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A Cles il focus su sostenibilità e parassiti. In arrivo una 'App' per il monitoraggio della cimice asiatica

Trecentocinquanta agricoltori hanno partecipato alla giornata frutticola organizzata dalla Fondazione Mach in collaborazione con Melinda e Apot. Sostenibilità e le principali problematiche del comparto gli argomenti dell'incontro

Pubblicato il - 16 febbraio 2017 - 19:25

CLES. Il tema della sostenibilità e delle principali problematiche del comparto sono state al centro della ventesima giornata frutticola di Cles, organizzata dalla Fondazione Mach in collaborazione con Melinda e Apot. Trecentocinquanta agricoltori presso il Polo scolastico, e un centinaio collegati in streaming, hanno seguito l'evento che si conferma fra gli appuntamenti più attesi dal mondo frutticolo trentino.

 

Diversi e di forte attualità gli argomenti affrontati: dalle tradizionali problematiche fitosanitarie con cui l’agricoltore è chiamato a confrontarsi ai nuovi parassiti emergenti come la cimice asiatica, contro la quale la Fondazione Mach è in prima linea con attività informative e di monitoraggio, inclusa la nuova applicazione per smartphone, passando per l’afide lanigero e la sua 'lana' che può provocare deformazioni e dissecamenti, 

 

Ampio spazio anche al diradamento chimico dei frutticini, tema più che mai attuale, considerati i risultati non soddisfacenti ottenuti negli ultimi anni, oltre che all'illustrazione della coltivazione del ciliegio nelle Valli del Noce che può rappresentare una interessante diversificazione e una valida alternativa alla tradizionale coltivazione del melo.

 

“Il nostro lavoro in termini di sostenibilità - dice Sergio Menapace, direttore del Centro Trasferimento Tecnologico - continua nel tentativo di raggiungere il migliore equilibrio tra parti economiche, sociali e ambientali”. E ha annunciato due importanti eventi che si svolgeranno quest'anno: il congresso internazionale Future IPM 3.0 sulla sostenibilità in Europa, dal 16 al 20 ottobre, a Riva del Garda, e la giornata sulla biodiversità il 20 maggio, a San Michele.

 

Frutticoltura sostenibile in Trentino. “Questo incontro è un segnale che conferma quanto sia importante parlare del tema ambientale e della sostenibilità – sottolinea Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot –. Le scelte in discussione per il 2017 devono essere viste come un passo verso una migliore ‘sostenibilità’ del sistema ma anche di rispetto che il mondo frutticolo chiede alla collettività. Questo passaggio è fondamentale per dimostrare l'attenzione e la sensibilità del mondo agricolo per intercettare le istanze dei cittadini e, conseguentemente, per essere più competitivi sui mercati oggi molto selettivi in termini di politiche ambientali”.

 

Afide lanigero, proposte per il contenimento: insetti utili, pratiche agronomiche e agrofarmaci. Ricomparso in maniera importante in tutte le zone frutticole l'afide lanigero (Eriosoma lanigerum) provoca danni alla vegetazione in quanto le sue punture causano deformazioni e nodosità: un forte attacco può ridurre la formazione di gemme e provocare il disseccamento dei rametti. Il parassita naturale, l’imenottero Aphelinus mali è molto efficiente, ma spesso compare in ritardo; altri insetti utili sono forficule, crisope e sirfidi: "I fattori che provocano ombreggiamento - spiega Andrea Branz -  favoriscono la proliferazione dell’afide, vedi impianti fitti, piante vigorose, presenza di rete antigrandine nera, e tra le varietà la Fuji è la più colpita. I tecnici hanno indicato le pratiche agronomiche per ottenere piante equilibrate e ben illuminate ed i prodotti che hanno dimostrato una certa efficacia".

 

Cimice asiatica, reti e trappole: in arrivo anche la 'app'. Valerio Mazzoni ha spiegato che Halyomorpha halys è una specie invasiva originaria dell’Asia orientale e sta causando ingenti danni economici su colture arboree come melo, pero e pesco, ma anche su molte orticole. Durante il 2016 sono stati ritrovati i primi individui di cimice anche in provincia di Trento, con i focolai più importanti nell’area della città di Trento e del Garda. La Fondazione Mach, oltre alle attività informative e di monitoraggio tradizionale, sta mettendo a punto nell'ambito delle attività di sperimentazione e ricerca una applicazione per smartphone che permetterà da un lato di automatizzare la raccolta e validazione dei dati di campionamento dei tecnici e dall’altro di sviluppare un programma di 'citizen science' in cui si terrà conto delle segnalazioni effettuate da cittadini volontari. Per quanto riguarda la difesa, oltre ai mezzi chimici, che hanno mostrato una efficacia solo parziale, si valuteranno metodi alternativi quali le reti anti-insetto ma anche l'implementazione delle trappole a feromoni già sul mercato con segnali vibrazionali in grado di migliorarne l’efficacia di cattura, inclusa l’identificazione di 'antagonisti naturali' per il controllo biologico.

 

Coltivazione del ciliegio, una nuova opportunità per la valle di Non. La coltivazione del ciliegio in Valle di Non rappresenta ancora una superficie piuttosto contenuta di circa 70 ettari, ma si ritiene sia in possibile aumento. I buoni risultati produttivi anche dal punto di vista qualitativo, l’elevata remunerazione, le richieste di mercato e la scelta di Melinda di investire in una calibratrice per la cernita hanno creato nuove interessanti prospettive per le aziende agricole. Maurizio Chini ha spiegato che le varietà finora coltivate in valle di Non sono Kordia e Regina, varietà a maturazione tardiva che si distinguono soprattutto per le ottime caratteristiche organolettiche. Dal 2018 nelle zone dell’Alta valle di Non verranno messi a dimora dei nuovi impianti con Giant Red, una varietà ad epoca di maturazione più precoce di Kordia, per evitare eccessi di produzione nel periodo finale della commercializzazione delle ciliegie quando a fine luglio la richiesta del prodotto tende a diminuire.

 

Diradamento, le esperienze dell'Alto Adige e della Fondazione Mach. Già nel 2007 il Centro Laimburg ha iniziato le prime prove con la molecola Metamitrone utilizzandolo come diradante per il melo. Nei primi anni era disponibile un prodotto ancora non formulato, mentre solo dal 2010 le prove si sono svolte con il prodotto formulato destinato alla commercializzazione e tuttora in vendita. Poiché frequentemente si hanno dei problemi di ridotta efficacia nella parte alta della pianta, al Centro Sperimentale di Laimburg – ha riferito Christian Andergassen - sono in corso di valutazione diverse strategie.

 

Nel 2016 diradare il melo, specialmente nelle zone collinari, è stato particolarmente difficile. Massimo Prantil ha riferito che i prodotti sia i collaudati che il nuovo principio attivo Metamitron (prodotto commerciale Brevis) hanno dato scarsi risultati.

 

Conseguentemente il diradamento manuale di completamento è stato particolarmente oneroso ed ha richiesto mediamente fino a 300 ore/ettaro. I tecnici hanno cercato di analizzare le cause di questa parziale o totale inefficacia soffermandosi in particolare sulle condizioni climatiche e citando il nuovo modello matematico sperimentale (MaluSim), che simula il bilancio giornaliero di carboidrati nella pianta, e aiuta a valutare l’andamento stagionale dando indicazioni sul dosaggio dei vari prodotti.

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