Una società dove uguaglianza, dignità, fratellanza e libertà non esistono non può che affondare


Anticipatore sociale, analista di macrotendenze consulente strategico
In Trentino e in Italia c’era chi pensava di poter proseguire l’azione di governo in “splendida” continuità con quanto fatto in precedenza (classe dirigente). E c’era poi chi invece chiedeva cambiamento (elettorato). La forza inarrestabile ha incontrato un oggetto inamovibile e l’ha spinto via. I partiti percepiti come parte dell’establishment hanno subito una disfatta storica perché proponevano l’eterna ricorsività dell’uguale a se stesso: di centrodestra o centrosinistra che fossero, la loro era la promessa di un futuro molto troppo simile a un presente sgradevole, che andrebbe invece trasformato.
Ripetitivi al punto che, come osservava Lucia Annunziata, Renzi, sconfitto tre volte (primarie, referendum, elezioni), si è comportato come se non avesse mai perso e fosse insostituibile. Ripetitivi al punto che stampa italiana e analisti statunitensi già prospettano l’ennesima formula gattopardesca: "Se davvero il Pd dovesse spaccarsi si porrebbero le basi per la costruzione di un nuovo partito capace di attrarre i moderati di Pd, Forza Italia e altri piccoli partiti che rappresentano un terzo dell’elettorato. Per non parlare del fatto che, nel frattempo, dalle ceneri di Renzi e Berlusconi potrebbe nascere un nuovo leader. Non tutto il male, insomma, viene per nuocere".
Carlo Calenda pare sia il prescelto e l’indole ricorda quella di Renzi: “Morto un bomba se ne fa un altro”. Questi “salvatori della patria” appaiono come fautori di un sistema chiuso e perciò entropico, in cui il risentimento, l’ansia, i comportamenti antisociali, la dipendenza da psicofarmaci, ecc. non può che aumentare. Al confronto il MoVimento 5 Stelle non può che essere percepito come l’imperfetto viatico di chi s’incammina verso un sistema aperto. Non è difficile capire perché chi nutre speranze e aspettative preferisca votare loro. Si tratta, in generale, di uomini di età inferiore ai 54 anni, di formazione medio-alta, liberi professionisti o imprenditori, residenti nel Meridione o nel Nord Est (Demos, febbraio-maggio 2017). Non certo perdenti della storia, ma cittadini proattivi in cerca di ricambio sociale e di innovazione ad ampio spettro.
IL PRESENTE
Ricordo, infatti, che chi si erge a difensore del sistema attuale come “atto di responsabilità”, di fatto preserva un modello di “sviluppo” antiumano:
- Viviamo in un mondo in cui l'82% dei profitti finisce all'1% della popolazione. In questo momento l'1% possiede oltre metà della ricchezza mondiale (uguaglianza);
- Viviamo in un mondo in cui il profitto viene regolarmente anteposto al benessere dei lavoratori, degli esseri viventi e dell'ecosistema in generale (dignità);
- Viviamo in un mondo in cui il debito e la precarietà vengono usati scientemente per mantenere le masse impaurite, incerte, intimidite, obbedienti (libertà);
- Viviamo in un mondo in cui le differenze tra le persone vengono usate per dividerci e metterci gli uni contro gli altri (fratellanza).
È una condizione innaturale, frutto di una strategia deliberata che favorisce i pochissimi a svantaggio della specie nel suo complesso, conducendo tutti quanti alla rovina (e il pianeta con noi).
IL FUTURO
Il futuro, per nostra fortuna, non offre spazio al Titanic dell’establishment: inaffondabile finché non affondò. Siamo arrivati a un punto di non ritorno e occorre capire in che direzione stiamo andando. Possiamo provare a mapparlo, per esempio partendo da una premessa non irragionevole, vale a dire che esso sarà la proprietà emergente di una mescolanza di migliori pratiche provenienti, per esempio, dal Giappone (automazione), dalla Svizzera (confederalismo) e dall’Italia (democrazia partecipata avanzata), dal Bhutan (felicità interna lorda), dagli Stati Uniti (repubblicanesimo) e dall’Africa (digitalizzazione e disintermediazione diffuse).
