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Un’alluvione di Adige (dopo la pioggerella di Nuovo Trentino) per affogare il T che, però, ha le idee chiare: ecco come sarà il giornale del duca dei guelfi Casalini

DAL BLOG
Di Paolo Ghezzi - 22 ottobre 2022

Ragazzo del 57, giornalista dal 79, troppo piccolo per il 68, ha scansato il 77 ma non la direzione dell’Adige (8 anni 8 mesi e 3 giorni) e la politica (24 mesi in consiglio provinciale tra il 2018 e il 2020)

L’ultima bomba di Kaiser Ebner, semimonopolista della stampa in regione, è una distribuzione promozionale di 150mila copie (avete letto bene, suppergiù dieci volte la normale tiratura) dell’Adige, in tutto il Trentino, in tutte le famiglie: diffusione record – slogan “Non si era mai visto prima” nella proposta agli inserzionisti pubblicitari – e per ogni edizione speciale “è previsto un grande concorso con il quale i lettori potranno vincere premi esclusivi”. Le date di questa alluvione (quasi una deforestazione amazzonica) di Adige sono il 25 ottobre per Valle dell’Adige e Trentino orientale, il 26 per Vallagarina e Trentino occidentale.

  

 

Dopo l’affrettata rianimazione del Trentino che Dr.Ebner-Mr.Mike ha chiuso nel gennaio 2021 e ha riaperto martedì scorso in formato extraslim di 12 pagine (ma senza grandi exploit di vendite, riferiscono gli edicolanti), il magnate di Bolzano dimostra di essere molto arrabbiato, o molto preoccupato. O tutt’e due. Perché qualcuno osa sfidare il suo regno mediatico. E allora è interessante andare a curiosare nel tour che la squadra concorrente del T sta svolgendo nelle valli. E giovedì sera siamo andati a vederlo in diretta, nell’auditorium della Cassa rurale di Mezzocorona.

 

I guelfi del T , con eleganza, evitano di citare i ghibellini del Kaiser Ebner, ma è chiaro che il loro nuovo giornale, che sarà in edicola (e nelle famiglie coop dove non ci sono edicole) dal 3 novembre (ma il sito comincerà già il 25, per una settimana tutto gratis), è una sfida epocale al quotidiano leader, l’Adige, che il tycoon sudtirolese ha comprato dai conti Gelmi estendendo il suo impero alla provincia meridionale della regione. Un T di 40 pagine, con copertura delle valli, significa questo: offrire un’alternativa all’Adige con lo stesso volume informativo (ma con meno redattori). Gli altri due quotidiani (Corriere e Nuovo Trentino) non vanno oltre una foliazione di 12 e dunque sono fuori dalla partita principale.

 

Se ci pensate, già il nome scelto (a mio parere, felicemente) per la testata dice di questo tentativo di presentarsi come un’idea radicalmente nuova. Di Trentino, e nuovo Trentino, è già costellata la storia dell’editoria provinciale… da Cesare Battisti fino a Paolo Mantovan. Il T deve trovarsi uno spazio vitale tra le alte montagne del web, dominato dalla fortunata impresa del Dolomiti – con centomila lettori al giorno e 6 milioni di pagine visualizzate al mese – e la valle cartacea dove scorre l’Adige, più smilzo dei tempi d’oro, in quanto a copie e pubblicità, ma pur sempre fiume principale nel settore edicola.

 

Il T, smaterializzato alla lettera iniziale a sé stante, si è tenuto alla larga da fiumi e vette, per cercare, dal 3 novembre, se non la vittoria alata evocata dalla storica data del 1918, una sua strada per reggere il mercato. Il T, ha ripetuto giovedì sera il duca dei guelfi, Simone Casalini, a Mezzocorona (nuova tappa del tour di presentazione), sarà un nuovo modo di raccontare il Trentino in quattro versioni: la carta, l’edizione digitale ricalcata sulla carta, il T web e i social, con tutti i redattori che si muovono sui 4 lati della sfida, senza compartimenti stagni. Peccato che a Mezzocorona il tavolo dei relatori fosse monogenere (7 maschi su 7: Sebastiani Casalini Ciola Piccoli Marinolli Sgrò Fichera), cosa di cui si è scusato il direttore (e difatti, a differenza dagli altri appuntamenti, non ce n’è traccia nella fotocronaca Facebook), adducendo i concomitanti impegni delle due signore che avrebbero dovuto essere con loro. E cogliendo la gaffe per fare un elogio di Margherita Montanari, proveniente da Parma via università a Trento, promossa sul campo a capa dell’economia – che sarà cruciale in un giornale delle categorie economiche – a soli 27 anni d’età.

 

 

Che si tratti di sfida difficile, l’amministratore di Synthesis srl Franco Sebastiani, l’ha detto con due cifre: a giugno 2021, quando si è entrati nel vivo di questo progetto, una copia cartacea costava 32 centesimi, oggi ci costa 54. L’aumento è dell’81%. L’aggressione scellerata di Putin all’Ucraina e la nostra scellerata dipendenza dal gas russo hanno innescato una crisi economica che rendono ancora più coraggiosa (o temeraria?) la scelta degli imprenditori trentini (Confindustria, Cooperazione, artigiani, albergatori Asat, Confesercenti, si attende la Confcommercio che però, con Bort, sta più dalla parte dei ghibellini). “Dal punto di vista strettamente gestionale – spiega l’amministratore – è chiaro che con il web i margini sono maggiori, ma noi amiamo la carta e pensiamo che ci sia ancora una generazione di lettori che preferisce il cartaceo. Non dovesse essere così, fra tre anni facciamo il punto e decidiamo come continuare…”.

