Pastore del Lagorai prima razza trentina riconosciuta dall'Enci? Parte la procedura
In questi giorni si sta costituendo un'associazione per fare la richiesta ufficiale all'ente nazionale cinofilia. Il cane, dall'antichissima origine, considerato il Border Collie italiano, potrebbe chiamarsi Pastore della Lissinia e del Lagorai e sarebbe la diciassettesima razza italiana

TRENTO. Potrebbe essere la prima razza canina trentina di sempre e la diciassettesima di tutta Italia. Il pastore del Lagorai infatti, dopo secoli di “clandestinità”, considerato da molti come un semplice cane meticcio, bellissimo, ma pur sempre un meticcio, potrebbe ricevere invece il riconoscimento dall'Enci (Ente nazionale della cinofilia italiana). Questo fine settimana si riuniranno alcuni proprietari e appassionati amanti di questo splendido cane che molti definiscono come il Border Collie italiano (nonostante il pastore del Lagorai sia molto più antico) per costituire un'associazione.
“Perché – spiega Mario Gianformaggio uno dei promotori dell'iniziativa – per fare la domanda di riconoscimento della razza bisogna costituire un'associazione. A quel punto bisogna fare una misurazione di un certo numero di individui, fissare i parametri di altezza, lunghezza e delle caratteristiche fisiche, ad individuare la zona d'origine, presentare un certo numero di esemplari simili tra loro, l'esame del Dna e a quel punto viene aperto un registro provvisorio. I cani iscritti non avranno il pedigree da subito ma dopo un certo periodo di tempo, con l'iscrizione di un certo numero di esemplari, il registro sarà chiuso e allora la razza verrà riconosciuta”.
Il nome che potrebbe essere scelto per identificare la razza è quello di “cane delle Alpi”, “cane del Triveneto” o “pastore del Lagorai e della Lessinia”. Questo perché il pastore del Lagorai e quello della Lissinia sono praticamente lo stesso cane. Taglia media e aspetto tipicamente lupoide, con il mantello prevalentemente di colore merle su fondo grigio o blu, con ampie orecchie triangolari e occhi nocciola o azzurri. Eccellente cane da lavoro, capace di condurre ovini e bovini, ha un temperamento vivace che lo rende anche un ottimo cane da compagnia per chi ama le escursioni e le attività sportive. Potremmo considerarlo il Border Collie italiano, se non fosse in realtà molto più antico. Il Border Collie, infatti, è un cane che si fa risalire al XVII secolo mentre l'Italia vanta la cultura pastorale più antica d'Europa e da sempre il cane si è dimostrato il migliore amico e, in questo senso anche il miglior “collega”, dei conduttori di bestiame.

Il cane da pastore diffuso su tutto l'arco alpino (Pastore delle Alpi) può essere considerato il progenitore di tutte le razze di cani conduttori attualmente presenti visto che ci sono prove della sua presenza già attraverso i graffiti rupestri della Valcamonica risalenti a quasi 3.000 anni fa. Diversamente da quanto avvenuto in altri Paesi Europei, in cui sono stati formalizzati gli standard ufficiali delle diverse razze di cani (pensiamo al celeberrimo Pastore Tedesco o addirittura alle 4 varianti ufficialmente riconosciute di Pastore Belga), nel nostro Paese non c'è stata sinora una particolare attenzione per la valorizzazione delle razze autoctone. I diretti discendenti del Pastore delle Alpi si sono infatti in parte differenziati nell'aspetto, adattandosi all'ambiente di lavoro in cui sono stati impiegati; il panorama nazionale attuale presenta il solo Pastore Bergamasco (Alpi Orobiche) ufficialmente riconosciuto; sono inoltre stati recentemente attivati progetti finalizzati al riconoscimento del Cane di Oropa (sulle Alpi Biellesi) e del Cane delle Alpi Apuane (nel comprensorio della Liguria e dell'alta Toscana).
Anche nel Triveneto è da sempre presente lo stesso tipo di cane, che nonostante il ridimensionamento delle attività pastorali ad oggi conta ancora su qualche centinaio di esemplari, in particolare nei comprensori montani del Lagorai e della Lessinia. Pochi giorni fa, l'11 settembre, a Erbezzo (Verona) si è tenuto il primo raduno del Pastore del Lagorai e della Lessinia ed è stato lì che si sono gettate le basi per fare il primo passo per il riconoscimento della razza, attraverso la raccolta di adesioni all'associazione senza fini di lucro che dovrà farsi promotrice dell'istanza. I prossimi passi del progetto prevederanno il censimento della popolazione canina di riferimento, i rilievi cinometrici, le ricerche di materiale storico che documentino le caratteristiche distintive della razza dal punto di vista morfologico e attitudinale.
“E' molto importante arrivare al riconoscimento della razza – conclude Gianformaggio – perché il pastore della Lissinia è un cane autoctono, direi l'unico del Trentino e se si farà passare altro tempo si rischierà di disperdere il patrimonio genetico di questo fantastico cane troppo spesso associato al pastore australiano o al border collie. Ma lui è un'antica razza italiana. Anzi trentina. Dobbiamo tutelarlo in tutto e per tutto”.
