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| 18 set 2017 | 12:46

Al posto degli insegnanti di sostegno gli 'assisitenti'. "Gestione pressapochista e discrezionale del centrosinistra trentino"

Il deputato Riccardo Fraccaro inoltra un'interrogazione parlamentare. "Si tratta di una prassi potenzialmente dannosa, perché incide su un settore importante e delicato"
DAL BLOG
Di Riccardo Fraccaro - 18 settembre 2017

E' segretario alla Presidenza della Camera dei deputati, eletto in Trentino Alto Adige nel 2013 con il Movimento 5 Stelle

La gestione pressapochista e discrezionale del centrosinistra ha snaturato la scuola trentina, con evidenti ripercussioni sulla qualità dell’insegnamento, sul sistema di assunzioni e sulla tutela degli insegnanti.

 

Un problema che si evidenzia a molteplici livelli: a giugno siamo intervenuti con due interrogazioni sul settore della formazione professionale, in questi giorni ho presentato altri due atti di sindacato ispettivo per chiarire alcune questioni relative al sostegno per bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento.

 

La figura dell’insegnante di sostegno è prevista dalla legge 104/1992 per gli alunni che hanno un handicap fisico, sensoriale o psichico. L’insegnante di sostegno, quindi, è una figura professionale molto importante, che viene assegnata alla classe quando è presente almeno un bambino con le caratteristiche individuate dalla legge.

 

Da un’analisi congiunta del gruppo di studio per l’inclusione scolastica (GSIS) e del sindacato Anief su dati della Provincia di Trento e Istat relativi al 2016 risulta che in provincia di Trento le ore di docenza con insegnante specializzato siano state progressivamente sostituite da ore di “assistenza” con impiego di personale non docente e dipendente da cooperative o enti privati.

 

Pare, inoltre, che agli assistenti educatori in alcuni casi sia stato anche affidato il compito di redigere il piano educativo individualizzato, quando la normativa assegna tale compito a uno specifico gruppo di lavoro, composto dai docenti della classe, specialisti dell’Asl o Apss e genitori.

 

Si tratta di una prassi del tutto discrezionale e potenzialmente dannosa, perché incide su un settore importante e delicato: impiegare assistenti al posto di insegnanti specializzati sarà forse conveniente per le casse provinciali, ma va a scapito di ben precise figure professionali e soprattutto degli alunni più fragili, per i quali viene messo in discussione il diritto allo studio e all’apprendimento

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