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"Ecco perché mio padre fermò von Stauffenberg"

Michael von der Heyde racconta del ruolo giocato da Bolko nel porre fine all'attentato ad Hitler del 20 luglio 1944. "Mio padre me lo diceva sempre: il conte aveva un pessimo piano A e nessun piano B era destinato a fallire"

La sala riunioni della Tana del Lupo dopo l'esplosione della bomba di von Stauffenberg
Di Luca Pianesi - 01 settembre 2016 - 02:18

TENNO. "Tornarono a frequentarsi lui e mio padre ma Stauffenberg decise di non coinvolgerlo direttamente forse anche perché mio padre aveva ottenuto la Croce d'Oro, era rientrato a Berlino da eroe e temeva che non avrebbe rotto il giuramento di fedeltà". Spiega anche così Michael von der Heyde la mancata presa di posizione a favore della cospirazione del 20 luglio 1944 di suo padre. Quella Operazione Valchiria che avrebbe dovuto portare all'assassinio di Hitler e rendere più rapida la fine della guerra. "In realtà mio padre, come molti altri alti ufficiali, era certo che il regime andasse rovesciato. La guerra stava naufragando e Hitler sembrava sempre più fuori controllo. Ma serviva organizzazione per compiere un attentato perché le Ss avevano tutto sotto controllo. Mio padre me lo diceva sempre: Stauffenberg e i suoi avevano avuto la visione giusta ma avevano studiato un pessimo piano A ed erano assolutamente privi del piano B. Se anche la bomba avesse ucciso Hitler, infatti, le Ss e la Gestapo avrebbero reagito con una violenza inaudita. L'arresto di Mussolini del 25 luglio 1943 aveva gettato l'Italia nel caos di una guerra civile senza pari - prosegue Michael - nonostante la presenza fattiva degli Alleati nel paese. Senza il pieno appoggio dell'Inghilterra, degli Americani o della Russia, senza un reale piano politico di gestione del potere dopo l'attentato, in Germania sarebbe scoppiato il caos e sarebbe stata coinvolta la popolazione civile. Per prendere il potere e bloccare sul nascere Ss, Sa e Gestapo sarebbero servite a Berlino almeno 6 divisioni corazzate, 3 divisioni di artiglieria e truppe scelte di paracadutisti".

 

Operazione Valchiria, invece, era costruita attorno ai riservisti, basato sul piano già esistente di mobilitazione della milizia territoriale in caso di colpo di Stato o insurrezione interna. Von Stauffenberg, come noto, agì con l'appoggio di alcuni alti ufficiali del Bendlerblock e politici. La bomba esplose ma ferì soltanto il Führer mentre uccise tre ufficiali e uno stenografo. Stuaffenberg, infatti, aveva correttamente posizionato l'ordigno in una borsa lasciata sotto la tavolata della sala riunioni ma durante l'incontro dello stato maggiore uno dei gerarchi presenti spostò la borsa dietro la gamba del tavolo. Gamba che al momento dell'esplosione finì per fare da scudo alla maggior parte dei presenti, compreso Hitler (nell'immagine sotto segnalato con il numero 1) rimasto così praticamente incolume. A Stauffenberg, però, bastò vedere la detonazione per convincersi che il Führer fosse rimasto ucciso dall'attentato. Diede quindi l'ok agli altri congiurati a Berlino per dare il via libera all'Operazione Valchiria e rientrò lui stesso al Bendlerblock per coordinare le operazioni. Alla milizia ordinarono di procedere all'arresto delle Ss autrici, questa la versione data agli ufficiali della milizia, dell'assassinio di Hitler. Le truppe però si mobilitarono con lentezza, gli stessi congiurati dimostrarono di essere divisi e poco organizzati, solo alcuni degli ufficiali dello stato maggiore accettarono di sostenerli e quando dalla Tana del Lupo giunse la comunicazione del feldmaresciallo Keitel che il Führer era vivo e sarebbe andato all'incontro fissato per quel giorno con Mussolini, l'intera congiura naufragò.


La sala riunioni della Tana del Lupo. La bomba venne spostata dietro una gamba del tavolo che fece da scudo, al momento dell'esplosione, ad Hitler
La sala riunioni della Tana del Lupo. La bomba venne spostata dietro una gamba del tavolo che fece da scudo, al momento dell'esplosione, ad Hitler

 

"Mio padre fu tra quelli che sin dall'inizio, quando gli dissero che Hitler era stato assassinato dalla Ss fu molto scettico – prosegue Michael – e quando ci fu la certezza che era tutto falso procedette all'arresto dei congiurati". “Sei o otto di loro – si legge nel libro The Rise and the Fall of the Third Reich di William Shirer – guidati da Herber e dal tenente colonnello Bodo (qui c'è un chiaro errore di battitura nel testo che però ha reso, se possibile, ancor più difficili le ricerche) von der Heyde entrarono nella stanza con le armi spianate e chiesero spiegazioni a Olbricht (generale compartecipe dell'attentato). Stauffenberg guardò nella stanza per capire cosa fosse quel trambusto. Quando cercò di scappare, uscì dalla porta attraversò il corridoio e venne fermato da uno sparo che lo colpì al braccio buono". "Fu mio padre a sparare - aggiunge Michael – ma nonostante questo non fu mai incriminato. Gli inglesi capirono che quegli ufficiali non avevano scelta. Pur essendo aristocratici contrari al regime, in quella circostanza, con il Führer vivo non avrebbero potuto che procedere all'arresto". Arresto che gli verrà una promozione quasi immediata insieme agli altri che arrestarono i cospiratori (che furono poi tutti giustiziati) e da Lieutenant-Colonel divenne il primo agosto del 1944 Colonnello.

 

 

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