In memoria di Beppe Fenoglio nel centenario della nascita, l'inesorabile vittoria delle crudeltà della vita


Socialista dal 17° anno d'età, continua a dedicarsi allo studio del pensiero progressista e democratico
Di colpo non conta più niente, la guerra, la libertà, i compagni, i nemici. Gli interessa solo la verità su Una questione privata[1], sulla ''sua'' questione privata: il partigiano Milton vuole sapere una verità, se l’amata Fulvia gli abbia preferito un altro compagno. È una ruminazione che gli infonde per sempre nell’animo e nella mente "l’ombra della terribile possibilità che le future nipoti di Fulvia non fossero anche le sue»; addirittura «tra quella verità e l’intelligenza del creato avrebbe optato per la prima".
Così uno dei testi più elevati della narrativa sulla Resistenza al nazi-fascismo – quest’opera lasciataci da Beppe Fenoglio (di cui il primo marzo 2022 è ricorso il centesimo anniversario della nascita) – diventa contemporaneamente la rappresentazione di uno struggimento amoroso che – a differenza delle questioni pubbliche – non può trovare quiete e che non potrà ottenere risposta.
Infatti, mentre la Resistenza storica – per la quale l’autore ha tenacemente combattuto fin dalla prima ora – può trovare uno sbocco pur tra cocenti disinganni, la resistenza esistenziale no: senza quell’amore non riuscirà più a vivere, travolto dal male di vivere che Fenoglio fa promanare dalle sue Langhe, dalla ''malora''[2] e dal ''gorgo''[3] suicida di quel mondo contadino, un mondo di rifiutati, di umiliati, di illusi. Ma quello è un microcosmo dal quale Fenoglio scruta tutto il mondo, abbeverandosi alla lingua e alla letteratura inglese – da lui continuamente studiata e tradotta – e trovando ispirazione nelle tragedie shakespeariane ma soprattutto in Cime tempestose di Emily Brontë con l’inesorabile vittoria della crudeltà della vita.
[1] Beppe Fenoglio, Una questione privata, in Un giorno di fuoco, Milano, Garzanti, 1963
[2] Beppe Fenoglio, La malora, Torino, Einaudi, 1954
[3] Beppe Fenoglio, Il gorgo, in Diciotto racconti, Torino, Einaudi, 1995