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La mostra ''Risvegli'' al museo Diocesano tra paura, solitudine, speranza, amore, affetto e cura nelle terapie intensive a combattere Covid-19

Il fotografo Stefano Schirato e la giornalista Jenny Pacini tornano ai terribili giorni del “lockdown” per ricordare e condividere il dolore con “Risvegli”. Le fotografie a colori, sottolineano il realismo del dolore, il dramma della malattia che ancora oggi ci mette alla prova. Persone che ce l’hanno fatta e sono guarite, a caro prezzo
Foto di Stefano Schirato
DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 20 ottobre 2020

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

La fotografia è un mezzo per costruire la memoria. Il fotografo Stefano Schirato e la giornalista Jenny Pacini tornano ai terribili giorni del “lockdown” per ricordare e condividere il dolore con “Risvegli”.

 

Il Covid non è una semplice influenza. Chi sottovaluta la pandemia dovrebbe andare al Museo Diocesano e riflettere. Essere intubato per giorni, essere sottoposto a ventilazione, vivere in terapia intensiva, è un’esperienza che non potrà più essere dimenticata.

 

Le mani nelle immagini sono espressioni di emozioni: la paura, la solitudine, la speranza, l’amore, l’affetto, la cura. Le conseguenze delle terapie hanno effetti simili per i pazienti.

 

Il vuoto totale dell’anestesia, il buco temporale creato dagli ipnotici somministrati ai pazienti di Covid causa un’amnesia sul prima e dopo l’intubazione.

 

Dall’ospedale Santo Spirito di Pescara al San Massimo di Penne, vengono coinvolti i protagonisti involontari di un’esperienza scioccante. Le immagini testimoniano la sofferenza dei giorni vissuti dai pazienti, le bombole per l’ossigenoterapia ne sono un esempio. Ma non mancano attimi di umanità e di condivisione.

 

Momenti in cui il personale sanitario si prende cura dei malati, per esempio lavando ed asciugando i capelli. “E’ un successo emotivo per i medici, quando un caso viene  estubato”, lo dice Antonella Frattari, responsabile del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santo Spirito di Pescara.

 

Le fotografie a colori, sottolineano il realismo del dolore, il dramma della malattia che ancora oggi ci mette alla prova. Persone che ce l’hanno fatta e sono guarite, a caro prezzo. Non sottovalutiamo la pandemia.

 

Dobbiamo fare ancora i conti con le restrizioni, con le mascherine da usare sempre. Per proteggerci e proteggere, giovani e vecchi; per arginare definitivamente il maledetto virus. Le fotografie risvegliano il dramma di adesso, non abbassiamo la guardia.

 

“Risvegli” al Museo Diocesano di Trento, direttrice Domenica Primerano, fino al 30 novembre gratis, come l’appuntamento collegato alla mostra -nella chiesa di San Francesco Saverio- il 30 ottobre alle 20.30, spettacolo “Piccoli funerali”, musica e parole di Maurizio Rippa (Qui info). 

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