Trovato un larice a quota 3.100: "Record altimetrico della specie sulle Alpi. Così la flora (in alta montagna) si arricchisce 'grazie' al cambiamento climatico"
Nuovo record per il Parco naturale Adamello Brenta. E' stato rinvenuto un esemplare di larice comune (Larix decidua) alto 35 centimetri a 3.130 metri di quota

TRENTO. Nuovo record per il Parco naturale Adamello Brenta. A dare l'annuncio sui social sono stati i referenti della realtà, che spiegano di aver rinvenuto un esemplare di larice (Larix decidua) alto 35 centimetri a 3.130 metri di quota.
Non propriamente una buona notizia, visto che si tratta di un avvenimento 'figlio' dei cambiamenti climatici in atto. "Nell'ambito dei monitoraggi floristici del progetto "Flora di Vetta" del Mcr - Fondazione museo civico di Rovereto, in collaborazione con i Parchi naturali del Trentino, è stato trovato un esemplare di Larix decidua alto 35 centimetri a 3.130 metri di quota (Lobbia Alta, 3.196 metri di quota, Adamello) - spiegano dal Parco - che sembra essere il record altimetrico della specie sulle Alpi".
E proseguono; "Dallo studio è emerso che in 86 anni le specie presenti su questa vetta sono triplicate, passando da 17 a 51, con un'accelerazione negli ultimi anni. Questo denota un arricchimento della flora sommitale legato al riscaldamento globale".
Il progetto "Flora di vetta" nasce per monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulla flora di montagna: "Sulle Alpi le piante tendono a spostarsi da sud verso nord e a salire a quote più elevate - viene spiegato dal Parco Adamello Brenta -. È un dato di fatto, testimoniato da chi le montagne le frequenta, e incontra paesaggi inediti rispetto al passato, ma anche dimostrato dagli studi e dalla ricerca scientifica".
"Questi "spostamenti" sono una risposta della flora al clima sempre più caldo: le piante scalano le montagne e le vette appaiono e appariranno sempre più "erbose", anche a seguito della fusione dei ghiacciai che amplia il suolo libero e colonizzabile. Gli ambienti di alta quota sono i più adatti per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla flora, perché sono quelli dove non entrano in gioco altri fattori di natura umana (gestione del territorio, urbanizzazione, pratiche agricole). Le vette delle montagne sono, per ora e per fortuna, poco o per nulla influenzate direttamente dall’uomo".
Ed è proprio per monitorare questi fenomeni che il Museo Civico ha avviato il progetto "Flora di Vetta", in collaborazione con i Parchi naturali del Trentino, il Parco naturale Adamello Brenta, il Parco nazionale dello Stelvio e il Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino, con il contributo della Provincia autonoma di Trento.
"Rispetto ai dati raccolti nel 2019 e pubblicati nel volume Flora del Trentino, il monitoraggio 2022 ha evidenziato già 145 record altimetrici provinciali e alzato il limite altitudinale assoluto di quota per le piante in Trentino con i 3.598 metri di Poa laxa su Punta Taviela".
Tra i record altimetrici troviamo Arnica montana trovata nel Parco Adamello Brenta sul versante sud Carè Alto a 3.020 metri, con un "salto" di 400 metri rispetto al 2019, oppure Gentiana brentae (che al mondo cresce quasi solo sulle Dolomiti di Brenta) segnalata finora solo fino a 2.650 metri e individuata ora in vetta al Grostè (2.900 metri). Anche Saxifraga facchinii, specie endemica e rara, ha fatto registrare un balzo di 290 metri rispetto ai dati precedentemente pubblicati, grazie al ritrovamento su Cima Vezzana nel Parco Paneveggio Pale di San Martino a 3.190 metri.
I dati complessivi saranno elaborati dall'Università di Padova con la quale è in atto una collaborazione per questo progetto con l’obiettivo di pubblicare i risultati su una rivista scientifica di prestigio internazionale. Il progetto richiede oltre alla competenza scientifica anche la tecnica alpinistica necessaria a raggiungere luoghi spesso impervi e fuori dai percorsi battuti.