La Germania: i populismi determinano le elezioni nei tre Länder dell’Est. Preoccupazioni per la stabilità del governo federale


Docenti di studi internazionali dell'Università di Trento
di Jens Woelk, Professore di diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza e la Scuola di studi internazionali dell’Università degli Studi di Trento (“cattedra Euregio”).
Nel mese di settembre si sono svolte, a distanza di tre settimane, delle elezioni in tre dei cinque Länder tedeschi dell’Est. Come previsto, ne sono usciti molto rafforzati i populismi, sia quello di estrema destra della Alternative für Deutschland (AfD), sia quello del nuovo partito “Alleanza Sahra Wagenknecht” (Bündnis Sahra Wagenknecht - Bsw) nato di recente dai dissidenti dell’estrema sinistra Linke e incentrato sulla sua leader carismatica (infatti, si tratta del primo caso in Germania di un partito che porta il nome del suo leader).
La forte ascesa dei populismi e la sconfitta dei partiti del governo federale nelle tre elezioni
Il 1 settembre si è votato in Turingia e in Sassonia. Le elezioni arrivano una settimana dopo il triplice omicidio nella città occidentale di Solingen causato da un richiedente asilo siriano: un attacco che ha alimentato un acceso dibattito sull’immigrazione. Il partito di ultradestra Alternative für Deutschland (AfD) ha vinto per la prima volta le elezioni regionali in Turingia, mentre è impegnata in un testa a testa con i cristiano-democratici in Sassonia.
Una sorpresa è il risultato del Bündnis Sahra Wagenknecht (Bsw), che diventa subito la terza forza in entrambi gli stati federali. Circa 5 milioni di persone (meno dell’8% della popolazione tedesca) sono state chiamate a votare e l’affluenza alle urne è stata alta: del 73,6% in Turingia e del 74,4% in Sassonia.
Per la prima volta nella storia del dopoguerra, la Turingia ha visto un partito classificato dai servizi segreti interni come estremista di destra – l’AfD - ottenere il maggior numero di voti, con il 32,8% (32 seggi). La Cdu ha ottenuto il 23,6% (23), l’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), il 15,8% (15) e la Sinistra il 13,1% (12 seggi, nonostante il Ministro-Presidente uscente, Bodo Ramelow, Linke, avesse guidato per 5 anni un governo di minoranza). I partiti della coalizione “semaforo”, al governo federale, non svolgono alcun ruolo in Turingia: sono rappresentati nel Parlamento solo i socialdemocratici con 6 seggi (6,1% dei voti), mentre sia i Verdi (3,2%) sia i liberali Fdp (1,1%) non raggiungono la clausola di sbarramento.
In Sassonia, sono entrati ben sette partiti nel Parlamento del Land e la Cdu è rimasta per poco il partito più forte, ottenendo il 31,9% dei voti (41 seggi), davanti all’AfD (30,6%, 40 seggi) e al Bsw (11,8%, 15), la Linke (4,5%, 6 – attraverso la clausola del mandato di base) e la lista civica (Freie Wähler) con un mandato diretto (1 seggio). I socialdemocratici (SPD) hanno ottenuto soltanto il 7,3% dei voti (10 seggi), i Verdi si sono salvati appena con il 5,1% (7), mentre i liberali Fdp sono rimasti fuori dal Parlamento anche in Sassonia, dunque in entrambi i Länder, molto lontani dalla clausola di sbarramento del 5%.
Il leader dell’AfD in Turingia, Björn Höcke, una delle figure più estreme del partito, è stato condannato due volte da un tribunale tedesco per aver usato di proposito la retorica nazista. Ma nonostante i continui avvertimenti da parte di leader, istituzioni e tribunali centristi, l’AfD ha continuato la sua ascesa (alle ultime elezioni federali, nel 2021, aveva ottenuto il 10,3%), soprattutto nella Germania orientale. Sondaggi dimostrano che nei cinque Länder dell’ex Ddr gli elettori, anche quelli giovani, lo stanno votando sempre più spesso non per protesta, ma per sincera convinzione politica.
Nonostante il suo successo, il processo di formazione di un governo si rivelerà difficile. I cristiano-democratici, la Cdu, vogliono nominare il premier sia in Sassonia che in Turingia. Tuttavia, non è chiaro con chi potrebbero unire le forze per raggiungere questo obiettivo, poiché gli altri partiti rifiutano qualsiasi coalizione con l’AfD. Anche con il Bsw, arrivata terza forza politica in entrambi i Länder, le posizioni sono distanti, soprattutto nella questione del supporto all’Ucraina, perché il Bsw sostiene apertamente le posizioni di Putin. Tuttavia, a causa del panorama politico sempre più frammentato nell’Est, quando si tratta di formare governi di coalizione, il BSW sicuramente giocherà un ruolo importante nei prossimi governi sia in Sassonia che in Turingia.
