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Mele con ruggine, assicurazione e azienda stimano i danni in maniera diversa? Il Codipra: "Abbiamo cambiato i nostri parametri per favorire gli agricoltori"

Alcuni agricoltori lamentano che i danni (derivanti dalle gelate di metà aprile 2016) vengono sottostimati dalle assicurazioni e soprastimati da chi deve pagargli quanto conferito. Berti: "Non ci risultano discrepanze. Ad agosto tireremo le somme. Intanto nel 2016 liquidati 21 milioni di euro"

Di Luca Pianesi - 20 febbraio 2017 - 20:16

VAL DI NON. L'assicurazione stima un danno (il più basso possibile?) mentre le grandi aziende che devono ripagare l'agricoltore di quanto conferito ne calcolano uno diverso (più alto così da dover dare meno all'agricoltore?). La segnalazione c'è arrivata da alcuni contadini della Val di Non. Vera? Falsa? Abbiamo cercato di capirci qualcosa in più. Al centro di tutto ci sarebbero le gelate di metà aprile 2016 che hanno comportato conseguenze negative sulle produzioni agricole in molte zone della valle. Uno dei danni più diffusi è stata la ruggine. Un problema che, di per sé, non guasta il frutto (anzi, se matura, la mela sarà addirittura più dolce) ma lo "rovina" esternamente facendone calare il prezzo alla vendita. 

 

L'abito, infatti, nel mondo della frutta, per la stragrande maggioranza dei consumatori, fa il monaco e anche se tutti si dicono favorevoli al biologico e ai prodotti 100% naturali, se si trovano a dover scegliere tra una mela senza difetti e una con la ruggine e qualche piccola imperfezione finiscono per "cogliere" dallo scaffale la prima. In particolare per i soci Melinda la mela con ruggine non viene pagata come mela di prima categoria mentre per le assicurazioni la mela parzialmente rugginosa viene inserita nella prima fascia e solo quella molto rugginosa nella seconda. 

 

"La Polizza Collettiva per questi danni rimanda ai regolamenti comunitari - ci spiega Andrea Berti direttore di Codipra, il Consorzio difesa produttori agricoli - che stabiliscono le caratteristiche del prodotto di prima e di seconda categoria. Noi, dall'anno scorso, abbiamo deciso di derogare a tali norme e di utilizzare standard più favorevoli per gli agricoltori trentini andando ad adottare le categorie di selezione commerciale delle O.p. (origine protetta)". In questo modo le perizie da assicurazione dovrebbero essere molto più in linea con quelle di valutazione commerciale e infatti ecco che nella prima categoria adesso rientrano le mele che da perizia risultano avere una rugginosità leggera o rugginosità lenticellare, reticolata fine e media. Nella seconda categoria rientrano quella che presentano una grave e marcata rugginosità intensa. Oltre questo livello il prodotto viene considerato da industria.

 

"Ad oggi quel che posso dire è che dalle prime comparazioni fra risultati rilievi dei danni e selezionatura mele effettiva, si evince un ottimo risultato in favore degli agricoltori - continua Berti - insomma non ci risulta che Melinda stia pagando di meno le mele con ruggine rispetto ai danni che erano stati stimati da noi. Anche perché i conti reali si possono fare solo a fine stagione di vendita, diciamo introno a luglio/agosto. E anche per il 2016 i dati dicono che agli agricoltori sono stati liquidati direttamente quasi 21 milioni di euro (18,76 milioni dalle società di assicurazione e 2,14 dal fondo mutualistico sotto soglia e Cair)".

 

Nel dettaglio i danni maggiori si sono avuti in Val di Non dove gli indennizzi sono stati pari a 14 milioni di euro. E, globalmente il 90% dei valori assicurati nel 2016 sono riferibili alla tipologia di polizza sulle rese a 9 garanzie: gelo e brina, siccità, alluvione, eccesso di neve, eccesso di pioggia, grandine, venti forti, sbalzi, colpo di sole e vento caldo. In particolare nella zona della Predaia, una delle aree più colpite, i dati mostrano che a fronte di un valore assicurato complessivo di 33 milioni e 805 mila euro i danni lordi da gelo sono ammontati a 5.980.699,48 euro, quelli da grandine a 1.152.665. I danni netti liquidati agli agricoltori, quindi, sono ammontati a 3.069.660,38 di cui: euro 2.837.882,38 a carico delle polizze agevolate e euro 231.778,00 a carico del fondo mutualistico, per danni sotto soglia.

 

Insomma, per capire se davvero c'è stata una discrepanza tra le valutazioni aziendali e quelle delle assicurazioni bisognerà attendere l'estate prossima. Quel che è certo è che a causa del mutare del tempo anche i modelli assicurativi si stanno adeguando, modificando i loro parametri di riferimento. "Perché - conclude Berti - le criticità negli ultimi anni si concentrano in eventi atmosferici molto duri e rapidi. Forti grandinate e piogge intense molto circoscritte nel tempo ma di particolare durezza".

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