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Agricoltura in ginocchio dopo le gelate, Dallapiccola: "Ne usciremo anche grazie alla cooperazione. Improbabile creare ammortizzatori sociali ad hoc"

I sindacati negli scorsi giorni hanno inviato una lettera all'assessore ("non l'ho ancora ricevuta") per chiedere un incontro urgente per capire come si muoverà la Provincia per affrontare quella che si annuncia essere una delle più gravi crisi del settore degli ultimi anni. "Se verrà chiesto lo stato di calamità si sbloccheranno risorse da Bruxelles"

Di Luca Pianesi - 14 maggio 2017 - 18:39

TRENTO. Nessuna forma di ammortizzatori sociali specifica per l'indotto agricolo. L'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola è molto dubbioso sulla possibilità di mettere in campo un nuovo strumento per assistere i lavoratori, soprattutto quelli dell'indotto, in situazioni come quella che sta "esplodendo" in questi giorni. Le gelate avvenute durante la settimana da 21 al 29 aprile, abbinate al periodo di siccità che ha caratterizzato la prima parte della primavera, rischiano di mettere in ginocchio la produzione ortofrutticola e vitivinicola trentina.

 

Si parla, senza se e senza ma, di un calo della produzione annunciata intorno al 70% per le mele e, in alcune zone, al 60% per il vino. Ma danni enormi si prevedono anche per le ciliegie, i piccoli frutti, le noci insomma per tutta la produzione agricola. I sindacati, venerdì, dalle pagine de il Dolomiti hanno chiesto che venga attivato lo "stato di calamità" preoccupatissimi per il destino dei lavoratori che ruotano attorno a campi, aziende e consorzi. Già perché se gli agricoltori sono in grandissima parte assicurati chi rischia di più sono i magazzinieri, gli imbustatori, i raccoglitori, i trasportatori e tutta la filiera che "dipende" dal prodotto. Solo per Melinda, infatti, dopo il sopralluogo fatto da dirigenti, tecnici e parti sociali, si è ventilata l'ipotesi di chiudere ben tre magazzini (Cles, Casez e Tuenno) lasciando a casa almeno 300 persone. Ma estendendo il problema a tutta la provincia a rischiare di restare senza reddito sono qualche migliaia di lavoratori.

 

"Due giorni fa (martedì 10 ndr) - ci spiegava venerdì Manuela Faggioni, segretario della Flai Cgil del Trentino - abbiamo mandato, come sindacati, una lettera agli assessori Dallapiccola (agricoltura) e Olivi (lavoro) per chiedere risposte immediate. Il che vuol dire entro due, tre giorni. Vogliamo capire come si stanno muovendo loro e che tipo di strategie intendono mettere in campo".

 

"Al momento non ho ancora visto nessuna lettera - ci ha risposto l'assessore Dallapiccola - ma siamo già perfettamente operativi. Circa due settimane fa alla conferenza degli assessori regionali all'agricoltura d'Italia abbiamo sollevato il problema. Problema, tra l'altro, che riguarda moltissime altre realtà italiane e adesso attendiamo le mosse del ministero che sta valutando lo stato di fatto. Noi auspichiamo che venga davvero chiesto lo stato di calamità naturale perché ciò vorrebbe dire sbloccare risorse da Bruxelles per sostenere il reddito. Ma strumenti già ne esistono e noi come Trentino siamo da sempre in prima linea per intercettarli se è vero che per l'utilizzo delle risorse dell'Ist (Income Stabilization Tool, una misura volta a supportare la gestione del rischio di reddito delle imprese agricole ndr) intercettiamo il 25% degli introiti pur rappresentando l'1% dell'agricoltura nazionale".  

 

L'altra grande richiesta mossa dai sindacati è quella di "cominciare a parlare seriamente del comparto. Ogni tot anni - spiegava Faggioni - eventi come questo si verificano. Dobbiamo creare una forma di ammortizzatori sociali anche per lavoratori stagionali. Figure, oggi, prive di questa forma di tutela ma importantissime per la nostra provincia. Padri e madri di famiglie spesso monoreddito che quindi non possono essere completamenti abbandonati". "Questo onestamente lo vedo poco possibile - spiega l'assessore all'agricoltura - ci vorrebbe un'autorizzazione ministeriale, non è una cosa che possiamo fare noi autonomamente. Invece, analizzando il quadro generale, che è certamente molto grave, sono sicuro che ne usciremo grazie anche al sistema cooperativo. La cooperazione saprà farsi carico, assieme alla Provincia, dei lavoratori con serietà e responsabilità". 

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