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Qualcuno si ricorda della Panarotta? (FOTO) Dall'entusiasmo per il rilancio all'inverno sempre più vicino il futuro sembra attendere tra erba alta e paesaggio da abbandono

Il rilancio della Panarotta sembra faticare a prendere forma. Dalla Provincia alla Comunità di valle con i Comuni c'è la disponibilità a collaborare ma ancora manca il piano degli investitori privati. Nelle prossime settimane è attesa la pubblicazione della manifestazione di interesse da parte di Trentino Sviluppo e potrebbe arrivare il masterplan. Ma intanto la fotografia è più simile a quella dell'abbandono

Di Luca Andreazza - 28 agosto 2024 - 06:01

PERGINE VALSUGANA. Il futuro sembrava dietro l'angolo e il masterplan dato (da un po' di tempo) come imminente e in dirittura d'arrivo, le disponibilità a intervenire (anche con supporti economici di Provincia per tramite di Trentino Sviluppo) sono sul tavolo ma il piano di rilancio della Panarotta sembra aver preso la rincorsa. Le pagine sono ancora da scrivere. Ci sono presupposti e idee ma nero su bianco ancora poco. E intanto la stagione invernale, che pure dovrebbe mantenere una sua centralità, si avvicina per una destinazione che cerca una nuova identità. Per ora la fotografia restituisce le seggiovie smontate e l'erba che cresce quasi incontrastata. Un'immagine di abbandono, anche se qualcosa potrebbe smuoversi e sbloccarsi nelle prossime settimane.

Le prossime settimane potrebbero chiarire le forze in ballo perché Trentino Sviluppo (proprietaria degli asset che poi vengono affittati per circa 50 mila euro a Panarotta 2002) dovrebbe pubblicare una manifestazione d'interesse per la gestione degli impianti sulla Panarotta. In caso di vuoto, si potrebbe procedere in forma più diretta. Ma comunque bisogna aspettare e forse proprio questa mossa potrebbe far comparire il masterplan.

Le certezze sono che piazza Dante ha manifestato la disponibilità a sostenere e accompagnare il rilancio, i Comuni sono intenzionati a recitare la propria parte con l'intervento da almeno 180 mila euro coprire i costi di gestione e che l'ipotesi maxi-bacino a servizio dell'innevamento programmato dovrebbe essere stato definitivamente chiusa nei cassetti. Gli uffici provinciali valutano, sull'ultimo punto, a un paio di vasche interrate dalle dimensioni e dai costi più contenuti, un progetto che prevede di riempire rapidamente una vasca esterna mobile anche per uso antincendio.

Inoltre, già l'anno scorso la Comunità di valle ha definito le linee guida, un po' le regole di ingaggio. Tra estate e inverno c'è una cornice e dei propositi, poi il resto va scritto. Ma ancora non c'è un masterplan. Il tempo è sospeso per la montagna che attende di chiarire una vocazione e una strada da intraprendere, anche considerando la crisi climatica, l'altitudine decisamente non elevata sul fronte garanzia neve naturale e una sensibilità sulla fruizione della quota che è cambiata rispetto a quando la Panarotta ha (in)seguito un modello forse non adatto al contesto: impianti di risalita, sci di discesa e poco altro.

Negli ultimi 12 anni gli investimenti non sono mancati (quasi 2 milioni riversati sulla Panarotta), però il conto è comunque arrivato con due inverni cancellati. Una destinazione che si è scontrata contro un'idea di sviluppo sci-centrica non aderente alle sue caratteristiche e alle sue potenzialità, che possono essere valorizzate e che possono essere diverse. A fronte di una sostanziale chiusura su un bacino di grandi dimensioni per l'innevamento sul finire della Giunta Rossi con l'assessore Michele Dallapiccola si erano ipotizzati percorsi differenti: la pista da slittino (durata solo pochi mesi per la prima serrata), giochi e gonfiabili per una località più a portata di piccoli e famiglie, un'ottimizzazione della raccolte delle acque per i cannoni. Interventi non risolutivi ma un avvio di ragionamento mentre l'estate era ancora un foglio quasi bianco. 

Tutto si è poi fermato. Intanto la Panarotta è andata in crisi. Oggi ci sono le varie disponibilità ma concretamente ancora poco sul tavolo da visionare. E molto è sulle spalle del pool di imprenditori che si sono fatti avanti alla fine dell'anno scorso. Una cordata composta da Stefano Frisanco, titolare della Fratelli Frisanco di Trento, Lorenzo Morelli, alla guida della Morelli Food Service di Novaledo, e Franco Pedrotti, titolare dell’albergo Du Lac di Levico.

Seppur sparito un po' dai radar, il rilancio della Panarotta è sempre tra le prime posizioni dell'agenda provinciale. Ci sono stati dialoghi e confronti ma ufficialmente non è ancora arrivato un masterplan. E ci sono ancora alcuni nodi che probabilmente rallentano l'arrivo del masterplan. A fine anno gli imprenditori privati hanno deciso di scendere in campo, il passaggio dalla vecchia alla nuova società sembrava imminente. Ma un'operazione di questo tipo non è mai banale e ci sarebbe anche qualcosina da ricapitalizzare, non si parla cifre milionarie ma un'analisi costi/benefici è necessaria (in un'operazione simile con la Giunta Rossi - BrentonicoSki - la copertura era stata in capo alla componente privata). Questo scoglio viene valutare con sguardo completo perché un conto è l'entusiasmo, un altro poi è il rischio d'impresa.

Un altro punto è l'infrastrutturazione della località. La Panarotta presenta oggi 3 impianti di risalita di proprietà di Trentino Sviluppo, la cui "vita tecnica" è ormai breve. In particolare un impianto riposizionato qualche anno fa ha scadenza già nel 2026mentre per gli altri si arriva al 2030 a meno di importanti lavori di revisione.

L'impegno della società è garantire la funzionalità dell'esercizio in questo periodo. Poi? La scelta è di visione e di caratterizzazione della Panarotta. Una scelta anche più politica (impianti a ogni costo? Quali? Quanti?) che tecnica. Insomma, tutto ancora in evoluzione e serve ancora un po' di pazienza per pesare il coraggio della direzione che si intende prendere per il futuro.

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