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Sterilizzazioni?Deportazioni?Uccisioni? No, i lupi si battono con i cani. La Ficg: "Lo sapeva anche l'uomo primitivo. Serve una nuova cultura"

Parla il presidente della Federazione italiana cani da guardia: "Quello dei lupi è un falso problema. Dove abbiamo sperimentato le tecniche di addestramento dei cani, di diverse razze, greggi e pascoli sono al sicuro. Più i cani risultano competitivi e più i lupi si tengono alla larga dal bestiame"

Pubblicato il - 10 agosto 2017 - 12:52

TRENTO. Contro il lupo? Ci sono i cani. Niente soluzioni alla Zaia con tanto di deportazioni e imprigionamenti o alla Fugatti che chiede la sterilizzazione. La soluzione per i problemi causati dai lupi la propone Ezio Maria Romano presidente della Ficg (Federazione Italiana Cani da Guardia). "Per risolvere definitivamente il problema del lupo - spiega Romano - che uccide il bestiame, non sono necessarie misure di eccezionale portata. Basterebbe adottare cani che sappiano fare bene il loro mestiere di guardiani, ciò indipendentemente dalla razza di appartenenza, e gestirli secondo la cultura cinofila di un tempo, 'scienza' che andrebbe trasferita al più presto ai nuovi allevatori, i quali oggi si trovano invece a disagio proprio perché nessuno sta insegnando loro come comportarsi. Tenerli all'oscuro dalle reali soluzioni su come proteggere il loro bestiame dai lupi senza correre rischi, è infatti ciò che si sta facendo ormai da molti anni, come se si volesse mantenere vivo un problema che, qualora dovesse mai finire, pregiudicherebbe l'esistenza di sovrastrutture nate ad hoc".

 

In realtà, va detto, la Provincia di Trento sta promuovendo l'inserimento dei cani da guardiana proprio per aiutare gli allevatori ad affrontare il problema. E la stessa Federazione allevatori del Trentino ha promosso incontri per conoscere questi animali capaci di "tenere testa" ai lupi e di proteggere greggi e pascoli. E se tre anni fa erano stati consegnati i primi tre esemplari, oggi sono più di 15.  I primi due cani erano stati consegnati nel 2014 a un allevatore di ovicaprini della Valle di Non e nel 2015 sono stati forniti 5 ulteriori esemplari di razza Maremmano-Abruzzese a 4 allevatori che praticano la pastorizia nel gruppo di Brenta e sui Monti Lessini. Si tratta di cani utilizzati per la protezione degli animali al pascolo dagli attacchi di lupi e orsi

 

Ma la Federazione Italiana Cani da Guardia rilancia: "I cani sono animali che discendono dai lupi, senz'altro meno competitivi dei loro lontani parenti ma che, quando percepiscono che il bestiame custodito (la loro indispensabile fonte di cibo, necessaria alla sopravvivenza) sta per esporsi al pericolo di essere predato, reagiscono mettendo in atto tutte le loro armi. Più i cani risultano competitivi e più i lupi si tengono alla larga dal bestiame, meno gli stessi si dimostrano in grado di compromettere l'incolumità dei predatori e più questi ultimi si avvicinano al bestiame sapendo di non correre rischi".

 

"Questo principio - prosegue Romano - è così semplice da essere stato capito ed adottato dall'uomo primitivo fin dalla nascita della pastorizia (risalente a migliaia di anni fa) ma che oggi non viene più tenuto minimamente in considerazione da chi se ne dovrebbe occupare a livello istituzionale. In occidente, un piccolo problema come quello dei lupi che, a volte, predano il bestiame, viene fatto diventare grande per i soliti, ripetuti, arcinoti motivi  frutto di un mix di contrapposizioni politico-sociali-sindacali. E se non bastasse, a tutto ciò va aggiunta una cinofilia moderna esasperatamente domestica, sempre più finta ma che frutta cifre da capogiro, la competizione che esiste fra gli allevatori delle varie razze di cani, i club, le associazioni e lobby varie, così come una svogliatezza sempre più evidente di molti pastori e malgari nel voler trovare una soluzione ai problemi, un po' perché le ambizioni economiche hanno ormai offuscato la passione per la tradizione e un po' perché la burocrazia, nella quale si trovano attanagliati, non consente più loro di poter operare con la libertà di un tempo".

 

"In pratica - aggiunge ancora la Ficg - in quegli stati dove gli allevatori sono molto più poveri che in Europa e le istituzioni non se ne occupano minimamente, il problema del lupo sembra non esistere, mentre da noi dove per il lupo si stanno spendendo da anni cifre assurde (con centinaia di addetti che se ne occupano) e dove gli allevatori godono di contribuiti stanziati per agevolare la loro attività, pare non si riesca più a trovare una soluzione. Non passa più giorno senza che i media parlino di lupi che hanno aggredito il bestiame e di allevatori che si lamentano per quanto accaduto".

 

E a sostegno della loro teoria portano l'esempio di un progetto "nato - spiegano - solo dalla grande passione sia per il lupo che per il cane da pastore" quando fu creato il Ciscal – Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo, con lo scopo di supportare i pastori professionisti (allevatori con più di 100 capi e senza altre attività redditizie) in difficoltà per i problemi creati dalla ricomparsa del lupo. "Facendo forza solo sull'impegno di un gruppo di volontari appassionati della Natura che, a loro spese, cercarono di studiare il lupo - spiega ancora Romano - e la tradizione del cane da pastore, e sulla generosità di qualche allevatore di cani, i quali accettarono di donare parte dei loro cuccioli, partimmo in questa grande avventura. Alcuni di noi girarono l'Italia per ascoltare i problemi dei pastori, altri studiarono in privato come poterli risolvere mentre io, più fortunato, (mettendo mano ai miei risparmi) iniziai a girare il mondo per conoscere i sistemi che applicavano altri popoli più "primitivi" del nostro, vissuti da sempre in presenza dei lupi".

 

E uno dei tanti esempi portati dalla Ficg è la storia dei Fratelli Troiano, allevatori di San Paolo Albanese in provincia di Potenza, proprietari di un gregge di oltre 1000 capi. Con i cani e gli insegnamenti offerti dal Ciscal di Cuneo, pare abbiano risolto il problema dei lupi che attaccavano le loro greggi, tutto senza dover spendere nulla, se non il tempo di ascoltare buoni consigli e un po' di buona volontà. "Oggi - conclude Romano - il bestiame del gregge troiano pascola tranquillo nei pascoli del Parco Nazionale del Pollino e i lupi non si sono più visti, nonostante continuino a predare presso altri allevatori del circondario". 

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