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"Sensazionalismo che fomenta paure", il servizio de Le Iene sulla convivenza uomo-lupo fa discutere: "Esempio preoccupante di narrazione allarmistica"

Io non ho paura del lupo sul servizio de Le Iene: "La scelta di concentrarsi su casi limite, senza offrire un quadro completo e bilanciato della situazione, dipinge una visione estrema e distorta del lupo, alimentando paure infondate tra i cittadini e utilizzando esclusivamente toni emotivi, che nulla hanno a che fare con la scienza"

Fermo immagine dal servizio de "Le Iene"
Pubblicato il - 18 novembre 2024 - 17:46

TRENTO. Sta facendo ampiamente discutere il recente servizio de Le Iene "Allarme lupi: siamo al sicuro?". Fra le varie voci che in queste ore si stanno esprimendo sul reportage anche quella dei referenti dell'associazione Io non ho paura del lupo, che dichiarano: "Si tratta di un esempio preoccupante di narrazione allarmistica su un tema delicato e complesso come la convivenza tra esseri umani e grandi carnivori. La scelta di concentrarsi su casi limite, senza offrire un quadro completo e bilanciato della situazione, dipinge una visione estrema e distorta del lupo, alimentando paure infondate tra i cittadini e utilizzando esclusivamente toni emotivi, che nulla hanno a che fare con la scienza".

 

Come detto, l'associazione ha tenuto a dire la propria dopo l'uscita del servizio, tenendo a sottolineare che, innegabilmente, la presenza del lupo, in alcune circostanze, "possa rappresentare una sfida per il mondo rurale, specialmente per gli allevatori, e che spesso, a seconda del contesto regionale, gli indennizzi per i capi predati possono arrivare in ritardo o possono essere inadeguati".

 

"Tuttavia - proseguono da Io non ho paura del lupo - il servizio ignora completamente il fatto che oggi esistono strumenti gratuiti e supporti istituzionali dedicati proprio a prevenire questi problemi. Gli allevatori, spesso, possono usufruire di diverse misure di prevenzione messe loro a disposizione dalle istituzioni per proteggere il bestiame, come per esempio recinzioni di svariate tipologie e cani da guardiania, soluzioni che, quando messe in opera correttamente, sono altamente efficaci, come testimoniano i moltissimi allevatori che, tramite l’utilizzo di questi strumenti, hanno minimizzato e talvolta azzerato le perdite".

 

Nel servizio andato in onda su Mediaset, però, a prendere parola sono state persone "con posizioni estremiste, amplificando episodi rari e isolati come quelli degli attacchi all’uomo e ignorando le esperienze positive di convivenza che, da tanti decenni, si registrano in tutta Italia. La realtà è che, in molte regioni, comunità rurali, allevatori e istituzioni lavorano insieme da anni per garantire la protezione degli animali da allevamento, tutelando al contempo il lupo, una specie protetta e fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi".

 

Il servizio de Le Iene inoltre "omette di affrontare il più grande problema che questa specie deve affrontare oggi in Italia: le uccisioni illegali ad opera dei bracconieri. Questi atti di violenza contro una specie protetta sono sempre più diffusi nel nostro Paese e non solo sono un crimine, ma compromettono anche l’equilibrio degli ecosistemi. Purtroppo, servizi con tono sensazionalistico e allarmistico, rischiano di legittimare questi gesti, incoraggiando una percezione del lupo come "nemico" da eliminare, anziché come parte fondamentale del patrimonio naturale italiano".

 

E concludono dall'associazione: "Una comunicazione responsabile dovrebbe quindi offrire una panoramica completa, includendo anche le testimonianze di chi vive la coesistenza come una realtà possibile, grazie all’utilizzo di strumenti adeguati e al supporto degli enti preposti, e trattare gli episodi di aggressioni nei confronti dell’uomo avvenuti in Italia, per quello che sono: rari ed isolati casi che nella loro eccezionalità non rappresentano quella che è la normale etologia del lupo nel nostro Paese".

 

"Come associazione, fondata da abitanti di montagna, di città, ma anche da allevatori e lavoratori dell’ambiente rurale, chiediamo pertanto che il tema venga affrontato con maggiore serietà ed equilibrio, valorizzando le soluzioni già disponibili e promuovendo una cultura della coesistenza, essenziale per il futuro delle nostre comunità e della nostra biodiversità, soprattutto dinanzi alle emergenze climatiche e naturali che minacciano oggi le nostre società e il futuro della nostra specie, quella umana".

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