l'anno: ma servono investimenti".
Il modello sci-centrico ha evidenziato tutti i limiti del caso. All'orizzonte c'è il terzo inverno a impianti chiusi. E un altro anno potrebbe passare velocemente, anche per quanto riguarda le scadenze. Oggi la Panarotta dispone di 3 impianti di risalita, proprietà di Trentino Sviluppo, la cui "vita tecnica" è ormai breve. Una seggiovia riposizionata qualche anno fa ha scadenza già nel 2026, mentre per gli altri si arriva al 2030 a meno di importanti lavori di revisione.
"E' necessario invertire il ragionamento - dice Ghezzi - le condizioni hanno evidenziato che si deve partire dalla stagione estiva per poi trovare la strada per valorizzare anche l'inverno. Ma servono investimenti: interventi attenti in grado di evitare la banalizzazione del territorio ma che possano essere pianificati con certezza nei tempi e nei modi. Questo non significa libertà sconfinata o possibilità di interpretare le leggi, però un imprenditore non può nemmeno rimanere schiacciato dalla burocrazia e dalle attese troppo lunghe nelle risposte: oggi, per esempio, ottenere un permesso è un'impresa quasi titanica".
La scorsa stagione a fronte di una stazione chiusa, si respirava un'atmosfera di ottimismo. La presenza di una cordata di imprenditori pronta a rilanciare la Panarotta. Sono trascorsi i mesi e poi è stato pubblicato un bando targato Trentino Sviluppo per la gestione di 6 anni (rinnovabile per altri 6 su richiesta del conduttore) della totalità dell'area che appare abbandonata (Qui articolo). Tre realtà interessate ma nessun business plan. Il risultato è noto. Nulla di fatto (Qui articolo).
"Il bando è un aspetto importante ma rischia di essere anche riduttivo", spiega la presidente di Anef. Il business plan è fondamentale ma non è solo questione di un piano economico. Non basta la volontà di mettersi in gioco e qualche idea. Il sistema è complesso e si devono analizzare tutte le opportunità dell'area per uscire dalla crisi".
Ci sarebbe una exit strategy. Un percorso tutto da scoprire e difficile. Un po' perché un affidamento diretto, anche solo per aprire il campo scuola e soddisfare le esigenze degli sci club, taglia fuori per regolamento quegli imprenditori che hanno manifestato l'interesse, un po' perché è comunque una soluzione abbastanza limite e sostanzialmente anti-economica.
E trovare qualcuno interessato a traghettare la destinazione a ritmo ridottissimo non è aspetto da poco. Ma qui si potrebbe inserire un discorso legato agli aiuti a un settore maturo. Chi più e chi ancora di più, le società impianti hanno ricevuto e ricevono supporti dall'ente pubblico.
I tempi sono stretti, le incertezze tante. Ma a quale società impianti chiedere? Da Folgariaski, legittimamente e giustamente trascinata fuori dal baratro un decennio fa mentre oggi c'è la partita per la seggiovia Francolini, a Trento Funivie, con la corsa a scorporare la società del Bondone da Folgarida Marilleva all'epoca del crac Aeroterminal (entrambe operazioni, con l'accorpamento della val di Sole a Madonna di Campiglio, concluse della Giunta Rossi), ecco le località più vicine. Ancora più centrata ci sarebbe la società di gestione del Brocon, stazione piccola ("salvata" anche questa dall'amministrazione provinciale di centrosinistra) ma che se supportata qualcosa potrebbe dare.
In fondo Provincia, Comuni e Comunità di valle avevano manifestato la volontà di supportare, anche economicamente, la Panarotta. E qualche garanzia finanziaria per il "disturbo" potrebbero metterla sul piatto.
"Si potrebbe pensare a un'apertura durante il week end e tutti i giorni durante l'altissima stagione se ci fossero le condizioni e i presupposti. La montagna è una palestra a cielo aperto, così i giovani verrebbero agevolati e incentivati a vivere e scoprire la quota. E' chiaro che in questo caso servirebbe un intervento degli enti pubblici. E' più una soluzione per il sistema della comunità che per gli impianti", conclude Ghezzi.
Certo, non è la soluzione ideale e non sarebbe una risposta definitiva ma rappresenterebbe un servizio alla località per permettere alle famiglie (un bacino potenziale di 40 mila abitanti) di affrontare l'avviamento allo sci più vicino a casa e con prezzi più abbordabili, un sussulto della montagna. Un modo per prendere tempo e pianificare una transizione verso una proposta alternativa, modellata sulla Panarotta.