Il Pd nel 4 Stelle di Gubbio per ''pensare'' tra Mességué, Spa e Fitness. Ok il sudore della politica ma si sperava fosse fatica invece era una sauna


Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Ma allora ditelo. Ce lo dica Elly che è Raymond Chandler – (non Gramsci, non Berlinguer, non tanti altri abitanti del panteon della sinistra italica) – il faro del Pd a guida Schlein. Lo scrittore a stelle e strisce, quello che s’inventò l’ispettore Marlowe, ebbe a dire la sua anche sul concetto di masochismo. “Non c’è trappola più mortale di quella che prepariamo con le nostre mani”: ecco, disse così. Disse la sua che qui si fa nostra. Ecco, pare proprio che il Pd goda nel farsi autogol. Può un partito chiedersi dove va il mondo? Può domandarsi dove ci porta la destra famelica che governa sparando alle chiappe e sperando che nessuno s’accorga che la pistola mignon (ugualmente pericolosa però) è di un deputato? Può un partito sponsorizzare un patto tra generazioni per frenare le amarissime degenerazioni di un futuro vietato ai giovani? Certo che può. Certo, anzi, che deve.
Il Pd, deve darsi una mossa e mettere nero su bianco non la sua stantia, irritante e distante, ritualità critica ma una proposta (quale che sia). Una proposta (più proposte) che ne attestino un certificato di vita laddove a ragione lo si dà – purtroppo - per defunto. Bene dunque fa il Pd a ragionare a voce alta dei problemoni nazionali. Bene farebbe a rieditare la famosa “scuola quadri” (formazione contro l’improvvisazione). Bene fa ad allestire una parvenza di scuola, un seminario, per i suoi onorevoli che per disgrazia dei progressisti troppo spesso non si distinguono dai disonorevoli oggi al governo in quanto a slogan e sceneggiate. Il suo seminario di formAzione il Pd lo sta facendo per due giorni a Gubbio e fin qui nulla da dire. Anzi, ci si lancia perfino in un timido complimento.
Ma c’è un ma: un Ma/cigno. È il “ma” di “masochismo”. Per parlarsi, confrontarsi, attrezzarsi alla complessa bisogna delle questioni italiche, europee e financo mondiali il Pd si è dato appuntamento in un quattro stelle umbro extra lusso tra massaggi e antipasti gourmet (per curiosità chiedere a un ragazzo che pedala sotto l’acqua con la pizza sulla schiena cosa ne pensa della scelta di chi dice, ora più che mai, di essere quelli di ''sinistra''). Nessuno pretende che gli appuntamenti di deputati e senatori del Pd si svolgano obbligatoriamente dentro baracche maleodoranti, a tutto spiffero e con il pranzo al sacco. Ma organizzare un seminario è un conto, uscire dal seminato del buonsenso è un altro conto. Un conto che un partito già abbastanza malmesso rischia di pagare caro se è vero che nella politica d’oggi la forma prevale (non è bello, non è giusto ma è così) sulla sostanza.
I permalosi del Pd (quelli locali compresi) saranno adesso pronti a caricarsi di supponenza. Sfoglieranno il vocabolario dei sinonimi e cercheranno di darci in diverse versioni la patente di provocatori esagerati. Come recitava quel mito che fu Villaggio/Fantozzi che “faccino pure”. Noi ci si limita a suggerire una rapida scorsa in internet per rendersi edotti della location (il posto, viva l’italiano) di una due giorni riflessiva che ci manca solo un via vai di deputati in accappatoio e ciabata che s’alternano tra una lezione sull’Europa, una filippica sulla Costituzione e una doccia emozionale.
Il Park Hotel ai Cappuccini non è esattamente la pensione Mariella di Gabicce (che magari non esiste, ma rende l’idea). Se ci si imbatte nel sito internet dello storico convento che certo non si può frequentare facilmente se il proprio imponibile lotta con Isee e Icef si resta affascinati dalle architetture, dagli spazi, dai servizi. Si può sbirciare, volendo, anche il listino della spa di Mességué che al Capuccini ha una sede gettonata da chi non bada al quantum di un pieno detox. Tutto lecito. Anzi bello, bellissimo. Avercene di posti così. Nulla da contestare a chi può permetterselo e a chi no può ma magari vuol farlo lo stesso.
Ma il Pd? Che c’azzecca? Vabbè che da più parti (specie dalle parti avverse) il Pd è additato a partito delle Ztl che se entra in una fabbrica gli tirano le chiavi inglesi per decenni di illusioni disilluse. Ma se anche i segnali contano, se conta l’estetica almeno quanto il contenuto, il Pd poteva (doveva) evitare un inciampo logistico che a dirla tutta un solo inciampo non è. Più che ad un incidente di percorso viene da pensare ad un percorso incidentato, accidentato, che stenta a raggiungere il punto di partenza (dell’eventuale ripartenza) di un partito “popolare”.
Una scelta del genere (meglio sarebbe dire degenere) avrebbe fatto gongolare Tafazzi (personaggio datato, sempre attuale ma che purtroppo non ha insegnato nulla a sinistra). Fosse ancora tempo di Trio (Aldo, Giovanni e Giacomo), Tafazzi lo vedremmo darsi una bottigliata alle zone basse mentre predica di salario minimo e di giustizia sociale. Di fronte ai frizzi, alle mani alzate a mò di “ci arrendiamo”, alle polemiche becere ai piani alti del Pd che se va avanti così finirà a stare tutto in un sottoscala si è fatto trapelare che sì, forse s’è sbagliato. Come si rimedia? Non si rimedia. Che discutano, che si confrontino, che si gasino per qualche secondo nei tiggì che se conosciamo la perfidia giornalistica evidenzierà più i lussi dell’hotel umbro che i volti, le parole e gli argomenti.
I bene informati giurano di una segretaria imbarazzata. Non c’è motivo di dubitare, ma se Schlein se ne uscisse anche in zona Cesarini con un “nostra culpa, nostra grandissima culpa” forse la sinistra inizierebbe ad essere meno sinistra. Già tocca sopportare l’ostrogoto quotidiano di chi forse parla come mangia ma in quel caso dà l’idea di mangiare roba a 5 stelle mentre intorno pasteggiano a polenta. Già tocca registrare (e fa star male) che l’empatia di certi “sotuttoio” è antipatia respingente in contesti in cui chi non ha nulla da dire si fa però capire e sembra un genio. Adesso siamo arrivati al Mességuè della politica, al convegno a tiro di bagno turco. Che al Pd abbiano travisato quando qualcuno ha spiegato che la politica, quella seria, è anche sudore? Si intendeva il sudore (la fatica) di convincere chi non è già convinto. Non si intendeva il sudore di una sauna.