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La battaglia contro l’ambientalismo nuova frontiera della destra fascista mondiale. Ma così si compromette il futuro di tutti

DAL BLOG
Di Raffaele Crocco - 01 luglio 2023

La battaglia finale sembra essere contro l’ambientalismo. Anzi, pare avere il profilo preciso del negazionismo, tacciando come assolutamente falso e strumentale tutto ciò che denuncia i pericoli legati alle mutazioni forzate del clima. È la nuova frontiera della destra fascista mondiale. Parlo della destra ultra sovranista, liberista, xenofoba, razzista, clericale e tradizionalista. Insomma, quella che si rifugia nella triade “Dio, patria e famiglia”. Bene, quella destra sta diventando la vera nemica di chi sostiene la necessità di intervenire per frenare il riscaldamento globale.

 

Le armi usate, per ora, sono quelle di ridicolizzare l’avversario, definendolo “uno snob elitario”, nemico del popolo. La cosa è denunciata con molta chiarezza da George Monbiot, sul Guardian e riportata con efficacia da Alessandro Trocino, del Corriere Della Sera. “Anche il più innocente tentativo di ridurre l’impatto sull’uomo – scrive Monbiot - viene presentato come una cospirazione per limitare le nostre libertà. Tutto viene contestato: i quartieri a basso traffico, le città da 15 minuti, le pompe di calore, persino i piani cottura a induzione”. Il giornalista prosegue descrivendo il circolo vizioso dei migranti, che proprio nel cambiamento climatico planetario trovano una delle ragioni di fuga dalla loro terra. Il corto circuito, dice è che “la destra nega il cambiamento climatico, alimentando politiche che impoveriscono terre già disastrate, individua i migranti come capri espiatori. Poi, l’odio per i rifugiati diventa un carburante politico per gli stessi che hanno alimentato le disparità e negato il cambiamento climatico”.

 

Così tutto torna e diventa funzionale a quella “politica dell’odio” – contro gli stranieri, contro le “aristocrazie di sinistra”, contro tutti – che alimenta le politiche della destra fascista in tutto il Mondo. Il tornaconto è soprattutto economico: con queste politiche, gli oligarchi vogliono proteggere i loro interessi. Gli Usa sono – come spesso capita – all’avanguardia in questo. In Texas, giusto per fare un esempio, i petrolieri stanno finanziando i legislatori, per portare a casa norme che impediscano la diffusione di energie rinnovabili. In Ohio, per legge le politiche climatiche non possono essere discusse all’università. Infine, il caso più clamoroso, direttamente dalla Florida. L’ultraconservatore – con venature fasciste - Ron De Santis sta costruendo la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti sulla base della negazione del problema clima. Monbiot scrive che De Santis “su Fox News ha denunciato la scienza del clima come politicizzazione del meteo. Ha approvato una legge che obbliga le città a continuare a usare i combustibili fossili. Poi, ha tagliato le tasse, compresa l’imposta per la prevenzione dei disastri, minando la capacità della Florida di rispondere alle crisi ambientali”.

 

In Europa non va meglio. Lo spiega Tonia Mastrobuoni, di Repubblica. La destra fascista e ultra conservatrice sta vincendo ovunque, partendo da posizioni completamente anti ambientali. I postnazisti dell’Afd sono diventati il terzo partito della Germania attaccando a testa bassa i Verdi al governo. Li hanno attaccati su tutto, scrive Mastrobuoni, “sulla fine del motore a scoppio, sull’uscita dal nucleare e le fonti rinnovabili, sulla legge che punta a sostituire gli impianti di riscaldamento alimentati a gas o carbone, su tutto. Per uno dei leader, Tino Chrupalla, i cittadini possono vedere benissimo a cosa conducono le politiche dei Verdi: alla guerra economica, all’inflazione e alla deindustrializzazione”.

 

La tesi è semplice: l’ambientalismo è un lusso da borghesia urbana, una cosa da fighetti. Un’idea che ha presa, ma che semplifica pericolosamente tutto. La destra fascista, infatti, non trova la soluzione nell’affermare la necessità di una migliore distribuzione di ricchezza e diritti umani. Non riprende – per essere chiari - il concetto di Chico Mendez, attivista brasiliano ucciso per le sue lotte ambientaliste, di “ecologia senza lotta di classe vuol dire giardinaggio”. Non ha nemmeno lontanamente il senso di “lotta per la giustizia”. Il messaggio della destra fascista è più elementare. Alla gente dice: “Quei cattivi di sinistra vogliono – con l’ecologia – impedirvi di avere le cose che vi meritate. Seguite noi, che invece ve le garantiamo”.

 

E poco importa se questo continua ad arricchire sempre le eterne multinazionali e i soliti oligarchi. L’importante è garantire – pur bassissimo – un certo standard di vita e l’adesione ad un tipo di mercato. Una logica che funziona anche in Spagna. I post franchisti di Santiago Abscal sono in campagna permanente contro “l’élite ambientalista”. Un deputato, Carreras, ha spiegato in Parlamento che, in fondo, il riscaldamento globale eviterà alle persone di morire di freddo. In Svezia e in Austria, la destra fascista avanza con le stesse tecniche. Continuando così, dicono gli osservatori, mettere in piedi serie politiche di contenimento del riscaldamento globale sarà praticamente impossibile. Il rischio è di arrivare a distorte e grottesche “prove di forza” destabilizzanti, con i conservatori fascisti a vestire i panni di “difensori del diritti del popolo” contro una piccole élite borghese che vuol far pagare ai più poveri il progresso sostenibile.

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