Tre settimane dopo, il 22 settembre, le elezioni in Brandeburgo – il Land che circonda la capitale federale Berlino e dove l’Spd è al governo da 32 anni e storicamente il partito più forte – sono anche esse caratterizzate dalla forte polarizzazione fra l’AfD e chi vuole impedirne il primato dei voti. Anche nel Brandeburgo l’affluenza alle urne è piuttosto alta (72,9%). Vince Dietmar Woidke (Spd), presidente del Land in carica, che è stato premiato dalla sua strategia di concentrarsi sul duello tra l’AfD e allo stesso tempo di prendere le distanze dall’Spd e dal governo federale.
La Spd ottiene il 30,9% dei voti, seguita dall’AfD con il 29,2%, mentre l’alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) è la terza forza con il 13,5%, - davanti alla Cdu, che raggiunge il 12,1%. I Verdi, con il 4,1%, il Partito della Linke, con il 3,0%, e il Bvb/Freie Wähler, con il 2,6%, sono al di sotto della soglia del 5% e non sono quindi rappresentati nel Parlamento statale, poiché non sono riusciti a ottenere alcun mandato diretto. Con lo 0,8%, l’Fdp ottiene il suo peggior risultato di sempre in un’elezione in Germania; i liberali sono stati superati perfino dal Partito per la protezione degli animali (2,0%) e dalla neonata Alleanza Plus (0,9%., formata da Volt, i Pirati e l'Ödp).
Tuttavia, per il Brandeburgo e la Spd, si tratta di una vittoria ottenuta a caro prezzo: poiché i Verdi non hanno raggiunto la soglia del 5% e la Cdu è stata indebolita (tanti elettori hanno sostenuto la Spd nel duello contro l’AfD), la vecchia coalizione di Woidke non sarà più un’opzione.
Le forze populiste sono più forti che mai nel Brandeburgo: infatti, senza Bsw, la Spd di Woidke non potrà governare. Inoltre, l’AfD - con cui nessuno degli altri partiti vuole formare una coalizione - ha conquistato più di un terzo dei seggi nel parlamento del Land, ottenendo la cosiddetta minoranza di blocco con la quale potrebbe bloccare tutte le decisioni e le elezioni del Parlamento statale che richiedono una maggioranza di due terzi, ad esempio l’elezione dei giudici costituzionali.
Le conseguenze: maggiore frammentazione, elevata vulnerabilità e instabilità politica
In mezzo al crescente malcontento degli elettori nei confronti del governo federale di centro-sinistra del cancelliere Olaf Scholz, la vittoria dell’AfD in Turingia e il forte secondo posto in Sassonia hanno provocato un nuovo giro di vite a Berlino, a un anno dalle elezioni federali che potrebbero vedere la Germania inclinarsi verso destra. Un problema centrale non facile da affrontare per i partiti centristi è la crescente sfiducia nei confronti loro e delle istituzioni che ha fomentato il fervore anti-establishment in un’ampia fascia del Paese.
L’attuale coalizione a livello federale, fra Spd, Verdi e Fdp, è nota soprattutto per le controversie interne e i risultati disastrosi delle elezioni regionali stanno creando l’aspettativa di una reazione forte. Il risultato di Brandeburgo ha solo leggermente allentato la pressione permettendo ai socialdemocratici di non aprire subito una lacerante discussione sull’opportunità di sostituire Olaf Scholz come prossimo candidato cancelliere.
Comunque, all’interno del partito socialdemocratico aumentano le voci di chi, seguendo l’esempio dei democratici americani, vorrebbe creare un “effetto Harris” presentandosi alle elezioni federali con un nuovo candidato cancelliere (si fa il nome dell’attuale ministro per la Difesa, Boris Pistorius).
I Verdi, attaccati da tutte le parti, hanno già intrapreso un importante passo verso un rinnovamento del personale, con le dimissioni dei due segretari generali. Sono tuttavia i liberali Fdp, ora rappresentati solo in 9 dei 16 parlamenti dei Länder, quelli che potrebbero, prima della loro completa estinzione, decidere di far saltare il banco della coalizione uscendo dalla coalizione di governo e aprendo una crisi politica che porterebbe inevitabilmente a elezioni anticipate.
Di conseguenza, la politica tedesca non rischia soltanto di diventare ancora più frammentaria, proprio nel momento in cui è necessaria un’azione decisiva da parte di Berlino per contribuire ad affrontare le pericolose crisi dell'Unione europea, ma potrebbe perfino risultare paralizzata per alcuni mesi a causa di una crisi irreparabile di governo seguita da un’aspra campagna elettorale che favorirebbe ancora di più le forze populiste.
