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Un orso fuori dal seggio elettorale, la Lav: "Intollerabile che ogni incontro diventi un pretesto per chiedere di condannare a morte un esemplare"

L'associazione animalista commenta anche il caso di Molveno. Il responsabile Lav-Animali selvatici, Massimo Vitturi: "Abbiamo ottenuto il verbale del Corpo forestale Trentino nel quale è riportata la dinamica dell’incontro. Ancora una volta emerge la totale impreparazione della persona che ha reagito all'incontro"

Pubblicato il - 11 giugno 2024 - 12:44

TRENTO. "Non possiamo tollerare che ogni contatto uomo-orso possa diventare un pretesto che la Provincia di Trento utilizza per nuove condanne a morte dei grandi carnivori". Queste le parole di Massimo Vitturi, responsabile Lav-Animali selvatici. "Incontrare un orso in Trentino deve essere considerato un evento ordinario".

 

Nelle scorse ore un orso, attirato dai rifiuti, si è presentato al seggio elettorale a Caldes, la zona dove purtroppo Andrea Papi è stato ucciso a 26 anni dall'orsa Jj4. Il sindaco Antonio Maini ha chiesto azioni concrete e veloci (Qui articolo).

 

"L'esemplare si aggirava in modo pacifico perché attirato dai rifiuti", aggiunge Vitturi. "E' ancora straordinaria la mancanza di informazioni che determina comportamenti errati da parte delle persone che entrano accidentalmente in contatto con gli orsi".

 

L'associazione animalista commenta anche il caso di Molveno. Il 27 aprile scorso un escursionista a monte del centro abitato è entrato in contatto con un orso. La persona, secondo il racconto, è stata sorpresa alle spalle e quindi è stato seguito per un quarto d'ora fino ad avvicinarsi a meno di due metri.

 

"Si sono quindi ricreate le identiche condizioni che hanno portato all’uccisione dell’orso M90, colpevole di avere seguito una coppia a inizio anno", dice Vitturi. "Abbiamo ottenuto il verbale del Corpo forestale Trentino nel quale è riportata la dinamica dell’incontro. Ancora una volta emerge la totale impreparazione della persona che ha reagito guidata esclusivamente dall’istinto, comportandosi in maniera diametralmente opposta a quelle che sono le indicazioni da seguire in caso di un incontro ravvicinato con un orso".  

 

Dalla lettura del rapporto "si apprende che la persona presa dal panico 'si dava alla fuga correndo sulla strada verso valle' e 'giunto l’animale a breve raggio dalla persona (1,5-2metri), quest’ultima lanciava delle pietre per allontanarlo', allontanandosi poi 'indietreggiando, provando anche a spaventare il plantigrado con grida e imbracciando un ramo'. La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che non si devono mai assumere comportamenti che mettano un plantigrado in condizione di sentirsi in pericolo, potrebbe infatti rispondere in maniera aggressiva nel tentativo di allontanare da sé la minaccia. La stessa brochure messa a punto dalla Provincia di Trento mette in guardia circa i comportamenti inadeguati delle persone precisando che 'Se l’orso si avvicina, camminando o correndo, restiamo fermi, parliamo con calma e diamogli modo di capire che non siamo un pericolo gli orsi reagiscono alle situazioni di pericolo', cioè tutto il contrario del comportamento adottato dall’escursionista che è giunto persino a lanciare pietre contro l’orso, fino a urlargli contro imbracciando un ramo".   

 

Dalla lettura del verbale, "emerge che l’orso si è comportato in maniera ammirevole, avrebbe potuto reagire molto violentemente a quelle che dal suo punto di vista erano chiare minacce alla sua integrità fisica – prosegue Vitturi – ancora una volta è dimostrato che le persone che frequentano le zone abitate dagli orsi sono del tutto impreparate, come se, per analogia, guidassero un veicolo senza avere la patente". 

 

Nel mirino anche l'ultima legge, che prevede la possibilità di rimuovere fino a 8 orsi. "Oltre a essere un atto crudele e violento e già per questo intollerabile, non garantisce la sicurezza di nessuno, sapersi comportare al fine di evitare incidenti con orsi incontrati sul proprio cammino è invece l’unica garanzia di sicurezza".

 

L'associazione animalista chiede azioni di informazione e formazione. "E’ quindi necessario che la provincia di Trento, dopo avere bloccato i Bear Ambassador della Lav, il progetto strutturato di informazione attiva nelle valli del Parco Adamello Brenta realizzato dai volontari dell’associazione, avvii finalmente una serie di attività che forniscano ai cittadini gli strumenti necessari per prevenire e saper gestire nella massima sicurezza gli incontri con gli orsi – conclude Vitturi – gli animali non devono pagare con la loro vita l’inettitudine di politici che solo ora, con 24 anni di ritardo, si sono accorti della presenza degli orsi". 

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