Diamo uno sguardo al futuro e a cosa potrebbe riservarci.
GEOFINANZA
Avremo l’implementazione di un nuovo sistema valutario, nato da un accordo tra i Brics, gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito e il Giappone, con conseguente drastico depotenziamento delle banche centrali. Se ne parla dalla precedente crisi. L’opposizione a questi piani è stata naturalmente intensa, ma si affievolisce. I mercati azionari dovranno fronteggiare un massiccio dimagrimento (per poi ripartire dopo la disintossicazione) e, progressivamente, gli scambi commerciali e finanziari avverranno digitalmente, in maniera disintermediata. La trasparenza assoluta è la chiave per vincere la battaglia contro la corruzione. La privacy è sempre stata asimmetrica: i cittadini comuni erano trasparenti, mentre le classi dirigenti erano opache.
Una condizione intollerabile e non più tollerata. L’Africa, afflitta da corruzione endemica, sta diventando il continente più propenso alla digitalizzazione e disintermediazione dei servizi e del commercio. Recupererà gran parte del terreno perduto nel giro di due generazioni.
GEOPOLITICA
Stabilità economica e stabilità finanziaria sono garanti della stabilità sociale. A partire dagli anni Trenta o Quaranta avremo una valuta planetaria e un governo mondiale. La Confederazione Elvetica doveva fungere da prototipo e l’Unione Europea doveva seguire quel modello, come sperimentazione su scala continentale di un Villaggio Globale configurato come cooperativa planetaria. Qualcosa è andato storto, il progetto è stato preso in ostaggio da malintenzionati. In queste condizioni una valuta globale e un governo mondiale servirebbero lo scopo di istituire una tirannia senza precedenti, invece di una sorta di eden. L’opinione pubblica mondiale dovrà esigere trasparenza assoluta. La luce deve rischiarare ogni angolo oscuro e prevenire macchinazioni.
ECONOMIA & SOCIETÀ
Le società più stabili e in salute sono anche quelle in equilibrio con i loro aspetti maschili e femminili: assertive e umanitarie. Saranno le protagoniste del futuro. Il disagio socio-economico è causato da un sistema economico che, come detto, ha assicurato all’1% il controllo di oltre metà delle ricchezze del pianeta (l’8-10% delle famiglie in Italia possiede la metà dei patrimoni nazionali). Il sistema è in fase di riforma e gli effetti sono già evidenti in Cina e negli Stati Uniti. L’Europa seguirà a ruota, anche se magari in ordine sparso.
Di anno in anno la liquidità circolante si incrementerà e ognuno godrà di sempre maggiori opportunità, anche impreviste. La popolazione carceraria mondiale decrescerà in misura considerevole e in tempi abbastanza rapidi a misura che frustrazione, paura, risentimento e traumi molleranno la presa. La ridistribuzione della ricchezza sarà una delle battaglie cruciali dei prossimi anni: saranno aboliti i salari minimi da fame e il numero di ore lavorative sarà più contenuto. Le disuguaglianze artificiali (sovrastrutturali, dovute a determinismi socio-culturali indotti) si estingueranno. In futuro l’essere miliardario non sarà visto come un onore o un vanto, ma come una vergogna. Accumulare ricchezze che uno non potrà mai arrivare a spendere senza farle circolare in un flusso virtuoso che annaffia e concima l’intera società sarà visto come un comportamento anti-sociale, frutto di egoismo patologico e non illuminato.
Sono da attendersi tasse patrimoniali molto severe (come anticipato in tempi non sospetti dall’ing. Cesare Scotoni), la soppressione dei paradisi fiscali e tetti ai redditi e rendite. Accadrà in tempi abbastanza brevi se ci sarà un altro collasso sistemico. Diversamente sarà un processo graduale, osteggiato ma inarrestabile.
