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Gli ambientalisti a Punta Penia: "Marmolada libera e l'accordo del 2002 è inutile"

Mountain Wilderness chiede un confronto costruttivo tra istituzioni e operatori economici per rilanciare la montagna: "Basta guerra per i confini"

Pubblicato il - 10 aprile 2017 - 19:52

ROCCA PIETORE. Una protesta a 3.334 metri a Punta Penia, la vetta più alta della Marmolada. Il presidio si è triplicato, Penia cade in territorio trentino e quindi gli ambientalisti di Mountain Wilderness hanno trascorso la notte di domenica 9 aprile occupando anche Punta Rocca nel bellunese e un bivacco a metà ghiacciaio

 

 

"I progetti - spiega Luigi Casanova, leader del movimento - ipotizzano una funivia da Fedaja a Punta Rocca, mentre sull'altro versante si parla dell'impianto da Fedaja a Porta Vescovo. Una dimostrazione pacifica e simbolica: nessun impianto nuovo e basta guerra dei confini, Marmolada libera".

 

La manifestazione "si è svolta - commenta - contemporaneamente ad un altro impegno scialpinistico di Mountain Wilderness nel comune di Balme in Piemonte: questa amministrazione, attraverso una coraggiosa delibera, ha dichiarato la sua montagna libera da ogni rumore, eliski, quad, moto e si è impegnata ad investire unicamente in un turismo sostenibile e nell’economia green".

 

Mountain Wilderness, movimento ambientalista internazionale nato nel 1987 e che accoglie tra i più importanti alpinisti, ricorda inoltre le proposte per rilanciare in senso qualitativo il turismo in Marmolada, come le gallerie paravalanghe, la pista ciclabile attorno al lago, la pulizia della montagna dagli edifici obsoleti e dai plinti in cemento, la riqualificazione dei parcheggi nei due versanti, un collegamento green fra le aree sciabili trentina e bellunese con pulmini elettrici, la messa in rete dei musei della guerra, una visione ampia del gruppo della Marmolada con la costruzione di percorsi tematici e naturalistici, senza dimenticare i temi della tutela dei corsi d’acqua dall’invasione delle centraline, l'Autostrada del Cadore e la necessità di portare formazione culturale e identitaria negli ambiti scolastici.

 

"La formazione - aggiunge Casanova - rientra negli impegni prioritari delle linee guida di armonizzazione delle scelte in tema di aree protette e passaggio della Fondazione Dolomiti Unesco. L'accordo del 2002 tra Trentino e Veneto è inutile: doveva essere la regione Trentino Alto Adige ad esprimersi e questa è una grave superficialità. Ora serve un dialogo costruttivo tra istituzioni, operatori economici e associazionismo ambientalista".

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