Spagna, salgono a 62 i morti: “In 8 ore la pioggia di un anno. Alluvioni in Francia, Marocco, Polonia, Austria, Italia nelle ultime settimane: negare la realtà è criminale”
L'analisi di Matteo Miluzio su 'Chi ha paura del buio?': “Alluvioni nel sud della Francia, nel Sahara, in Marocco, in Polonia, in Austria, in diverse zone di Italia, e questo solo parlando delle ultime settimane. Non è colpa dei tombini, non è colpa dei rami nei fiumi, il problema è molto più grande e negare la realtà è criminale”

VALENCIA. Si aggrava il bilancio della tragica alluvione che da ieri sta colpendo il Sud-est della Spagna e in particolare la zona di Valencia: secondo quanto riportato da El Paìs, il numero delle vittime accertate è salito a 62 mentre sono ancora decine le persone disperse. Attualmente, mentre l'intensità della tempesta è in calo, la perturbazione si sta spostando verso Nord-est con diverse comunità in allerta.
“Sono ore terribili – scrive Matteo Miluzio in un'analisi di quanto accaduto su 'Chi ha paura del buio?' - per la comunità valenciana, colpita da una alluvione che definire evento estremo è riduttivo: un violentissimo temporale autorigenerante si è abbattuto nelle ultime ore tra costa ed entroterra lasciando al suolo quantitativi di pioggia oltre l'eccezionale con alcune località che hanno sfiorato i 500 millimetri di pioggia tra le 6 e le 8 ore. Per la statistica della zona, si tratta della pioggia di un anno caduta in poche ore”.
Nel dettaglio “questa 'goccia fredda' è la medesima che ha provocato moltissime problematiche anche in diverse regioni, dalla Liguria alla Sardegna fino alla Sicilia e che si è spostata verso la penisola iberica. Complici i mari molto caldi (il Mediterraneo presente ancora anomalie di temperatura tra i 2 e i 4 gradi centigradi) e un'atmosfera estremamente instabile e pure lei molto più calda del normale, queste perturbazioni autunnali rischiano di essere davvero delle minacce costanti”.
Un'atmosfera molto più calda è infatti in grado di trattenere molta più umidità, dice Miluzio: “E quindi l'acqua precipitabile è potenzialmente molto maggiore, insieme a una superficie marina molto più calda e molto più ricca di 'energia' per alimentare le nubi. Finché non arriva almeno un po' di aria più fredda che possa abbassare le temperature di mari e atmosfera, il rischio è sempre dietro l'angolo”.
“D'altronde, fateci caso: alluvioni nel sud della Francia, nel Sahara, in Marocco, in Polonia, in Austria, in diverse zone dell'Italia, e questo solo parlando delle ultime settimane. Non è colpa dei tombini, non è colpa dei rami nei fiumi, il problema è molto più grande e negare la realtà è criminale. Sì, avete letto bene: criminale. Perché l'area mediterranea da tempo immemore è stata identificata dalla scienza come 'hot spot' climatico, cioè uno di quei posti dove le conseguenze dei cambiamenti climatici avrebbero picchiato molto più duro, tra ondate di calore più feroci e durature, episodi estremi di siccità e inondazioni (soprattutto per l'Europa centrale)”.
In un mondo ideale, conclude l'esperto: “Una specie votata alla sopravvivenza avrebbe preso contromisure in tempo, adattandosi a queste conseguenze e cercando di mitigarne gli effetti. Nel mondo reale, invece, dobbiamo avere a che fare con coloro che inventano le più becere campagne di disinformazione e di negazione, spesso ricoprendo ruoli decisionali cruciali. Quasi come se non vivessero su questo stesso pianeta. E tutto ciò è aberrante”.