Bocconi avvelenati, ancora ritrovamenti in Trentino. L'Istituto Zooprofilattico delle Venezie: "Insegnate al cane a non raccogliere niente"
Dal Comune di Folgaria al veterinario di Trento, Luca Lombardini, ecco tutto quello che c'è da sapere su questa barbara pratica e come aiutare i nostri amici a quattro zampe in caso di ingestione. Sull'Altopiano di Folgaria indagini aperte per rintracciare coloro che hanno posizionato gli ultimi bocconi ritrovati vicini ai centri abitati

TRENTO. Anche quest'anno il problema dei bocconi avvelenati sta riemergendo con forza in Trentino. Qualche settimana fa il caso di un cane morto avvelenato a Lavis e i tanti bocconi rinvenuti prima a Volano, Avio e Arco poi con una certa serialità sull'Altopiano di Folgaria. Pochi giorni fa gli ultimi ritrovamenti sopra Povo, a Oltrecastello, vicino al parco giochi.
L'uccisione di animali con bocconi avvelenati era una pratica permessa ai cacciatori, divenuta illegale dal 1977. I bocconi venivano utilizzati per eliminare predatori selvatici e animali randagi, ad uccidere cani da caccia rivali o che disturbavano il vicinato abbaiando o invadendo altrui proprietà. Una pratica barbara, purtroppo, non del tutto dimenticata. E ancora oggi, ci spiegano dall'Azienda sanitaria, le sostanze tossiche maggiormente utilizzate sono i pesticidi e i v eleni comunemente utilizzati in agricoltura, negli orti e nei giardini. Negli ultimi anni sono in aumento anche i casi di avvelenamento a causa di lumachicidi, di larghissimo impiego nei giardini e nelle zone agricole. Ma poi ci sono gli appetitosi bocconi creati con salcicce, pollo, carni profumate ma farcite di topicidi e, in alcuni casi, con chiodi.
Purtroppo sono talmente numerosi questi bruttissimi episodi che risulta quasi impossibile individuare le zone più colpite. "I responsabili - conferma Luca Lombardini veterinario di Trento e presidente della Lega Nazionale per la difesa del Cane sezione di Trento - spesso sono agricoltori che utilizzano insetticidi e veleni per migliorare la produzione e ne fanno un uso improprio e scorretto oppure sono cacciatori, ma anche dei veri e propri criminali che volutamente usano queste sostanze per uccidere gli animali. E' difficile quantificare i casi e non si può quindi individuare statisticamente se questo fenomeno sia in aumento o in calo".
"Dal 1997 fino ad oggi l'andamento del fenomeno non accenna a diminuire, anche se avere un quadro esaustivo e rispondente alla realtà non è semplice - spiega anche l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – poiché i casi denunciati sono solo una parte di quelli che si verificano. Con l'entrata in vigore dell'ordinanza ministeriale nel 2009 il numero di campioni è notevolmente aumentato. Da un anno all'altro il numero di esche e bocconi conferiti al laboratorio sono raddoppiati passando dai 70 del 2008 siamo passati a 145 nel 2009. I conferimenti tendenzialmente aumentano nel periodo autunnale, con l'apertura della stagione della caccia. Il maggior numero di segnalazioni di animali colpiti riguardano i cani ma sicuramente perché nel loro caso i padroni denunciano l'accaduto. Infatti con i gatti è più complesso perché può accadere che l'intervento del veterinario non sia richiesto e che l'animale vada ad appartarsi per andare a morire in un luogo solitario. Infine buona parte dei casi che riguardano gli animali selvatici sfugge ai dati, per mancanza di ritrovamento delle carcasse".
"Quel che è certo - comunicano dal Comune di Folgaria, come detto, suo malgrado, investito della questione - è che nel caso in cui i cittadini ritrovassero esche avvelenate o bocconi dovrebbero farsi carico, immediatamente, di denunciare l'accaduto. Ciò che è bene ricordare è che in caso di ritrovamento è necessario avvisare gli Organi di Polizia o il Servizio Veterinario della Azienda Provinciale Servizi Sanitari competente per territorio e che, in attesa dell'arrivo delle autorità, si consiglia, sempre, prima di raccogliere qualunque materiale sospetto di munirsi di protezioni (guanti ed eventualmente mascherina perché spesso le sostanze usate per l'avvelenamento a contatto con occhi o mucose possono rilevarsi molto pericolose anche per uomini e donne)".
Poche regole, ma ben chiare, che possono salvare la vita ad altri animali o ridurre i rischi per chi entra in contatto con queste vere e proprie trappole. E poi ci sono le indicazioni in caso di ingestione. "E’ particolarmente complicato accorgersi subito se il proprio animale ingerisce veleni – prosegue il veterinario Lombardini – infatti i sintomi si manifestano solamente dopo circa otto ore quando ormai il veleno è già in circolo. Le conseguenze di un avvelenamento dipendono da un rapporto dose-effetto, infatti la stessa dose per animali di piccola taglia potrebbe essere mortale, invece a quelli più grandi potrebbe causare solo un fastidioso mal di pancia".
In ogni caso Lombardini consiglia di far rigettare il boccone avvelenato mangiato dall’animale facendogli bere dell'acqua ossigenata o salificata e di portarlo, il più rapidamente possibile, dal veterinario che provvederà, poi, alla lavanda gastrica. Dal Comune di Folgaria, che ha stilato un vero e proprio vademecum per i suoi concittadini sull'argomento, la comunicazione che "può diventare di fondamentale importanza descrivere con accuratezza la sostanza che presumibilmente ha ingerito l'animale, riferendo le caratteristiche del prodotto, il luogo in cui si presume sia avvenuta l'assunzione e comunicare il tempo trascorso e l'eventuale comparsa di sintomi". "Per prevenire l'avvelenamento del proprio animale domestico l'unica soluzione possibile è l'educazione. È buona norma insegnare ai cani a mangiare solo il cibo offerto dal padrone – suggerisce l'istituto zooprofilattico – controllare l'animale durante le passeggiate, in modo tale da notare se trova carcasse o cibo, oppure far uscire l'animale dopo averlo nutrito; in questo modo è più diffidente verso il cibo che trova per caso.”
"Quello dell'uso dei bocconi avvelenati - completa il Comune di Folgaria rivolgendo una sorta di appello a tutta la comunità - è un comportamento incivile, ignorante e senza mezzi termini criminale che mette in pericolo la vita dei nostri amici a quattro zampe ma anche l'incolumità dei bambini. Un comportamento che preoccupa profondamente l'amministrazione visto che esche e bocconi sono stati recentemente ritrovati vicino a luoghi molto frequentati e poco distanti dai centri abitati. Le indagini su chi siano i responsabili sono state aperte fin da subito perché la legge ne vieta l'utilizzo e la detenzione, prevedendo sanzioni amministrative per chi contravvenga il divieto. Il codice penale, poi, inserisce tra delitti contro il sentimento per gli animali il comportamento di chi per crudeltà o senza necessità (bocconi avvelenati e esche rientrano sicuramente in questo campo) cagioni la morte o la lesione di un animale, punendo i responsabili con pene pecuniarie e detentive".