Questa riflessione di Gianroberto Casaleggio, di un’evidenza scontata, diventerà patrimonio di tutti: Al denaro andrebbe attribuito un peso marginale nella società perché in sostanza è una forma di scambio di beni. Nessuno dovrebbe possedere più di un certo livello di beni materiali, un massimo di 3 o 4 milioni di euro. Non è un discorso francescano ma politico. L’accumulo di denaro non va d’accordo con la democrazia. Chi concentra molto denaro può influenzare la società, piegare la politica e quindi la gestione della cosa pubblica ai suoi interessi. Gli esempi li abbiamo davanti agli occhi eppure fatichiamo a capire. Finché il denaro rimarrà concentrato nelle mani di poche persone e le banche disporranno del potere attuale, la democrazia rimarrà un puro esercizio retorico, una caricatura di se stessa.
POLITICA E MONDO DEL LAVORO
Tutto cambierà, per davvero. Scandali massici, incalzanti, delegittimanti spianeranno la strada a forme di democrazia partecipativa sempre più avanzate negli anni Venti. Sempre più spesso i cittadini saranno chiamati a prendere decisioni collettive, in primis sulle guerre, ma anche sul livello di tassazione, sul grado di liberalizzazione dei mercati, sulla legalizzazione o proibizione di pratiche, sostanze e prodotti, sul termine vita, ecc.
Sovranità e potestà saranno esercitate direttamente e i politici saranno chiamati a svolgere il ruolo di mediatori e facilitatori tra sfera legislativa/esecutiva e le richieste della popolazione. Lo stesso fenomeno di democratizzazione radicale investirà il mondo del lavoro. Il rispetto reciproco tra capi e impiegati sarà una premessa ineludibile. Le aziende che non se ne cureranno verranno marginalizzate e punite dai consumatori. Una lunga stagione di lotte e proteste trasformeranno i rapporti di lavoro e gli ambienti di lavoro.
TECNOLOGIA
Una tendenza emergente è quella dell’integrazione di tecnologia e natura (biofilia). La rivoluzione industriale comportò che molti lavoratori fossero sostituiti da macchine. La rivoluzione robotica e delle intelligenze artificiali porterà con sé una nuova consapevolezza: sarà considerato criminoso relegare esseri senzienti a compiti monotoni, umili, degradanti e usuranti psico-fisicamente che generano rapporti gerarchici di dominio e controllo spesso sadico sul prossimo. Per tale ragione i discendenti spirituali del movimento per l’abolizione della schiavitù si batteranno per la diffusione dell’automazione/robotica. Sta già accadendo, ma la popolazione non se n’è ancora accorta, perché non è un fenomeno pienamente organizzato.
Una minuscola avanguardia sta facendo rotolare la palla di neve che diventerà valanga. La civiltà umana richiede energia illimitata ed economica. Se Congresso americano, Commissione europea e grandi realtà industriali giapponesi, europee e statunitensi investono e monitorano attentamente la ricerca sulla “fusione fredda” è perché qualcosa di importante si sta finalmente muovendo, dopo anni di stigmatizzazioni e resistenze. Entro una decina di anni i residenti delle grandi metropoli fruiranno dell’erogazione gratuita di elettricità, telefono e internet.
Questi servizi gratuiti si espanderanno via via irradiandosi a partire da questi epicentri per raggiungere le aree periferiche. Seguirà la gratuità di trasporti pubblici, acqua potabile e gas, abitazioni e generi alimentari. Chi specula sul mattone e il cibo si prepari a diversificare. Stiamo sviluppando una civiltà dell’invenzione, della creatività, dell’industriosità elettiva. Sta a noi assumerne il controllo a nome del 99%, abolendo una vetusta separazione castale.