Anche la presunta certezza che la democrazia tedesca, caratterizzata da strumenti di difesa contro un suo sovvertimento (“wehrhafte Demokratie”), sia invulnerabile è diventata fragile di fronte alla combinazione fra il successo dell’AfD e del Bsw. Il sistema federale tedesco basato sulla cooperazione – strutturalmente per via dell’esecuzione da parte dei Länder delle leggi federali e dell’Ue e politicamente per l’obbligo costituzionale di garantire condizioni di vita equivalenti che si cerca di raggiungere attraverso una cultura di cooperazione – sembra offrire notevoli punti deboli per partner di coalizione nei governi dei Länder che vogliono ostruire piuttosto che impegnarsi in leale collaborazione.
Il fatto che l’AfD abbia raggiunto la minoranza di blocco sia in Turingia che in Brandeburgo aumenta il suo potenziale di influenza. Del Bsw non si sa ancora molto, ma i suoi voti saranno determinanti per la formazione dei governi in Turingia e Brandeburgo.
Ancora più preoccupante è il grande successo dei populismi nella fascia dei giovani. L’AfD ha guadagnato 13 punti percentuali tra i giovani tra i 16 e i 24 anni nel Brandeburgo. In Turingia, dove il voto è consentito solo a partire dai 18 anni, il partito ha guadagnato 15 punti percentuali, raggiungendo il 38%. Una cifra record rispetto a tutte le altre fasce d'età. In Sassonia si è registrato un aumento dell’11%, maggiore di ogni altro partito in questa fascia d'età. Infatti, per molto tempo, i giovani hanno votato tendenzialmente per i partiti progressisti, con un livello di sostegno sproporzionatamente alto per partiti come i Verdi o la Sinistra. Poi c’è stata una fase intermedia in cui i Verdi, ad esempio, hanno continuato a essere molto popolari tra i giovani, mentre allo stesso tempo l’AfD si è rafforzato.
Ora, l’indice di gradimento dell’AfD ha superato quello di tutti gli altri partiti rendendo non più realmente visibile il comportamento di voto progressista. Inoltre, non si tratta di uno sviluppo specifico della Germania orientale come hanno dimostrato le elezioni europee. Secondo i sondaggi, l’80% dei giovani è molto pessimista sul futuro della Germania e teme il declino e, ancor più, la mancanza di opportunità di avanzamento.
L’AfD offre soluzioni semplici e rapide in questa situazione di crisi negando completamente alcune delle crisi esistenti, in particolare la crisi climatica, risolvendo questo problema non riconoscendolo affatto come tale e offrendo un sollievo per chi vede il proprio futuro messo a repentaglio. Concentrandosi sulla migrazione come causa scatenante di tutti i problemi, l’AfD costruisce un forte legame fra i suoi sostenitori e elettori e pone la limitazione della migrazione come una soluzione globale e semplice di tutti i problemi.
I dati mostrano che la maggioranza degli elettori è costituita da giovani uomini, in crisi di identità e attratti dal ricollegamento dell’AfD con i tradizionali ruoli di genere, con immagini maschili di una mascolinità forte e tenace. La presenza dell’AfD su TikTok, che va ben oltre l’offerta dei partiti consolidati in questo settore, parla direttamente ai giovani e dà loro la sensazione di prenderli sul serio e di essere al loro fianco. Questa forma di riconoscimento da sola fa una grande differenza aprendo all’AfD una specie di monopolio fra i partiti.
Il divario fra realtà e preferenze politiche
A metà luglio, il governo federale aveva presentato il “Rapporto sull’equivalenza 2024” (Gleichwertigkeitsbericht) che documenta lo stato e lo sviluppo delle condizioni di vita in Germania, a livello di urbano e rurale. I risultati di tale rapporto mostrano le differenze regionali, a volte considerevoli, per quanto riguarda singoli aspetti delle condizioni di vita o le aspettative future dal punto di vista dei cittadini.
Tuttavia, negli ultimi anni le differenze regionali nelle condizioni di vita in Germania si sono ampiamente ridotte: secondo il rapporto, 27 indicatori di equivalenza su un totale di 38 convergono, soprattutto in termini di forza economica, tasso di disoccupazione, aspettativa di vita e assistenza diurna.
Le regioni strutturalmente più deboli continuano a dover affrontare sfide importanti, in parte a causa del calo demografico che si prevede in queste aree e che potrebbe comportare un indebolimento della base di manodopera qualificata, della situazione economica e dei bilanci comunali.
Tuttavia, i risultati dell’indagine demoscopica mostrano che la grande maggioranza delle persone in Germania è abbastanza o addirittura molto soddisfatta della propria vita, con una forte correlazione positiva in particolare con l’aumentare dell’età e del reddito netto familiare. Situazione che sembra in forte contrasto con le preferenze politiche espresse alle elezioni a favore dei partiti populistici per cui la crisi migratoria ha portato ad una Germania in ginocchio.