Alessandro Degasperi, l'uomo che si divide in tre. Alle Hawaii l'unico italiano a sfidare il mondo
Dopo l'ottimo ventesimo posto al mondiale di triathlon, il fiemmese Alessandro Degasperi, vincitore a Salisburgo e Lanzarote, prepara il nuovo assalto all'Ironman World Championship ripartendo dalla Messico. Degasperi: "Ho girato il mondo per il triathlon, ma la mia vera forza è la famiglia che mi segue ovunque"

TRENTO. Un italiano solo alle Hawaii fra i 'pro'. Non si parla di turismo. Ma dell'ironman World Championship archiviato il mese scorso e che ha visto il trentino della Valle di Fiemme Alessandro Degasperi, classe 1980, chiudere al ventesimo posto la prima esperienza iridata. “Un buon risultato alla prima partecipazione. Un passo importante per conoscere la gara che si svolge in condizioni particolari per ambiente, clima e atleti”.
L'ironman è una delle distanze standard del triathlon, un'attività per uomini tutto d'un pezzo, anzi tre. Questo sport è caratterizzato infatti dall'insieme di tre discipline tutte d'un fiato: 3,86 chilometri a nuoto, 180,260 chilometri in bicicletta e 42,195 km di corsa.
Una terra vulcanica che raccoglie solo i diamanti: l'arcipelago situato nell'oceano Pacifico accoglie infatti solo la meglio gioventù della disciplina e già qualificarsi non è per nulla impresa facile. Un percorso lungo una stagione: le tappe e i punteggi sono altamente selettivi: “Sono riuscito a guadagnare il ticket per l'Ironman World Championship abbastanza presto - spiega - dopo aver partecipato alle gare in Argentina, Sud Africa, Spagna, Germania e Austria”.
Livello alto, caldo asfissiante, un ambiente che respira triathlon per una settimana intera su un percorso difficile e pieno di insidie, come il forte vento: “Chiaramente - continua 'Dega' - ho concentrato la preparazione sull'evento più importante dell'anno e atteso da due stagioni dopo l'infortunio dell'anno scorso. E' andata bene, ma voglio migliorare ancora. Un'esperienza preziosa per un atto finale particolare che presenta diverse peculiarità. L'asticella era davvero alta, il tutto condito dal caldo infernale e dal vento. Tuttavia mi sono difeso bene, togliendomi delle buone soddisfazioni, nonostante alcune noie meccaniche nel ciclismo che mi hanno rallentato”.
'Dega' a fine novembre rilancia la stagione e la sua ambizione di qualificarsi nuovamente alla finale del mondiale riparte dal sole e dalle nuvole del Messico. Una carriera nel triathlon iniziata nel lontano 1996 e che ha accompagnato Alessandro anche nella laurea in Economia Politica all'Università di Trento: “I sacrifici in questo sport - ci dice - sono all'ordine del giorno, ma la maturità acquisita sui campi di gara, mi hanno convinto a spingere oltre i limiti per osare sempre di più”.

Tante vittorie, podi e piazzamenti: “Nella Nazionale italiana ho partecipato a Europei e Mondiali di categoria e assoluti su distanza Olimpica. Il 2005 è però un anno speciale: divento prima Campione Europeo assoluto di Winter Triathlon e poi Campione Italiano X-Terra nell'edizione di Villacidro a Cagliari”.
Non solo gioie, le delusioni non sono mancate, come la partecipazione alle Olimpiadi sfumata in due occasioni per alcuni infortuni. Come un giocatore di poker 'Dega' ha però subito rilanciato: sale sul podio di tre importanti Campionati Europei di Ironman 70.3: edizioni 2007, 2008 e 2013, mentre nel 2012 trionfa nell’Ironman 70.3 di Salisburgo, mentre nel 2015 arriva braccia al cielo sotto il traguardo di Lanzarote.
Ogni settimana 5 allenamenti di nuoto, altrettanti di corsa e bici, il tutto condito dalla palestra: “Le motivazioni - continua Degasperi - sono dettate da passione, obiettivi e la voglia di migliorare. Una disciplina da studiare quotidianamente per l'evoluzione dei mezzi tecnici, analisi dei dati e per il perfezionamento della preparazione atletica. Non basta una carriera per sentirsi arrivati”.
E alle Hawaii, come in tutte le gare del resto, non mancava la famiglia, la vera benzina nel cuore, nei muscoli e nelle gambe del fiemmese: “La famiglia è fondamentale. Una passione comune: mia moglie è stata triathleta e mi segue come fisioterapista, mentre mio figlio Luca è sempre stato il mio primissimo tifoso. Una fortuna e un apporto decisivo, soprattutto perché questa disciplina mi tiene lontano da casa tante ore e dal Trentino tanti giorni”.
E chissà se Luca, ormai 10 anni, seguirà le orme paterne e terrà alte le bandiere trentine e italiane nelle kermesse internazionali: “Luca ha iniziato a fare qualche gara di triathlon, ma l'importante è provare tutti gli sport per trovare quello più divertente, ma soprattutto migliorare le abilità motorie e la coordinazione. Da grande sceglierà poi la disciplina che preferisce”.