La puzza a Lizzana? Colpa di Sandoz e discarica. Ecco i risultati dell'Appa
L'agenzia provinciale ha presentato i dati sullo studio olfattivo. La vasca di equalizzazione Cod presso lo stabilimento Sandoz incide per il 23.2%, mentre la discarica di Rovereto per il 12%. Ora scatta la Fase B di convocazione di una conferenze di servizi con amministrazioni aziende

ROVERETO. La puzza di Lizzana? Proviene in prima battuta dall'azienda Sandoz I.P. e in seconda dalla discarica Rsu di Marco di Rovereto, dal depuratore di Rovereto e dall'azienda Europoligrafico. Aveva ragione, quindi il Comitato Lizzana No(n) puzza che da tempo accusava l'azienda farmaceutica dei cattivi odori della zona. A certificarlo lo studio condotto dall'Appa a partire dal 5 maggio 2016 per mezzo di un sistema olfattivo elettronico che ha permesso di determinare le fonti di cattivo odore provenienti dalla limitrofa zona industriale.
"L’esito di tutta questa attività - si legge nel documento ufficiale presentato dall'Azienda provinciale per la protezione dell'ambiente - ha consentito di rappresentare ai responsabili delle attività e delle lavorazioni, in maniera documentata ed inequivocabile, gli impatti che hanno ecceduto, per quantità e durata, le soglie oltre le quali è per loro obbligatorio introdurre dei correttivi in grado di eliminare le emissioni odorigene ad origine delle molestie".
In estrema sintesi, l'insediamento produttivo che in termini quantitativi e temporali si è rivelato il più impattante è l’azienda Sandoz I.P. Altre emissioni, derivanti dalla discarica RSU a Marco di Rovereto, dal depuratore di Rovereto e, in misura più marginale, dall’azienda Europoligrafico (che non è intervenuta) risultano essere presenti oltre le soglie individuate dalle linee guida. Su queste si valuterà la corrispondenza tra i dati rilevati strumentalmente e l'effettiva percezione umana. Fra tutte le aziende prese in esame quali potenziali fonti odorigene, l’Aquaspace S.p.A. e la Pasina s.r.l. non hanno invece evidenziato impatti significativi. Gli incontri hanno messo a fuoco le fonti degli odori ed hanno tracciato l'agenda dei prossimi impegni, primo fra tutti quello dei gestori di proporre misure gestionali ed impiantistiche tese alla progressiva riduzione ed alla definitiva soluzione del problema.

Queste le conclusioni del documento ufficiale:
- lo strumento olfattivo ha individuato quali classi olfattive più ricorrenti le emissioni dovute alla vasca di equalizzazione Cod presso lo stabilimento Sandoz I.P. (23.2%) e l’attività di conferimento e triturazione dei rifiuti presso la discarica di Rovereto (12.0%);
- le suddette classi olfattive sono anche quelle associate agli eventi più persistenti (durata media maggiore di 1 ora);
- per intensità di picco olfattivo e frequenza, le classi olfattive più impattanti sono risultate essere quelle riconducibili allo stabilimento Sandoz I.P. ed in particolare quella riconducibile ai processi di estrazione dei fanghi (spappolatore) e alla vasca di equalizzazione COD;
- la classe olfattiva UN (odore non conosciuto) rappresenta solo l’1.2% delle misure totali, suggerendo che in fase di addestramento dello strumento sono stati individuati tutti i siti che con maggior plausibilità rappresentano le principali fonti delle emissioni odorigene percepite nell’abitato di Lizzana;
- per quattro delle sei attività industriali considerate nella campagna (ed in particolare per Sandoz I.P., Europoligrafico, Depuratore e Discarica di Rovereto) è stata rilevata una presenza al ‘recettore’ per più del 2% del periodo monitorato. Per queste attività si ravvisa quindi l’opportunità di avviare la Fase B di cui all’Art. 6 delle “Linee guida sugli odori”.
La Fase B dell'articolo 6 prevede che: Appa convochi una o più conferenze di servizi invitando il Servizio Autorizzazioni e valutazioni ambientali (SAVA), l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS), il Comune ove ha sede l’impianto (in questo caso Rovereto) ed i Comuni che hanno trasmesso le segnalazioni. Nella prima fase della conferenza di servizi potrà essere invitato il gestore dell’impianto. In conferenza di servizi saranno presentati gli esiti del monitoraggio e saranno definite le prescrizioni per la riduzione delle emissioni odorigene, che saranno riportate d’ufficio con aggiornamento dell’autorizzazione.