Il fiume Noce non può vivere solo di idroelettrico, "puntiamo sul turismo e sul rispetto dell'ambiente”
Il Comitato permanente per la difesa del fiume è deciso a non mollare la presa: “È necessaria una soluzione drastica e radicale”. E prende posizione anche all'indomani dell'incontro tra Gilmozzi e i sindaci della Val di Sole

MALE'. Gli argini del fiume Noce si restringono sempre di più. Ma se l'acqua cala, la colpa non è certo della sete di cambiamento che colpisce i membri del Comitato permanente per la difesa del fiume Noce. Il vero pericolo è piuttosto lo sfruttamento idroelettrico intensivo del fiume che attraversa la Val di Sole e dei suoi affluenti: dal 1999 ad oggi, nelle Valli di Sole, Peio e Rabbi, gli impianti idroelettrici in attività, hanno subito un incremento esponenziale.
L'idroelettrico, pur utilizzando una fonte di energia rinnovabile come l'acqua, può divenire però una minaccia per uno sviluppo sostenibile nel momento in cui il suo utilizzo viene portato all'eccesso. Quando a straripare è la cupidigia dell'uomo, accade invece il contrario per il letto del Noce, che rimane senz'acqua.
È forse possibile un'armonia tra una produzione idroelettrica a questi livelli e la tutela degli equilibri naturali? Non è di questo parere il portavoce del Comitato permanente per la difesa del fiume Noce, Luca Scaramella, il quale ribadisce la necessità di “attuare azioni volte a valorizzare le ulteriori e diverse attività, rispetto a quelle idroelettriche, connesse all'utilizzo delle acque, tra cui quelle turistiche quali il rafting o la pesca sportiva”. Una soluzione, questa, volta a promuovere uno sviluppo economico alternativo e la tutela della bellezza naturale del fiume.
Una missione che lascia l'amaro in bocca. Sono molti, infatti, gli ostacoli che i membri del Comitato stanno incontrando sul fronte: si deve combattere non solo contro i privati, ma anche contro gli amministratori locali, troppo spesso “accecati dal miraggio di coprire i problemi di bilancio costruendo centrali idroelettriche”.
Non possiamo dimenticare, inoltre, che dal 2007 a oggi la Giunta provinciale ha rilasciato molte nuove concessioni di derivazione di acqua a scopo idroelettrico a Comuni, ad Amministrazioni Separate di Uso Civico, a società a capitale misto e a società private.
“È necessaria una soluzione drastica e radicale – continua Scaramella – infatti premiamo sulla Provincia con l'intento di dar vita a un provvedimento legislativo volto a salvaguardare il territorio e a essere valido anche nei anni a venire”. Alla notizia che in questi giorni l'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi incontrerà i Sindaci dei 13 comuni della Val di Sole, Scaramella non ha esitato a dire la sua.
In una lettera, il portavoce del Comitato per la difesa del Noce, ha invitato Gilmozzi a “sollecitare gli amministratori del Consorzio e i Sindaci dei Comuni di Caldes, Cavizzana, Malé e Terzolas a ritirare la richiesta in merito all'istanza di derivazione di acqua dal Noce ad uso idroelettrico, presentata a ottobre 2016 dal Consorzio Sevizi Territoriali del Noce – STN Val di Sole”.
L'altra richiesta è quella di “non modificare il DMV (Deflusso Minimo Vitale) nei corsi d’acqua della Val di Peio, in quanto le “opere di presa interessate dalla ricalibrazione sperimentale” individuate nell'accordo con Hydro Dolomiti Energia s.r.l. si trovano all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio, area protetta sottoposta a speciali normative di tutela di carattere provinciale, nazionale ed europeo”.
La lettera serve anche a puntualizzare “l’iter per la predisposizione di un ulteriore atto di pianificazione specificamente dedicato al fiume Noce per consentire da un lato di tutelare in modo armonico il fiume nel rispetto delle esigenze ambientali, paesaggistiche e di uso pubblico della risorsa e dall'altro di indirizzare al meglio la progettazione degli impianti idroelettrici”.
Mosso da istanze chiare e concrete, il Comitato è deciso a non mollare la presa. Scaramella si dice fiducioso nella possibilità di ottenere al più presto i primi risultati, anche grazie al sostegno della popolazione locale che, giorno dopo giorno, si mostra sempre più sensibile al destino del Noce. “Il fiume – conclude Scaramella – non deve essere più visto come un pericolo, ma come un'opportunità”.