I sindacati: "Maggiore sicurezza e prevenzione per i ferrovieri"
Tra le richieste anche un potenziamento dell'educazione nelle scuole. Gilmozzi: "Casi gravi, ma isolati, circa 20 episodi all'anno"

TRENTO. Non mancano le reazioni all'episodio di violenza sulla tratta Bassano del Grappa - Trento, come già noto costata al capotreno la diagnosi di una costola rotta e un forte trauma facciale. Fatto che segue di appena due settimane le vicende dell'aggressione alla stazione dei treni di Trento e l'episodio sulla linea Bassano - Trento.
Un'estate rovente per le ferrovie e tanti episodi di aggressione. "Purtroppo questi atti di violenza sembrano una triste abitudine - conferma Stefano Montani, segretario generale della Filt Cigl del Trentino - pensiamo che sia necessario intensificare i controlli, senza però militarizzare i treni. La presenza della forza di Polizia può essere un deterrente per garantire la sicurezza non solo del personale, ma anche dei passeggeri. Chiediamo inoltre che vengano organizzati dei corsi di formazione per i ferrovieri sui comportamenti da mantenere in casi di aggressioni. Inoltre è necessario intervenire sulla prevenzione: organizzare corsi di comportamento sui mezzi pubblici nelle scuole - conclude Montani - il trasporto pubblico è parte integrante e importante del nostro territorio".
"Siamo solidali con il collega aggredito e ci troviamo in una situazione di emergenza. Ormai per i capitreno e il personale ferroviario lavorare sul treno è come sfidare una roulette russa. Il colpo è sempre in canna - attacca Andrea Moscon di Fit Cisl del Trentino - Tutto si può e tutto si deve, questo il messaggio che l'azienda Trenitalia lascia intendere, quando dovrebbe costituirsi parte civile in caso di aggressione, dalla parte di chi subisce la violenza. Trenitalia con grande senso di responsabilità ha portato il convoglio in stazione, ma non bisogna dimenticare che questi episodi rappresentano dei danni di immagine per il Trentino e per l'azienda - continua Moscon - Il trasporto pubblico è un patrimonio di tutti e abbiamo iniziato un percorso educativo nelle scuole".
Anche Nicola Petrolli di Uiltrasporti del Trentino chiede "un incontro con il Commissario del Governo per affrontare la questione e instaurare una collaborazione per garantire la sicurezza di lavoratori e cittadini, non solo sui treni, ovviamente, ma su tutti i mezzi pubblici. A livello nazionale, in seguito all’esponenziale aumento di simili tristi episodi, il ministero degli interni aveva deciso di attivare dei tavoli territoriali per monitorare questo fenomeno violento - prosegue Petrolli - Questo ennesimo e grave avvenimento ha particolarmente scosso i lavoratori interessati che, agguerriti, ci esortano a compiere azioni concrete, non in ultimo attraverso una generale azione di sciopero estesa a tutto il personale."
L'assessore provinciale Mauro Gilmozzi invita alla calma, rispondendo anche all'interrogazione di Fugatti (Lega Nord): "Questi episodi meritano certamente attenzione, ma si tratta di casi isolati rispetto al totale delle corse e dei viaggiatori. Rispetto a 250.000 corse ferroviarie negli ultimi cinque anni, per circa 6 milioni di passeggeri all'anno, si sono infatti registrati una ventina di episodi di aggressioni verbali e fisiche: 50 su tutte le tratte del Trentino Alto-Adige, che si riducono quindi a 10 episodi all'anno - informa l'assessore competente per i trasporti - Per quanto riguarda la richiesta di specifici corpi di protezione, ricordiamo che sono già disposte sulle tratte trentine forze di polizia: nel 2015 gli uffici Polfer della provincia di Trento hanno assicurato 1.350 servizi di vigilanza in stazione e 409 scorte a treni viaggiatori e servizi di pattuglia lungo la linea ferroviaria. In particolare: nel corso di questa attività sono state identificate 6.466 persone di cui 2.587 stranieri. E'inoltre attivo un servizio di prevenzione dei reati".