"Ci sono i presupposti di maltrattamento. I ministri predispongano un pool di esperti per salvare i cuccioli di Kj2", l'interrogazione in Parlamento dell'M5S
Il portavoce Bernini è convinto che gli orsetti rimasti orfani non riusciranno a superare l'inverno e cita uno studio molto dettagliato chiedendo che la gestione venga affidata "ai Forestali dei Carabinieri"

ROMA. "I ministri responsabili devono garantire la sopravvivenza dei cuccioli e la loro tutela, affidandone la gestione ai Forestali dei Carabinieri che, tramite un coordinatore, possano provvedere a costituire un pool di esperti per valutare le migliori soluzioni da offrire per garantirne la sopravvivenza e la tutela in natura con ogni dovuta precauzione". Se non ci fossero quelle due parole (cuccioli e natura) si potrebbe addirittura pensare a un percorso di protezione testimoni da mettere al sicuro da spietati assassini o da un ambiente degenerato e ormai compromesso. E invece no. Si sta parlando dei cuccioli di Kj2 e dei boschi del Trentino. Quei cuccioli che meno di dieci giorni fa sono stati fotografati dalle fototrappole dei forestali e sono stati ritratti in salute. Girano in coppia nei boschi che frequentavano anche prima che la madre venisse abbattuta perché (dopo due aggressioni agli uomini e svariate ad animali) era stata ritenuta troppo pericolosa.
Cuccioli certamente a rischio, perché sono nati in gennaio. Hanno, quindi, poco meno di 10 mesi e non hanno ancora vissuto un letargo. Ma va anche detto che hanno, comunque, già due mesi in più di quelli di Daniza quando erano rimasti orfani. Loro avevano circa sei mesi eppure erano riusciti a sopravvivere entrambi all'inverno. Il Movimento 5 Stelle, però, a livello nazionale ha intrapreso una vera battaglia contro la Provincia di Trento dopo la morte di Kj2. "E a seguito dell'esecuzione dell'orsa - scrivono - sono state chieste delucidazioni e documentazioni tramite la richiesta di accesso agli atti".
Ora con un'interrogazione a prima firma del portavoce parlamentare Paolo Bernini, è intervenuto per richiedere le garanzie dovute sulla tutela dei cuccioli dell'orsa. "La condizione nella quale sono i cuccioli dell'orsa KJ2 a seguito della sua uccisione, ha posto gli animali in difficoltà - spiega Bernini - fatica e stress psico-fisico. I cuccioli di orso bruno, infatti, in natura possono vivere con la madre dai due fino ai quattro anni (eccezionalmente anche fino ai 4 anni e mezzo) durante i quali imparano le tecniche di sopravvivenza, quale cibo sia di maggiore valore nutrizionale e come procurarselo, imparano anche come cacciare, pescare e difendersi. Tali sono gli apprendimenti che gli stessi acquisiscono nel corso dello sviluppo, tramite processi imitativi, durante tutto il periodo di vita condiviso con la madre".
"E' evidente - prosegue il portavoce dell'M5S - come, per cause determinate dalla provincia di Trento, ai cuccioli verranno a mancare le necessarie fasi di crescita e di naturale sviluppo e acquisizione di tutti i pattern comportamentali che ogni orso cresciuto con la propria madre avrebbe. Infatti le mamme orse proteggono i loro cuccioli, spaccano loro i tronchi di legno nei quali sono contenuti le tane degli insetti di cui si nutrono, li conducono in luoghi di alimentazione distanti dalla tana e che i cuccioli frequenteranno talvolta da adulti. Le madri costruiscono le tane in autunno nelle quali scaldare i cuccioli nella stagione invernale. E' altrettanto evidente che trattandosi di cuccioli molto giovani, questi non siano in grado di gestirsi completamente da soli, procacciandosi il cibo in modo sufficiente o difendersi da altri orsi maschi o lupi, potenziali loro predatori. Inoltre più di una ricerca effettuata su cuccioli orfani di orso bruno ha dimostrato che è necessario mettere a disposizione cibo agli orsi orfani, con particolari specifiche metodiche affinché il cibo non sia ricollegato alla presenza e alla figura umane, per poter consentire un regolare approvvigionamento alimentare soprattutto con l'avvicinarsi del letargo, al fine di consentire la regolare sopravvivenza".
I 5 Stelle proseguono con consigli ai nostri forestali (che sono quelli che da anni gestiscono il maggior numero di orsi del Paese) spiegando che "il cofattore fondamentale per l'alta percentuale di successo di sopravvivenza di cuccioli di orso bruno rimasti orfani è quindi l'accesso a cibo supplementare, oltre alla disponibilità di un vasto areale di territorio che mitigherebbe la possibilità di attacco da parte di predatori (orsi maschi, lupi). La medesima ricerca suggerisce di ricorrere ad una madre adottiva, soprattutto qualora gli orfani fossero ancora nella fase di allattamento, poiché con una elevata percentuale di successo le mamme orse possono adottare e gestire anche fino a sei orsetti (Alt and Beecham 1984) quando vi sia sufficiente cibo a disposizione, naturalmente presente o fornito su tutto il territorio, per consentire non solo alla madre ma anche a tutti i cuccioli, di crescere regolarmente".
"Per tutto questo possiamo sostenere che sussistano i presupposti di maltrattamento a cui i cuccioli sono stati sottoposti in ragione della privazione della madre - conclude Bernini - in tempi prematuri e con modalità drammatiche per le quali, gli stessi, stanno conseguentemente subendo gravi danni, sia sotto il profilo etologico che sotto il profilo fisico. Gli animali sono esseri senzienti, come per altro riconosciuto anche dalla norma, e, ancor più gli orsi, quali mammiferi superiori in grado di manifestare articolate e complesse capacità e in ragione del lungo periodo di cure materne dei cuccioli, gli stessi, da una perdita così grave, possono solo aver subito significative conseguenze. La scienza suggerisce che i piccoli possono vivere anche fino ai 4 anni con la madre, se ne deduce il grado di rilevanza di questa relazione e la necessità imprescindibile che per la corretta e sana formazione socio-etologica si consenta a questo importante rapporto di svilupparsi in modo naturale.
I Ministri responsabili devono garantire la sopravvivenza dei cuccioli e la loro tutela, affidando la gestione dei cuccioli ai Forestali dei Carabinieri che, tramite un coordinatore, possa provvedere a costituire un pool di esperti per valutare le migliori soluzioni da offrire per garantire la sopravvivenza e la tutela dei cuccioli in natura con ogni dovuta precauzione".