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"Una sconfitta per natura e società", "No, una giornata storica per allevatori e pastori". Il (futuro) declassamento delle protezioni del lupo divide associazioni e politica

L'associazione "Io non ho paura del lupo" ribadisce l'importanza del lupo come figura fondamentale per gli equilibri naturali della montagna, mentre dalla politica arrivano le esultanze di consiglieri di Veneto e Lombardia: "Non sono i lupi a dover essere salvaguardati nelle zone antropizzate, ma le attività umane, che rischiano di scomparire"

Di MOb - 03 dicembre 2024 - 13:24

TRENTO. Il Comitato Permanente della Convenzione di Berna ha compiuto un altro passo in avanti verso il declassamento del lupo da specie "strettamente protetta" a "specie protetta" (QUI L'ARTICOLO).

 

Una decisione giuridicamente reversibile entro tre mesi se un terzo dei Paesi firmatari (17 su 49) si opporrà, ma che ha già scatenato un acceso dibattito tra le associazioni ambientaliste e alcuni rappresentanti politici.

 

Da un lato, le associazioni per la tutela della biodiversità denunciano un grave passo indietro per la conservazione della specie; dall'altro, rappresentanti del mondo politico e agricolo vedono nella decisione una vittoria per allevatori e pastori, che da tempo lamentano difficoltà nella gestione del lupo e dei grandi carnivori nei territori montani.

 

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE: "UN PERICOLOSO ARRETRAMENTO"

La reazione più critica arriva da chi si batte per la tutela della biodiversità. Daniele Ecotti, presidente dell’associazione Io non ho paura del lupo, ha definito il declassamento "una sconfitta per la natura e la scienza", sottolineando come il lupo sia una specie fondamentale per il mantenimento degli equilibri naturali.

 

“Abbiamo il dovere morale e scientifico - ha aggiunto - di proteggere questa specie, non solo per il suo valore intrinseco, ma per l’equilibrio degli ecosistemi e per il futuro delle generazioni che verranno", aggiungendo che la normativa attuale già consente una gestione responsabile del lupo, incluso il prelievo selettivo in caso di necessità. “Abbiamo bisogno di più scienza, non di più politica, nella gestione della fauna selvatica – ha concluso Ecotti –; il lupo non è solo un animale: è un simbolo di ciò che siamo capaci di proteggere e di come possiamo coesistere con il mondo naturale. Perdere questo equilibrio significa ribadire la nostra incapacità di rapportarci con l’ambiente che ci circonda”.

 

C’È CHI INVECE ESULTA: "UNA GIORNATA STORICA PER ALLEVATORI E PASTORI"

In netto contrasto, Giacomo Zamperini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia della Lombardia e presidente della Commissione Montagna, ha accolto con entusiasmo la decisione, definendo quella di oggi "una giornata storica". Per Zamperini, il lupo "non è una specie a rischio di estinzione, ma un animale che si sta diffondendo in modo esponenziale, diventando un potenziale pericolo per le attività umane nelle zone rurali". A fargli eco anche Tommaso Razzolini (Fratelli d'Italia), consigliere del Veneto: “Un nuovo passo per dare risposte al territorio, alle persone che hanno subito attacchi e perdite ingiustificate di animali”. 

 

"È ora di procedere con regole chiare per un piano di contenimento che tuteli gli allevatori e la presenza dell’uomo nei territori montani", ha aggiunto Zamperini, sottolineando come il declassamento rappresenti un cambio di paradigma nella gestione dei grandi carnivori. "Non sono i lupi a dover essere salvaguardati nelle zone antropizzate, ma le attività umane, che rischiano di scomparire".

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