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''I ghiacciai che si ritirano? Sono cicli'', risate e applausi. Perché le parole di Salvini sono false e fanno un grave danno a tutti

DAL BLOG
Di Ci sarà un bel clima - 01 agosto 2023

Per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica

di Michele Argenta

 

Io adoro la montagna. E quando vai sull’Adamello e sul Tonale e vedi i ghiacciai che si ritirano anno dopo anno ti fermi a pensare, poi studi la storia e vedi che sono cicli. Il ghiaccio non arretra perché Capezzone sgasa con la sua Golf turbo”. Risate e applausi. E poi il classico “d’estate fa caldo, d’inverno fa freddo”. Queste sopra sono le parole pronunciate dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini la sera del 31 luglio 2023 a Cervia, durante un comizio.

 

Le parole del Ministro sono false, diciamo pure negazioniste. Non serve saper leggere le mille pagine del sesto rapporto IPCC (l’organo intergovernativo dell’ONU che studia i cambiamenti climatici) per sapere che il clima sta cambiando velocemente o per riconoscere che i cicli geologici non avvengono in qualche decennio. Ormai basta guardare fuori dalla finestra. Cerchiamo di fare chiarezza sulle parole del Ministro.

 

Partiamo dal consenso scientifico. Il 97% degli scienziati a livello globale concorda sulle cause antropiche del riscaldamento globale (fonte CMCC). Il consenso scientifico si raggiunge con una vasta quantità di studi pubblicati in riviste scientifiche soggette a peer-review (a revisione paritaria) e che sono frutto di innumerevoli ricerche e analisi. Sul tema della crisi climatica possiamo dire che la voce della comunità scientifica è pressoché unanime.

 

Eppure ai talk show e sui giornali, il restante 3% che dubita delle cause antropiche della crisi climatica occupa lo stesso spazio di dibattito di chi rappresenta il 97% della comunità scientifica. Non ci stupiamo se poi la politica (il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin pochi giorni fa a SkyTG24 diceva di non essere certo delle cause antropiche del riscaldamento globale) cavalca l’onda del negazionismo per racimolare qualche voto tra chi si vuole sentire rassicurato dal fatto che, in fondo, l’uomo ha ben poco a che fare con il clima in cui siamo immersi.

 

Passiamo poi ai cicli naturali del clima. Certo, ci sono sempre stati, è innegabile. La paleoclimatologia è la branca della scienza che studia l’andamento del clima nelle ere passate (tramite i ghiacciai, i fossili o le stratigrafie geologiche). Ci sono state ere glaciali ed ere in cui la temperatura era ben al di sopra di quella attuale, tanto da ospitare una foresta tropicale ai poli. Anche in questo caso però la scienza è unanime nel dire che i cambiamenti degli ultimi 150 anni (in termini di temperature e concentrazione di CO2) non sono mai avvenuti così repentinamente. La causa diretta si ritrova nei gas serra immessi in atmosfera per mano dell’uomo. Qui è bene sottolineare la differenza di scala tra le ere climatiche (centinaia di milioni di anni) e l’attuale surriscaldamento climatico (poco più di cento anni).

 

Infine, le cause. La crisi climatica è causa diretta dei gas serra come detto sopra. Il 75% dei gas serra emessi per causa antropica si tratta di CO2 dovuta alla combustione delle fonti fossili (ma anche dalla deforestazione e dalle industrie pesanti come quella del cemento), l’11% dal gas metano sprigionato in aria (metano emesso dagli allevamenti, dall’industria energetica e dal ciclo dei rifiuti) e il resto si tratta principalmente di gas refrigeranti. Anche la Golf di Capezzone che sgasa lungo il lungomare di Cervia contribuisce indirettamente a ridurre lo spessore del ghiacciaio dell’Adamello. L’unica soluzione per ridurre gli impatti della crisi climatica è quella di diminuire le emissioni di questi gas e per farlo bisogna ripensare strutturalmente l’impostazione della nostra società e della nostra economia.

 

La cosa più preoccupante è che le frasi inizialmente riportate, dette da un decisore politico, possono ritardare di anni, se non di decenni la transizione energetica ed ecologica, lasciandoci ancora altre numerose estati ed inverni in balia di un clima sempre più estremo. Altrettanto grave è il fatto che i giornalisti presenti non smentiscano una dichiarazione falsa di un politico ma si limitino ad annuire. La scelta di indirizzare il voto verso chi si vuole occupare seriamente della questione climatica diventa cruciale in questo decennio, plasmando così il nostro futuro e quello delle generazioni a venire.

 

Se è vero che d’estate ha sempre fatto caldo, io personalmente non vorrei trovarmi a vivere un’estate a più di 40°C anche sulle Alpi.

 

foto in alto: il Dolomiti (https://www.ildolomiti.it/cronaca/2021/il-ghiacciaio-delladamello-sta-sc... )

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