 

La Fondazione non ha fini di lucro ma certo non vorrà perderci troppo, e troppo a lungo. 500 metri quadrati di luminosa ma periferica sede in via Maccani presso la Metro (idonea anche alle visite delle scolaresche; e il giornale avrà una pagina per i bambini, detta la Giostra); 21 giornalisti di cui 8 sotto i 35 anni e 3 sotto i 30, 39 anni l’età media, 60 euro l’anno l’abbonamento alla parte a pagamento del sito web (perché Internet non va riempito di contenuti con poco valore). I giornalisti vengono da Adige, Trentino, Corriere del Trentino ma anche dalle tv, come Alessio Kaisermann, di Mezzocorona, che sarà il responsabile dello sport, e Simone Casciano che marcherà il web. Come accade a Luca Pianesi, il Fortebraccio del Dolomiti, Simone Casalini è da parecchi anni felicemente trentinizzato ma gli rimangono per fortuna i cromosomi di centritaliano, il che gli conferisce un eloquio più agile e uno sguardo più ampio degli orizzonti montagnardi.

 

È un intellettuale che fa il giornalista, e suona perfino un po’ professorale quando gli scappa che gli preme “esplorare le persone della marginalità facendo filologia delle loro biografie” e scoprire “il lato paradigmatico della notizia”: al bar capiranno? Si capisce però che persegue un’altra visuale per inquadrare la realtà di tutti i giorni. E allora ben vengano gli approfondimenti e le inchieste che, a pagina 2 e 3, avranno la testatina “Campi liberi” e a pagina 4 ci saranno le lettere dei lettori con risposte di tutti i giornalisti, non solo del direttore, perché “il nostro è un lavoro di squadra”. Alle fotografie grandi e spiazzanti, come sarebbe piaciuto a Piero Cavagna, sarà dedicato il progetto speciale Rifrazioni.

 

Capita pure di sentirgli dire che per la grafica e il concept del T hanno guardato a Le Monde, perché i francesi hanno tagliato del 25% la quantità di pagine, per assumere più giornalisti e guadagnare copie per la qualità dei pezzi. “Non abbiamo lo zoccolo duro degli altri quotidiani ma siamo liberi di raccontare il Trentino a modo nostro”.

 

A Casalini ho chiesto pubblicamente, a Mezzocorona, come pensa di allontanare i sospetti che i suoi soci possano condizionare il suo nuovo racconto, e se ci sarà un garante del lettore rispetto ad eventuali usi “promozionali” della nuova testata per categorie imprenditoriali o singole aziende. “Fausto Manzana – mi ha risposto – mi ha garantito serietà e libertà. E me l’ha subito dimostrato lasciandomi scegliere da solo, una per una, le venti assunzioni. Senza condizionamenti e senza raccomandazioni. Mi pare già una bella prova di autonomia. E poi, anche con la consulenza di Luciano Paris che per decenni ha guidato l’Adige, abbiamo creato una struttura che garantisce un diaframma tra la Fondazione dei soci e la redazione, con la srl di cui è amministratore unico Franco Sebastiani, manager di provata esperienza e capacità, che non è riconducibile a nessuno dei soci. Non sarà, insomma, il quotidiano delle categorie. E il garante del lettore e della libertà della nostra informazione, o meglio della nostra rappresentazione della realtà, sono io con la mia storia, con la scelta di svelare tutto ciò che c’è da svelare e di non occultare nulla”.

 

 

Al duca del T guelfo ho chiesto pure come pensa di differenziarsi, nella linea politica in senso ampio, dal diretto competitor ghibellino che, come quasi sempre i giornali leader (basti pensare al Corriere a livello nazionale) è inevitabilmente filogovernativo. Abilmente, ha volato alto, eludendo il confronto con il concorrente: “Ci sarà diritto di tribuna per tutte le opinioni democratiche. Io credo in un certo tipo di società ma dialogo con chi ha idee diverse, anche distanti dalle mie, che non voglio condannare perché non sono un giudice. Censuro solo le posizioni estranee ai percorsi democratici e credo alla cultura dell’incontro: nelle scuole, nelle piazze, nei parchi pubblici in cui gli incroci costruiscono per ibridazione nuove culture”.

 

Insomma, il T sarà antifascista, pluralista e fautore delle contaminazioni culturali: ed è già bella cosa, di questi tempi. Il duca dei guelfi ha le idee chiare e “alte”: ha solo due problemi. Che le sue redattrici e i suoi redattori siano in grado di mantenere nel tempo un’alta qualità di “racconto”; che i lettori sappiano apprezzare un’informazione che almeno a parole, vuol arrivare in profondità, sviscerando i temi forti della nostra convivenza, e raccontandoli in modo originale, rispetto alla quantità delle notizie fornite ogni giorno. Sarà, quest’autunno caldo e un po’ pazzo dell’editoria trentina, questa sfida epocale dei guelfi ai ghibellini, un banco di prova per il Trentino stesso. È così numeroso, curioso, pluralista, attento, il pubblico potenziale dell’informazione quotidiana, da sostenere la felice concorrenza di quattro diversi giornali di carta e del Dolomiti che domina il web? Chi leggerà, vedrà.

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