Fine 2017: il mondo è ancora qui, in salute. Ora pensiamo in grande. Per Trento c'è il progetto di Campomarzio


Anticipatore sociale, analista di macrotendenze consulente strategico
Stiamo entrando nel 2018. Un altro anno è passato e l’umanità è ancora lì a giocarsela. Una mezza dozzina di pandemie che dovevano spazzarci via appartengono al passato, la terza guerra mondiale è una prospettiva sempre più remota (le maggiori potenze stanno collaborando per risolvere la questione nordcoreana e quella siriana), l’era del petrodollaro sta per terminare ma chi si occupa della stabilità del dollaro non sembra nutrire motivi di preoccupazione. Il Califfato è stremato e si è appena scoperto che circa un terzo delle armi usate dai fondamentalisti ormai in rotta erano di provenienza saudita e statunitense. La Cina, data per morta decine di volte, continua a sostenere l’espansione della sua classe media.
L’Unione Europea ha retto all’impatto di: crisi greca, crisi ucraina, crisi dei rifugiati, crisi dell’eurozona, crisi di delegittimazione della classe dirigente europea, ecc. Per l’Italia è stato un anno record nel turismo e nello sport (non esiste solo il calcio). Le bolle speculative sono minacciose, come da quarant'anni a questa parte, ma il mondo non-occidentale si è già attrezzato per varare il nuovo ordine finanziario ed economico multipolare: quasi tutti i paesi occidentali vi hanno aderito molto discretamente. Chi vorrebbe rinunciare a una fetta della gigantesca torta che verrà?
Non siamo ancora stati invasi da zombie o alieni sterminatori e le scimmie non ci hanno rimpiazzato. Nessun baco o virus minaccia Internet. Nessun asteroide o cometa si sta dirigendo verso il nostro pianeta con intenti mortiferi. Il pianeta si sta ricoprendo di foreste a un ritmo impressionante (cf. Nature). L’appuntamento con il giorno del giudizio e la fine dei tempi sembra dunque essere stato rinviato anche questa volta. Ci toccherà rimboccarci le maniche e affrontare il nuovo anno con nuovi propositi e senza ansie paralizzanti. E poiché l’economia trentina è ripartita, i politici non potranno dissimulare un’eventuale carenza di immaginazione, visione, audacia dietro l’alibi della Crisi.
L’elettorato si attenderà una campagna elettorale con dei contenuti riconoscibilmente rispettosi dell’intelligenza e dignità dei cittadini. Chi si limiterà a promettere di difendere la popolazione da mille minacce più o meno immaginarie, a pensare in piccolo, zavorrato da mille pregiudizi negativi, continuerà a restare all’opposizione. Una crescente porzione della popolazione è stufa degli uccelli del malaugurio, è scocciata dalla cappa di pessimismo apatico che tarpa le ali di chi desidera trasformare in meglio le proprie vite e comunità. È invece stimolata da ragionamenti d’insieme, organici e ambiziosi, con un respiro internazionale ma integrati nel contesto locale; insomma di progetti come quelli proposti dal collettivo Campomarzio.
Sono boccate d’ossigeno che nutrono il desiderio di partecipazione della popolazione alla costruzione del proprio destino, di qualcosa di molto più grande e più elevato di ciascuno di noi, qualcosa da trasmettere ai posteri con orgoglio. Un ponte tra passato, presente e futuro (e tra le due sponde dell’Adige, le due parti estraniate della città). L'essere umano è nato per porsi al servizio di qualcosa di più grande di se stesso, non per vivacchiare, traccheggiare, tirare a campare. È nato per porsi domande sempre più vaste e profonde, perché una domanda più profonda è decisamente preferibile alle risposte superficiali, agli automatismi nelle azioni e nei pensieri.
Proposte e interrogativi come quelli sollevati da questa nuova generazione di urbanisti spingono inevitabilmente il dibattito verso un altro livello di coscienza e un'altra qualità della conoscenza e spronano leadership incerte a dimostrarsi all’altezza delle sfide del nostro tempo e dell’avvenire. La soluzione ai nostri problemi non deriva principalmente dall’apparizione di nuove ideologie, filosofie, movimenti o tecnologie (ogni invenzione promette di farci risparmiare tempo e denaro, ma per qualche motivo siamo sempre a corto dell’uno e/o dell’altro). Servono soprattutto menti nuove, persone nuove, interiormente mature ed empatiche, coscienze deste, che non si lascino scuotere da difficoltà, discordie e debolezze, perché hanno fiducia nel futuro e nell’umanità: la loro e l’altrui.
Persone nuove che introducano elementi più umani, equilibrati e virtuosi nelle nostre società, in modo tale che il Trentino, quest'angolo privilegiato del mondo, possa finalmente diventare un laboratorio di migliori prassi dove le persone collaborino in vista dell’interesse generale, sapendo che esso coincide con il proprio.