Trota marmorata sempre più a rischio, ''troppi cormorani, ne stanno facendo razzia'': l'allarme dei Bacini della Pesca
Dall'incontro con la vicepresidente della Provincia di Belluno e i rappresentanti dei Bacini di Pesca del basso bellunese è emersa una situazione definita allarmante

BELLUNO. I cormorani starebbero mettendo a rischio la presenza della trota marmorata nelle acque del Piave e del Brenta. E' questo l'allarme lanciato qualche giorno fa nell'ultimo incontro tra la vicepresidente (con delega a caccia e pesca) della Provincia di Belluno, Silvia Calligaro e i rappresentanti dei Bacini di Pesca del basso bellunese (c'erano Agordo, Alpago, Piave-Cordevole, Acque Feltrine, Cismon-Fiorello, Lago del Corlo).
La questione non è semplice anche perché prede e predatori sono entrambe specie protette quindi agire è tutt'altro che scontato. La vicepresidente della Provincia ha spiegato che i pescatori sono preoccupati da un numero che a loro dire è sempre più crescente di cormorani che sono capaci di mangiare l'uno tra i 300 e i 500 grammi di pesce al giorno arrivando fino a 10 chili al mese. Nel corso del 2024 la Provincia ha rilasciato circa mezzo milione di avannotti di trota marmorata per garantire la sopravvivenza della specie che, però, a questo punto sarebbe messa a rischio direttamente dai predatori ittici.
Il difficile rapporto tra fauna ittica e cormorani è sempre più diffuso nel Paese. Proprio in questi giorni in Sardegna le associazioni della pesca hanno scritto una lettera alla Regione chiedendo risposte. In Alto Adige da tempo il tema è all'ordine del giorno e la stessa Provincia di Bolzano ricostruisce la storia di questi uccelli: ''A livello di storia negli anni ‘60 il cormorano era pressoché scomparso dalla Europa centrale. La specie fu posta sotto tutela negli anni ’70. In seguito, a partire dagli anni ’80, si è assistito ad un rapido, diffuso aumento delle popolazioni. Nel 1995 è stato formalmente riconosciuto il raggiungimento dello „stato di conservazione soddisfacente“; nel 1997 il Cormorano è stato stralciato dall’Allegato I della Direttiva Uccelli, abbassandone il livello di tutela. Infatti, nel frattempo, questo uccello ittiofago era diventato una minaccia per numerose specie di pesci dei corsi d‘acqua dell’Europa continentale''.
Quindi i dettagli su quanto pesce mangiano in un solo giorno e la spiegazione che ''questa potenziale dannosità del cormorano, in Alto Adige, riguarda soprattutto specie fortemente minacciate come la trota marmorata, che è soggetta, ai sensi della Direttiva Habitat, ad un regime di rigorosa tutela. Pochi anni dopo la comparsa del cormorano la biomassa ittica nell’Adige si è drasticamente ridotta ed i salmonidi devono ancora riprendersi. Un’evoluzione paragonabile si sta annunciando, lo confermano i dati dei rilievi della biomassa, nelle acque minori, soprattutto nella Rienza e nell’Aurino''.
Nel Bellunese la produzione di trota marmorata ceppo Piave è assicurata dai centri ittiogenici, di Tomo (Feltre) e Bolzano Bellunese, dove sono in corso importanti lavori di riqualificazione e potenziamento delle strutture (oltre che sulla collaborazione del centro di Sottocastello a Pieve di Cadore). Il cronoprogramma prevede la chiusura delle opere entro fine 2025. Ma servono, specificano le associazioni della pesca, anche nuovi strumenti di tutela e di controllo dei cormorani.