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Storia dell'uomo che sparò all'attentatore di Hitler e che è seppellito in Trentino

Vicino a Tenno, in un piccolo cimitero, è sepolto Bolko von der Heyde, alto ufficiale della Wehrmacht che il 20 luglio 1944 sparò a von Stauffenberg. Incontro col figlio Michael nella sua casa di Pranzo, tra ricordi della guerra e degli anni passati dal padre nei servizi segreti

Bolko von der Heyde durante la campagna di Russia del 1941
Di Luca Pianesi e Luca Andreazza - 01 settembre 2016 - 00:12

TENNO. E' l'uomo che ha sparato al braccio di Von Stauffenberg mettendo, di fatto, fine al tentativo di golpe del 20 luglio 1944 contro Hitler; è stato uno degli ultimi discendenti di una grande famiglia dell'aristocrazia militare prussiana, Croce d'oro nel 1942 durante le operazioni di guerra sul fronte orientale; istruttore a Montecassino, venne poi catturato (per la famiglia, perché su alcuni siti viene inserito tra gli ultimi ufficiali alla guida della prima corpo d'armata della Wehrmacht) verso la fine del '44 dagli inglesi dopo aver preso parte alla controffensiva tedesca delle Ardenne e, una volta finita la guerra, tornato in patria, entrerà nei servizi segreti della Germania dell'Ovest con il compito di partecipare alla ricostituzione del nuovo apparato militare tedesco. Tutto questo, e molto altro ancora, è stato Bolko von der Heyde: un vero protagonista della storia con la “S” maiuscola, scomparso nel 1987 e da allora seppellito nel piccolo paesino di Pranzo sopra Tenno, nell'Alto Garda.

 

Un segreto custodito per quasi trent'anni da una lapide di una tomba con lettere e numeri staccati: Blok. vo. der He.de ( . 27 . 1906 - . 4 . 1987), quasi a renderne più difficile il ritrovamento. Ma tutta la storia dell'ex Oberst (Colonnello) della Wehermacht è avvolta nel mistero. Gli archivi militari di Friburgo, a nostra richiesta di dati, ci hanno risposto che pur esistendo un fascicolo di ben 47 pagine su di lui “questo resta ancora soggetto alla tutela del segreto ai sensi di legge”. E anche se il suo nome viene citato in moltissimi testi di tutto il mondo in qualche caso il suo nome si trasforma in un Bodo von der Heyde (si veda “The Rise and the Fall of the Third Reicht” di William Shirer) che non fa che aumentare la confusione.

 

Eppure nel paesino di Pranzo risiede ancora suo figlio, Michael von der Heyde (nella foto sotto), 71 anni, che ha scelto di fermarsi in Trentino più di 35 anni fa. Dopo aver prestato anche lui servizio nelle fila dell'esercito della Repubblica Federale Tedesca ("Ero nel reparto logistica e trasporti dell'areonautica", ci racconta) lascerà la carriera militare per diventare camionista seguendo prima le tratte che dall'Europa portavano all'Iran, poi quelle che dalla Germania conducevano in Italia. Verso la fine degli anni '70, quindi, l'incontro con la realtà trentina e con le aziende di trasporti Moiola e Arcese ma soprattutto con quella che diventerà poco dopo la "sua" Teresita originaria proprio di Pranzo.

 


MIchael von der Heyde nella sua casa di Pranzo
MIchael von der Heyde nella sua casa di Pranzo

 

Per seguire le tracce di Bolko, dopo aver accumulato materiale su materiale e documenti in tutte le lingue, non potevamo non andare a trovarli. Una coppia splendida formata da due persone squisite che ci hanno aperto le porte della loro casa, hanno accettato di parlare di un genitore ingombrante, quel colonnello della Wehrmacht che fino all'ultimo ha combattuto inseguendo il folle sogno di una Grande Germania. Un genitore non facile da raccontare agli occhi dei contemporanei e che ai suoi figli (Michael ha anche un fratello e due sorelle), negli anni, ha dato tante spiegazioni, raccontando loro la sua verità. La verità di chi ha preferito non schierarsi dalla parte del compagno di accademia Claus Schenk von Stauffenberg nell'Operazione Valchiria e di non stare tra quanti hanno attentato alla vita di Hitler. La verità di un altissimo ufficiale del Reich, che però non è stato processato per crimini di guerra e contro l'umanità ("Anche se i russi avrebbero voluto viste le sconfitte che gli aveva inferto sul fronte orientale", strizza l'occhio Michael), come riportato anche nella lettera redatta di suo pugno e pubblicata dal Der Spiegel nel 1969 (il settimanale tedesco ci ha gentilmente inviato il documento dell'epoca che alleghiamo in fondo). Un uomo che è stato, invece, reinserito nel sistema diventando stretto collaboratore di ministri e autorità e diventando lui stesso una figura importante del Partito democratico liberale tedesco (Fdp).

 

Poi il viaggio in Trentino per il battesimo della nipotina, a metà anni '80, la vista del Lago di Garda e del piccolo paesino di Pranzo e la richiesta al figlio: "Quando muoio seppellitemi qui. Il sole è stupendo, l'aria è buona, la vita è tranquilla e poco frenetica. Questo è il posto dove mi piacerebbe fermarmi". 


Pagina 10 del Der Spiegel (numero 5 del 1969) sulla quale Bolko von der Heyde scrive di non essere mai stato processato per crimini di guerra e contro l'umanità
Pagina 10 del Der Spiegel (numero 5 del 1969) sulla quale Bolko von der Heyde scrive di non essere mai stato processato per crimini di guerra e contro l'umanità
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