Un uomo ucciso da un orso? Vero, ma è successo in Slovacchia (dove ce ne sono oltre 2.700) e si tratta del primo caso documentato nel Paese
In Slovacchia un uomo è stato ucciso da un orso e la notizia è rimbalzata in Trentino, anche se è avvenuta a 700 chilometri di distanza. Ecco quello che c’è da sapere sulla vicenda per non fomentare paure irrazionali o ingiustificate

TRENTO. “Cadavere trovato nel bosco: si teme l’attacco di un orso. Il direttore dell’Ufficio caccia di Bolzano: «Possono essere pericolosi»”. Così titolava (online) il quotidiano “Alto Adige” che per primo ha pubblicato la notizia intorno alle 22 di ieri (15 giugno). In mattinata l’articolo è stato ripreso (praticamente parola per parola) dal “quotidiano gemello” “Il Trentino”, mentre a poche ore di distanza pure “l’Adige”, parte dello stesso gruppo editoriale (Athesia) che fa riferimento a Michl Ebner, è intervenuto sul tema.
Per rendere più local la notizia nei primi due casi è stato ascoltato anche Luigi Spagnolli, direttore caccia e pesca della Provincia di Bolzano nel terzo c'è una video-intervista durante la quale si interroga il presidente della Pat Maurizio Fugatti sul “problema degli orsi che scendono nei centri abitati” e sul fatto che “diversi sindaci trentini hanno rilanciato anche l’ipotesi, la necessità, di abbattere gli esemplari problematici”.
Com’è normale che sia in un territorio, il Trentino, popolato dai plantigradi, queste notizie hanno provocato una certa apprensione e di certo avranno avuto anche un notevole ritorno in visibilità. Un particolare che però viene omesso dal titolo (viene specificato in qualche modo nel post su Facebook) è che il fatto è avvenuto in Slovacchia, più precisamente nei boschi attorno alla città di Liptovská Lúžna, circa 700 chilometri in linea d’aria da Trento.

Tornando ai fatti invece, sono doverose altre precisazioni. Fermo restando che la dinamica dell’accaduto non è ancora stata ricostruita nei dettagli, sulla pagina Facebook della “Lesy Slovenskej republiky”, un’impresa statale che si occupa di gestire alcune foreste di proprietà dello Stato (fra cui l’area dove è avvenuta l’aggressione), si riporta che l’autopsia eseguita sul cadavere dell’uomo ha confermato che il 57enne è morto per via delle ferite riportate in seguito all’attacco di plantigrado. È la stessa “Lesy” ad affermare che questo rappresenta il primo attacco letale documentato in Slovacchia. Stando alle dichiarazione del ministro dell’ambiente slovacco (citate dal Guardian) lo scorso anno si erano verificati cinque attacchi di orsi ai danni delle persone, nessuno con conseguenze letali.
Un’ulteriore precisazione riguarda invece il numero di plantigradi. Sempre secondo quanto riporta l’impresa statale che si occupa della gestione forestale la popolazione slovacca di orsi conta 2.760 esemplari e sarebbe triplicata negli ultimi vent’anni (in Trentino sono un centinaio). Va detto però che il numero è dibattuto e che la stessa “Lesy” usa questo dato per chiedere l’introduzione di una legge sugli abbattimenti che consenta di ridurre il numero di orsi presenti in Slovacchia. In questo senso, perfettamente in linea con quanto avviene in Trentino, anche la “Lesy” chiede di avviare dei negoziati con le autorità per arrivare a una “migliore” gestione dell’orso bruno, che tradotto significa abbattimenti più facili.
Infine, a proposito della pericolosità degli orsi paventata da Spagnolli è noto che i plantigradi in determinate circostanze possono arrivare ad attaccare l’uomo. In Trentino, dal 2015, si sono registrati 5 episodi, nessuno con conseguenze letali. Dei quattro orsi responsabili delle aggressioni (Daniza, KJ2, JJ4, M57) tre sono femmine con al seguito i piccoli dell’anno mentre uno (M57) è un giovane maschio di due anni sorpreso nella notte mentre si alimentava da dei cassonetti frequentati abitualmente nella zona dell’attacco e che in diversi casi aveva seguito intenzionalmente persone.
In altre parole, se è vero che il rischio zero non esiste (come in qualsiasi contesto) e anche in Trentino non si può escludere la possibilità che si verifichi un attacco più o meno grave, il punto dove essere quello di investire in una corretta informazione, oggettiva e senza eccessi per non fomentare paure irrazionali che potrebbero persino spingere le persone ad adottare comportamenti sbagliati in presenza dell’orso. A tal proposito è utile ricordare come in caso di incontro (o attacco) sia necessario mantenere la calma, senza farsi prendere dal panico (QUI le regole di comportamento redatte dalla Pat).