Agricoltura in ginocchio dopo le gelate, la Cgil: "Non ci si può nascondere dietro una lettera, si chiede serietà all'assessore"
I sindacati negli scorsi giorni hanno inviato una lettera all'assessore ("non l'ho ancora ricevuta") per chiedere un incontro urgente per capire come si muoverà la Provincia per affrontare quella che si annuncia essere una delle più gravi crisi del settore degli ultimi anni. Manuela Faggioni: "Non precludiamo nessuna strada, ma bisogna agire"

TRENTO. "Le soluzioni possono essere diverse: se non si vogliono mettere in campo gli ammortizzatori sociali, noi non precludiamo nessuna strada, ma non mi sembra il caso di nascondersi dicendo che non è stata ancora ricevuta la nostra lettera. E' una questione seria e si chiede altrettanta serietà all'assessore competente. Il tempo stringe, agosto è dietro l'angolo e per questo si sottolinea la necessità di agire quanto prima", non usa giri di parole Manuela Faggioni, segretaria della Flai Cgil del Trentino.
Le gelate avvenute tra il 21 e il 29 aprile, abbinate al periodo di siccità che ha caratterizzato la prima parte della primavera, rischiano di mettere in ginocchio la produzione agricola del Trentino. Si parla di un calo della produzione annunciata intorno al 70% per le mele e, in alcune zone, al 60% per il vino. Danni enormi si prevedono anche per le ciliegie, i piccoli frutti, le noci, insomma per tutta la produzione agricola
I sindacati, preoccupati per le sorti dei lavoratori impegnati nel comparto, hanno chiesto dalle pagine de Il Dolomiti lo 'stato di calamità', seguita dalla lettera inviata agli assessori Michele Dallapiccola (agricoltura) e Alessandro Olivi (lavoro) per chiedere un incontro.
"Al momento non ho ancora visto nessuna lettera, ma siamo già perfettamente operativi - rassicurava Dallapiccola - circa due settimane fa alla conferenza degli assessori regionali all'agricoltura d'Italia abbiamo sollevato questo problema che riguarda moltissime altre realtà italiane: siamo in attesa delle mosse del ministero. Noi auspichiamo che venga davvero chiesto lo stato di calamità naturale perché ciò vorrebbe dire sbloccare risorse da Bruxelles per sostenere il reddito".
E se l'assessore si è mostrato dubbioso sulla possibilità di mettere in campo gli ammortizzatori, la realtà è sicuramente difficile: se gli agricoltori sono in grandissima parte assicurati, altrettanto non si può dire per magazzinieri, imbustatori, raccoglitori, trasportatori e tutta la filiera che 'dipende' dal prodotto.
"Non ho dubbi che i dipartimenti si stiano muovendo - conclude Faggioni - ma la situazione è grave e tanti sono già in odore di sospensione. Le soluzioni tra enti bilaterali e cooperazione non mancano, ma aspettiamo di sederci intorno al tavolo per discutere concretamente del quadro generale: sono migliaia i posti di lavoro in ballo tra personale fisso e stagionale, senza dimenticare l'importante ruolo dei consorzi. Questo settore è una fonte di reddito per tante persone, troppe per nascondersi dietro la mancata ricezione della lettera".